Più vaccini, meno antibiotici
IL RAPPORTO
Più vaccini, meno antibiotici
È la conclusione cui porta il report dell’Oms dedicato alla valutazione dell’impatto di una maggiore adesione alle linee guida relative alla vaccinazione sull’uso grandemente improprio degli antimicrobici, causa prima dell’antibiotico-resistenza
31 ottobre 2024
di Carlo Buonamico
Circa 22,5 milioni di dosi di antibiotici e 730 miliardi di dollari in meno. È quanto si potrebbe risparmiare ogni anno nel mondo secondo il report “Estimating the impact of vaccines in reducing antimicrobial resistance and antibiotic use” dell’Organizzazione mondiale della sanità se si riuscisse a estendere l’accesso ai vaccini esistenti seguendo le linee guida internazionali in tema di igiene e prevenzione.
I numeri parlano chiaro: i vaccini possono essere uno strumento reale per contrastare il fenomeno dell’antibiotico-resistenza, che causa ogni anno cinque milioni di morti in tutto il mondo. Estendere le vaccinazioni contro 24 patogeni – 19 batteri, quattro virus e un parassita – porterebbe infatti a una riduzione del 22 per cento dell’uso di antibiotici.
«La lotta alla resistenza antimicrobica inizia con la prevenzione delle infezioni e i vaccini sono tra gli strumenti più potenti per farlo. Prevenire è meglio che curare, e aumentare l’accesso ai vaccini esistenti e svilupparne di nuovi per malattie critiche, come la tubercolosi, è fondamentale per salvare vite umane e invertire la tendenza della resistenza antimicrobica», ha affermato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus alla conferenza stampa di presentazione del nuovo report.
Vaccini vs antibiotici
La logica, del resto, è semplice: i vaccini prevengono le infezioni; un minor numero di infezioni significa un uso più limitato di antibiotici; un ricorso minore agli antibiotici contribuisce a ridurre il rischio di sviluppare l’antibiotico-resistenza (AMR). “Elementare, Watson”, si potrebbe dire. Se non fosse che la linearità del ragionamento si scontra con uno scarso e non ottimale accesso ai vaccini, una non adeguata adesione delle popolazioni alle campagne vaccinali promosse dai diversi Paesi e, non ultimo, da un utilizzo improprio degli antimicrobici per trattare alcune infezioni, come la malaria.
Per far comprendere più facilmente l’enorme potenzialità che hanno i vaccini, non solo nel prevenire le patologie, ma anche per contrastare l’antibiotico-resistenza, Oms punta sui numeri. E così, prendendo in esame i 44 vaccini oggi disponibili nel mondo contro 24 patogeni, si evidenzia che se venisse seguita l’Agenda di Immunizzazione 2030 contro lo Streptococcus pneumoniae, ogni anno si risparmierebbero 33 milioni di dosi di antibiotico. Una più ampia diffusione del vaccino anti-tifo nei Paesi ad alto rischio ne farebbe risparmiare altri 45 milioni. Sarebbero poi 25 milioni in meno le dosi di antibiotico utilizzate ogni anno se fosse più diffuso il vaccino contro la malaria. Ma sono le cifre relative all’anti-tubercolosi a impressionare: degli 11,3 miliardi di dosi di antibiotico prese in esame dal report Oms, si stima che questo vaccino potrebbe evitarne una quantità compresa tra 1,2 e 1,9 miliardi.
Il ruolo della farmacia
Nel nostro Paese, dove la situazione vaccinale viaggia in ordine sparso e per alcuni vaccini siamo prossimi al target di copertura del 95 per cento della popolazione mentre per altri, come quello contro l’HPV e l’Herpes Zoster, c’è ancora una forte ritrosia dei cittadini, la farmacia e il farmacista giocano un ruolo fondamentale. La capillare presenza territoriale dell’una e il quotidiano contatto con i cittadini dell’altro – per non parlare della possibilità di somministrare alcuni vaccini proprio in farmacia – possono fare la differenza per una migliore adesione alle campagne vaccinali e per la riduzione del ricorso agli antibiotici.