Rete, uniformità e appropriatezza
L’ATTUALITÀ
Rete, uniformità e appropriatezza
Queste le parole d’ordine della telemedicina del presente e del futuro. Se ne è discusso a dicembre a un convegno a Brescia per festeggiare i 25 anni di HTN
12 gennaio 2024
di Laura Benfenati
Il compleanno di HTN Health Telematic Network è stata una grande festa, all’Auditorium Santa Giulia di Brescia con farmacisti arrivati da tutta Italia, ma è stata anche l’occasione per organizzare un interessante convegno sulla telemedicina, con molti stimoli alla discussione su questo argomento di grande attualità.
Tre le parole d’ordine del convegno e della tavola rotonda con i rappresentanti delle istituzioni di categoria: rete, uniformità e appropriatezza. La rete delle farmacie, presidi sanitari di prossimità fondamentali e integrati nel Ssn, è pronta: sono già 9.000 le farmacie (dato Federfarma) che svolgono oggi servizi di telemedicina, prevalentemente ecg, holter cardiaci e pressori e spirometria, e un terzo delle farmacie che oggi non eroga questo servizio è interessata a proporlo. Fulvio Glisenti, presidente di HTN, alla guida dell’azienda con i figli Massimo e Serena, ha raccontato quanta strada sia stata fatta da quando lui, cardiologo, ha fondato l’azienda 25 anni fa e quando poi, nel 2014, ha siglato il contratto quadro con Promofarma, che ha aperto la strada alla telemedicina nelle farmacie; sono oggi 7.500 quelle della rete HTN: «Noi garantiamo uniformità nella raccolta dei dati sanitari, uniformità di dotazione di apparecchiature elettromedicali di tipo ospedaliero, uniformità di erogazione delle prestazioni professionali di teleconsulto e telerefertazione da parte degli ospedali».
Quando ha lasciato l’ospedale dopo 27 anni, Glisenti conosceva poco la farmacia e quanto nel territorio fosse apprezzata: «Abbiamo lavorato a molti progetti per dimostrare che con le tecnologie si possono tenere a domicilio i pazienti cronici e soprattutto si può evitare che il Ssn sia caricato di costi incongrui. Nel 2014 abbiamo messo a disposizione delle farmacie un’unica piattaforma che eroga i servizi h24/365 giorni all’anno. Oggi nelle farmacie nella rete HTN eroghiamo prestazioni quotidiane del tutto sovrapponibili a quelle che erogherebbe un ambulatorio ospedaliero».
Appropriatezza nelle prestazioni e nelle decisioni da prendere
Savina Nodari, professore associato di cardiologia all’Università di Brescia, ha raccontato lo studio Cardio Brixia, il progetto di prevenzione cardiovascolare primaria e secondaria realizzato con Federfarma Brescia, l’Istituto superiore di sanità e HTN, che ha coinvolto oltre 7.000 farmacie per 1 milione e 300.000 prestazioni. «Si fa sempre più urgente la necessità di trasferire alcune attività assistenziali dall’ospedale al territorio. Le farmacie che hanno aderito al nostro studio coprono tutto il territorio nazionale, comprese le isole. I dati, pubblicati su riviste internazionali, confermano l’importante ruolo della rete telematica della farmacia dei servizi nella prevenzione primaria e secondaria delle malattie cardiovascolari, promuovendo screening, diagnosi e trattamento precoce in soggetti sintomatici e asintomatici con fattori di rischio cardiovascolare e appropriatezza dell’invio al Pronto soccorso».
Tecnologia, dati e responsabilità
Molti gli stimoli ricevuti da Francesco Gabbrielli, direttore del Centro nazionale per la telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali dell’Istituto superiore di sanità: «Non si può innanzitutto sottovalutare il fatto che le tecnologie digitali abbiano caratteristiche poco conosciute, si rischia di scegliere quelle sbagliate o far fare loro quello che non possono fare, cioè risolvere i problemi: quello lo fanno i professionisti. E poi evolvono molto rapidamente e la formazione diventerà sempre più importante». Ha poi spiegato che si dovrà imparare a maneggiare i dati in modo molto diverso dal passato e che la digitalizzazione dei dati sanitari subirà necessariamente una accelerazione e dovrà essere normata. Inoltre, si dovrà affrontare il tema della responsabilità in telemedicina: cosa e chi potrà fare che cosa. Di tutto questo e di molto altro si è discusso alla tavola rotonda alla quale hanno partecipato Clara Mottinelli, presidente di Federfarma Brescia, Gianni Petrosillo, presidente del Sunifar, e Nicola Stabile, presidente di Promofarma. Si è parlato dei finanziamenti che arriveranno per le postazioni di telemedicina a 6.000 farmacie rurali, della formazione, delle tariffe che probabilmente non saranno a prestazione ma a presa in carico, dell’evoluzione degli strumenti, di privacy, dell’importanza che la telemedicina sia regolamentata nella prossima Convenzione. Questo significherebbe uniformità che, come detto, insieme all’appropriatezza delle prestazioni e delle decisioni prese di conseguenza (per esempio l’invio al Pronto soccorso) sono i cardini della telemedicina.
Tariffe a presa in carico o a prestazione?
«Siamo una rete e la visione di un nuovo modello evoluto di farmacia si sta concretizzando, per noi è una grande sfida. Per quel che riguarda le tariffe, la cosa migliore sarebbe che la telemedicina fosse remunerata per la presa in carico, non a prestazione», ha detto Mottinelli. «Le quattro prestazioni (ecg, holter pressorio, cardiaco e spirometria) le sappiamo fare bene ma entrare nella piattaforma nazionale di telemedicina è molto di più, dobbiamo capire le regole», ha spiegato Gianni Petrosillo. «La velocità di cui parlava il professor Gabbrielli si scontra con la lentezza della revisione delle norme, basti pensare all’incompatibilità dei medici in farmacia. La Convenzione è il punto di arrivo di tutto quello che stiamo facendo in questi anni, se uno dei principali problemi del futuro è la gestione del paziente cronico, si definisca che la farmacia è un punto essenziale del percorso di quel paziente».
Il presidente di Promofarma Nicola Stabile ha sottolineato poi che c’è un problema di gestione del dato: «La normativa Gdpr è una delle più restrittive a livello mondiale ed è incompatibile con la realtà attuale della gestione del dato sanitario del paziente. Ci si deve rendere conto di questo e la politica deve dare una risposta. Il dato sanitario è di proprietà del paziente ma è anche un dato di utilità pubblica».
«Bisogna distinguere il dato sanitario che si usa per il singolo individuo e quello, lo stesso, che viene utilizzato per gli studi che servono per la governance o per le ricerche scientifiche», concorda Gabbrielli. «Il Garante italiano è più zelante di altri nell’interpretare in modo restrittivo il Gdpr. In questa dinamica la discussione sui dati sanitari sarà molto spinta nei prossimi anni». Anche perché non si conoscono le tecnologie in arrivo: «I computer quantici significano passare dall’automobile al jet. E l’intelligenza artificiale? Avremo un cambiamento radicale di fare medicina», ha concluso il dirigente dell’Istituto superiore di sanità.
Le conclusioni a Fulvio Glisenti: «La telemedicina è una straordinaria opportunità oggi per le farmacie, noi vogliamo essere al loro fianco con strumenti sempre più performanti e una rete unica al momento nel panorama nazionale».