Le nuove linee-guida per il trattamento dei noduli alla tiroide, sia maligni che benigni, saranno presentate in occasione del 6° Thyroid uptodate, l’annuale occasione di incontro e approfondimento tra gli specialisti che a vario titolo si occupano di questa ghiandola, che si terrà il prossimo 28 e 29 ottobre.

Stilate da Associazione italiana della tiroide, Associazione medici endocrinologi, Società italiana di endocrinologia, Associazione italiana medici nucleari, Società italiana unitaria di endocrino chirurgia e Società di anatomia patologica e di diagnostica citologica, le linee-guida forniranno nuove indicazioni sulla gestione ottimale dei noduli sia in termini di organizzazione del Sistema sanitario nazionale che in termini di epidemiologia.

Il documento vuole fornire indicazioni sui criteri più idonei a identificare i soggetti che necessitano di indagini diagnostiche, anche al fine di evitare analoghe analisi sui quadri clinici meno preoccupanti. A vantaggio dei pazienti e anche delle risorse economiche delle strutture sanitarie. Non ultimo, si definiscono gli approcci terapeutici più appropriati, con predilezione per gli interventi conservativi.

Di particolare interesse, l’aspetto della comunicazione medico-paziente: “una persona su tre”, spiega il presidente del Comitato delle associazioni dei pazienti endocrini Luisa La Colla, “vorrebbe ricevere oltre alla diagnosi maggiori informazioni sulla malattia, sui trattamenti a disposizione e gli eventuali effetti collaterali”.

Il tumore della tiroide è la neoplasia più frequente a carico delle ghiandole endocrine. Nel 2017 sono state oltre 17mila le nuove diagnosi di tumore tiroideo e le stime indicano che questo sarà il secondo tumore più diffuso nelle donne entro il 2020.

Dati allarmanti che però hanno un lato positivo: l’aumento del numero di diagnosi non è associato a un aumento della mortalità, bensì alla maggiore diffusione degli screening e alla maggiore accuratezza degli esami diagnostici che permettono di individuare anche tumori di piccole dimensioni che possono quindi essere trattati già in fase iniziale.