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STADA Health Report: italiani sempre più scontenti del Ssn

L’INDAGINE

STADA Health Report: italiani sempre più scontenti del Ssn

Per il quarto anno consecutivo cala la fiducia dei nostri connazionali nel sistema sanitario, anche se resta salda nei confronti di medici e farmacisti. Nel 2024 ci si informa on line, si fa meno prevenzione e ci si sente un po’ più soli

3 ottobre 2024

di Claudio Buono

Oggi, oltre un italiano su due è insoddisfatto del Sistema sanitario: un’insoddisfazione che però non mette in discussione la fiducia nei confronti degli operatori sanitari. E sebbene i nostri connazionali siano favorevoli al processo di digitalizzazione che sta interessando il settore medico, oltre quattro cittadini su 10 chiedono che sia migliorato l’aspetto relazionale dell’assistenza sanitaria.

Questi, in estrema sintesi, alcuni degli insight emersi dalla decima edizione dello STADA Health Report, un’ampia indagine on line condotta da Human8 per conto del Gruppo STADA su un campione di 46mila cittadini in 23 Paesi, tra cui l’Italia. I risultati del nostro Paese sono stati presentati lunedì 30 settembre in occasione di una conferenza stampa a Milano, alla presenza di rappresentanti del mondo medico e farmaceutico e di Cittadinanzattiva.

Sempre meno fiducia nel Ssn

Nel dettaglio, la soddisfazione degli italiani nei confronti del sistema sanitario diminuisce per il quarto anno di fila, passando dal 69 per cento dell’edizione 2021 dello STADA Health Report al 48 per cento del 2024. Per il 70 per cento degli intervistati, la principale causa di questo andamento negativo è da attribuire alla difficoltà nell’ottenere un appuntamento per effettuare una visita medica, il 31 per cento del campione lamenta standard di cura non adeguati e il 20 per cento cita la mancanza di accessi ai servizi di prevenzione, soprattutto nelle Regioni del Sud Italia. Ed è proprio sul tema “prevenzione” che si registra un altro dato che desta preoccupazione: quasi 6 italiani su 10 (59 per cento) non si sottopongono a screening e controlli, con una percentuale significativamente superiore per gli uomini (62 per cento) e per la fascia dai 18 ai 34 anni (69 per cento), rilevando ancora una scarsa sensibilità sull’argomento, come già emerso nell’edizione dello scorso anno.

Medici e farmacisti punti di riferimento

Il malcontento degli italiani nei confronti della sanità pubblica non pregiudica però la fiducia che essi ripongono nella medicina convenzionale – superiore alla media europea (77 per cento vs 69 per cento) – e negli operatori sanitari. Dal rapporto emerge che questi ultimi rimangono il principale punto di riferimento dei pazienti e il 39 per cento dichiara di fidarsi del proprio medico o del farmacista, riconoscendo nella loro competenza uno dei principali fattori di affidabilità legata anche al fatto di sapere che cosa è meglio per i propri pazienti. Interessante notare che gli uomini si fidano di più dei consigli degli operatori sanitari e dei farmacisti rispetto alle donne (42 per cento vs 36 per cento) e ancora di più gli over 55 rispetto ai più giovani (46 per cento vs contro 35 per cento).

Crescono anche le aspettative dei cittadini nei confronti delle farmacie. L’indagine mette in luce come il 33 per cento degli intervistati (percentuale che sale al 38 per cento nella fascia di età̀ 18-34 anni), vorrebbe poter ricevere le proprie prescrizioni a domicilio. Ma non solo: il 32 per cento chiede la possibilità di prenotare una consulenza personale on line (un’esigenza ancora più̀ sentita nella fascia di età̀ 18-34 anni, con un range del 36 per cento), e la stessa percentuale vorrebbe che le farmacie offrissero una gamma più ampia di farmaci.

Un dato insolito fra quelli riportati dalla ricerca è la richiesta al proprio farmacista di consulenze su argomenti tabù (21 per cento), a sottolineare come oggi i cittadini vedano nella farmacia un vero e proprio punto di riferimento anche quando si tratta di richiedere supporto e informazione su argomenti fino a ieri considerati confidenziali.

Gli italiani e la digitalizzazione

Oltre l’80 per cento del campione utilizza fonti on line per raccogliere informazioni sulla salute, a partire da Google ((59 per cento), a cui fanno seguito articoli sul web (35 per cento), siti di istituti sanitari o di aziende farmaceutiche (19 per cento), influencer (17 per cento), app di salute (14 per cento), chatbot di IA (7 per cento). Ma per quanto ci sia un’apertura da parte degli intervistati per l’impiego dell’intelligenza artificiale a supporto degli operatori sanitari (31 per cento) e, in generale, nei confronti della digitalizzazione – dalle cartelle cliniche elettroniche (60 per cento) ai foglietti illustrativi elettronici (41 per cento), alle app per la salute su prescrizione medica (35 per cento) – gli italiani richiedono una maggiore attenzione alla componente umana e relazionale dell’assistenza (oltre il 40 per cento) e un approccio olistico alla cura (36 per cento), che tenga conto della salute fisica e mentale del paziente.

Il problema della solitudine

La salute mentale è un altro dei temi su cui si è concentrato lo STADA Health Report. Più della metà degli italiani (57 per cento) soffre di solitudine – rispetto al 52 per cento degli europei – e il 20 per cento di burnout: problematiche che interessano principalmente le donne e gli under 35. I giovani sono anche coloro che maggiormente lamentano l’impatto che la solitudine ha sulla loro qualità di vita. Tra le proposte avanzate per alleviare questo stato di malessere, un migliore equilibrio tra vita e lavoro per le fasce più giovani e maggiori cambiamenti nella società – come, per esempio, miglioramenti economici, sostegno per le persone anziane, accesso a strutture per il tempo libero – e per le donne.

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