Quattro numeri per costruire il futuro
FOCUS FARMACIA
Quattro numeri per costruire il futuro
Sesto e penultimo appuntamento con il Focus Farmacia-Dompé Talks, focalizzato questa volta sui numeri da monitorare per poter dire di avere sotto controllo la gestione della farmacia. Relatore Franco Falorni, dottore commercialista e titolare dello Studio Falorni di Pisa
7 luglio 2022
di Claudio Buono
Partendo dall’assunto che la farmacia non è solo un presidio sanitario ma anche un’impresa, sembra non essere ancora chiara ai titolari l’importanza della gestione continua, se non addirittura quotidiana, dei dati. Per Franco Falorni, dottore commercialista e titolare dello Studio Falorni di Pisa, speaker del sesto Dompé Talks (“La gestione della farmacia: i 4 numeri da monitorare”) «i numeri sono “vivi”, occorre quindi saperli interpretare correttamente, perché se non si monitorano con grande attenzione rischiano di creare seri problemi».
«Parlare di cifre è qualcosa che i farmacisti trovano sempre difficile da digerire – ammette il relatore – ma senza consapevolezza del numero attuale e di quello prospettico è difficile costruire il futuro della farmacia, non soltanto sul piano aziendale, economico, patrimoniale e finanziario, ma anche su quello finalizzato al miglioramento dei rapporti con la comunità sociale in cui ci si trova a operare. Occorre perciò divulgare e promuovere la “cultura del numero”».
Sintesi, sistema, equilibrio, dubbi e… “affettare i ricavi”
Prima di entrare nel vivo della gestione della farmacia, Falorni ha voluto fornire alcune informazioni generali, o meglio sistemiche, utili comunque per giungere a una sintesi: «Tutto quello che vi andrò a raccontare ha un denominatore comune che si chiama buon senso», ha poi aggiunto. Ecco allora che nella sua esposizione si è avvalso di cinque aiuti tra i più eterogenei, coinvolgendo figure quali Pablo Picasso, , Egidio Giannessi, Luciano Ligabue ed Enrico Barachini, a cui si aggiungono le teorie chimiche.
Picasso è rappresentativo della “sintesi”, perché i numeri che il commercialista ha deciso di proporre sono numeri di sintesi, ma cui si arriva solo attraverso una conoscenza specifica. Qui, a titolo esemplificativo, propone la celebre figura stilizzata del toro che presuppone, però, la visione ben chiara, da parte dell’artista, delle caratteristiche del soggetto nella sua complessità.
La chimica invece è simbolo di una “visione sistematica”. Portando come esempio la differenza tra il carbone e il brillante, dove nel primo gli atomi sono disposti in modo confuso mentre nel secondo sono ordinati, Falorni porta a dedurre che se una farmacia è ben organizzata e se tutti i fattori che intervengono nella sua gestione sono armonici fra di loro, si creerà una sinergia che consentirà di raggiungere davvero un ottimo risultato. «Acquisti, vendite, gestione del personale, comunicazione, rapporti con il sistema bancario devono essere fra loro funzionali in modo da giungere a un risultato finale “brillante”, perché è questo che conta veramente», sottolinea l’esperto.
Parlando del concetto di “equilibrio”, Falorni ha poi citato come terzo esempio Egidio Giannessi, già ordinario presso l’ateneo pisano, il quale sosteneva che «l’azienda è un essere vivente il cui scopo è quello di mantenere un equilibrio economico – ricavi bilanciati con i costi – non oggi o domani, ma nel tempo». Da qui la dinamicità del concetto: “Oggi potrò anche perdere ma se nel tempo riuscirò a riacquisire equilibrio avrò vinto”.
Riferendosi poi ai consigli che gli vengono richiesti, il relatore fa sua la frase “Io non lo so” che Luciano Ligabue ripete più volte nella canzone Sono sempre i sogni a dare forma al mondo. Questo perché, pur disponendo di tutte le informazioni utili per poter dare dei giudizi estremamente puntuali, Falorni ammette di soffrire di una sorta di schizofrenia che gli fa rispondere “Io non lo so”, pur rendendosi conto, dopo averla pronunciata, di aver ben chiara la direzione da intraprendere.
Da ultimo, citando l’amico e noto commercialista pisano Enrico Barachini, che sosteneva come «la buona economia si faccia aumentando i ricavi e non comprimendo i costi buoni», il commercialista esorta i titolari ad “affettare” i ricavi, per capire quelle che sono le categorie che possono migliorare o meno.
Quattro cifre per un check della propria farmacia
Venendo ai numeri da monitorare, Falorni ne propone quattro: 7, 20, 5 e 50. Quattro numeri da giocare sulla ruota del futuro, che il relatore distingue tra oggettivi e soggettivi. Quelli oggettivi sono la resa finanziaria, che deve essere attorno al 7 per cento, e l’autonomia finanziaria, pari al 20 per cento. I soggettivi, invece, sono il clima aziendale (5) e l’età (50). Riguardo al primo, che sottintende come si vive all’interno della farmacia, il relatore consiglia di assegnare un coefficiente di sostenibilità (da 1 a 5 appunto) ai propri collaboratori. E sempre in merito alla forza lavoro, puntualizza che il titolare di farmacia debba riorganizzarla in base alle aspettative del personale: miglioramento retributivo ma anche minore stress lavorativo per un migliore equilibrio psicofisico. Circa l’altro elemento soggettivo, vale a dire l’età, per Falorni è importante domandarsi “Che età ho?”, perché per gestire il cambiamento occorre avere forza fisica oltre che mentale. E conclude invitando i farmacisti a darsi la carica per poter raggiungere e migliorare le proprie performance, perché effettivamente chi ha una farmacia oggi può essere detentore di buone opportunità.
Franco Falorni invita infine i titolari a scaricare l’app di sua creazione Labfarma all’interno della quale, alla voce “Il rompiscatole”, è possibile verificare se la propria farmacia è “matta”, “malata”, “maestra” o “maga”.