«I tempi sono maturi per superare gli attuali tetti di spesa e il payback». È parte dell’idea di riforma del Ssn annunciata dal ministro della Salute Roberto Speranza, che intervenendo oggi nell’Assemblea pubblica di Assogenerici ha dichiarato che questi due punti potrebbero trovare realizzazione già nelle prossime settimane, alla luce dell’approvazione della legge di Bilancio.

«È mia opinione che la programmazione della spesa sanitaria definita solo per silos chiusi e di tetti di spesa non corrisponda più alle esigenze di salute dei cittadini italiani», ha aggiunto il titolare del dicastero di Lungotevere Ripa. Un’opportunità di riforma vera e concreta, resa possibile a seguito dell’emergenza sanitaria che «rientra in una stagione di nuovi investimenti», per i quali «non basta un solo ministro, ma è necessario un vero Patto-Paese nell’ottica di una politica espansionistica. Tenendo insieme tutti gli attori del comparto della salute: imprese, associazioni, sindacati, ordini professionali, mondo dell’università e della ricerca».

Parole chiare e dirette quelle del ministro Speranza, secondo cui «la forza del Ssn e del Sistema Salute rappresenta la prima mattonella per costruire il futuro del nostro Paese», una nazione «in cui nessuno resti indietro», da nessun punto di vista, salute compresa, «nel rispetto degli articoli 3 e 32 della Costituzione».

E all’art. 3 si è ispirato anche il rebranding dell’associazione di produttori di medicinali equivalenti che da oggi lascia il nome di Assogenerici per quello di “Egualia”. Accompagnato da un payoff – “Industrie farmaci accessibili” – che ha il sapore di mission. Creato da Antonio Romano, il nuovo brand nasce anche dal concetto ispiratore che intende il consumo (di farmaci e di salute, ndg) come accesso e non come possesso, coniugato al concetto di sostenibilità. «Le aziende farmaceutiche tutte sono un asset su cui investire» proprio per garantire a tutti i cittadini l’accesso al farmaco, ha detto il presidente di Egualia Enrique Häusermann. Che ha anche ricordato come «non possa più attendere l’attuazione di misure urgenti quali la riforma della governance del farmaco, la revisione dei tetti di spesa, e il reinvestimento dei risparmi derivanti dalla farmaceutica proprio in questo comparto». Come a evidenziare, una volta di più, che la farmaceutica e la Salute non possono essere considerati un bancomat per far quadrare i conti dello Stato. Un allineamento pressoché perfetto con le idee espresse dal ministro Speranza.