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«Sei mesi che sono in pensione»

LA LETTERA

«Sei mesi che sono in pensione»

Maurizio Bisozzi

Un farmacista si confronta con il suo recente cambio di vita. O, meglio, cambio di passo: dalla prigione del tempo scandito, obbligato, alla ricchezza del tempo vissuto secondo i propri ritmi

10 febbraio 2022

di Maurizio Bisozzi,  farmacista

Sono ormai mesi che mi godo la pensione. I motivi sono diversi, ognuno ha dato il proprio contributo ed è la somma che fa il totale, diceva Totò. Presi singolarmente, nessuno è stato decisivo: età (66, volendo avrei potuto trottare ancora), figli grandi che fanno altro (avrei potuto continuare da solo), margini risicati (però ancora tre pasti a tavola si mettono), voglia di fare altro (e qui non posso obiettare nulla). Insomma, prendi tutti gli ingredienti, mescolali bene, una spruzzatina di nausea da rappresentanza (l’Ordine in troppe situazioni appare come un Moloch immobile attento a nutrire se stesso, il sindacato un’istituzione benemerita in cui con troppa facilità si insinuano scarti di politicanti falliti, arrampicatori, sfigati, vanesi, presenzialisti, furbetti, profittatori, saccheggiatori delle risorse umane ed economiche, nei casi estremi il tutto raccolto in una sola persona) e otterrai la fragrante torta della pensione.

Il vero lusso della pensione, l’autentica ricchezza è il tempo. Ne hai quanto vuoi, lo organizzi o lo lasci scorrere tra le dita, lo usi o lo sprechi, lo impegni o lo ignori. È tutto tuo e ne fai quello che vuoi. Butti l’orologio, fai colazione con calma quando ti svegli, e non quando la sveglia ti urla nelle orecchie, salti i pasti e mangi solo quando hai fame. Sali in soffitta e rispolveri quel randagismo turistico sepolto dagli anni della gioventù, lo indossi con qualche diffidenza, la taglia non è perfetta ma lo specchio della maturità ti restituisce un’immagine più che accettabile e allora, via per le strade.

Cammino molto e Roma mi aiuta, è una città meravigliosa se puoi goderla da turista, se non sei preso dagli affanni, camminando scopri quanto ti sei perso correndo. Ritrovi gli amici ai quali non hai mai avuto tempo e calma da dedicare, le amiche a cui scrivere, il gusto, gli odori e i colori del fare la spesa al mercato e non al supermercato aperto fino alle 22. Ti regali il tempo in cucina per preparare i canederli allo speck invece del panino al bar. Prendi il passo di una vita che scorre alla tua velocità, la scegli tu e non ti viene imposta da nessuno.

Compri un rudere da ristrutturare in Sabina e piano piano lo rimetti a posto, scegli con cura meticolosa, senza fretta, i materiali, le piante per il giardino, i mobili e le tende. Ti iscrivi a un corso di giardinaggio all’Orto Botanico e quando la classificazione delle piante ti annoia, giri lo sguardo sugli aceri che si infiammano in autunno, sugli abbracci dei salici, sui platani possenti. La voce del docente rotola sul tappeto dello stridore dei pappagalli che hanno colonizzato le palme dell’Orto. Obiettivo primario da inseguire è solamente la noia, aspetti il momento in cui la raggiungerai e ti accorgi che è ancora davvero molto lontana. Spero di avere anni sufficienti per conquistarla.

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