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Ottobre 2019

EDITORIALE

Ottobre 2019

Frenare l'emorragia

La questione remunerazione è spinosa e i nervi sono scoperti. La Lombardia ha alzato gli scudi, il presidente di Federfarma Marco Cossolo ha deciso di premere sull’acceleratore con la proposta a Ministero, Regioni e Aifa e vediamo come andrà a finire. Che qualcuno con la remunerazione a pezzo perderà più di altri è evidente e che sia la Regione che al momento sta meglio, la Lombardia, è altrettanto chiaro. Come sottolineano quotidianamente i titolari dell’Emilia Romagna sui social, però, è solo questione di tempo e la situazione emiliana diventerà presto anche lombarda, se non si fa nulla. Lo ha spiegato chiaramente Federfarma con una circolare in risposta alle obiezioni lombarde.

Che fare, dunque? Soprassedere aspettando le proposte degli altri oppure agire? I vertici del sindacato hanno scelto la seconda soluzione e la bozza di proposta sulla remunerazione è pronta. Si è deciso con saggezza di inviarla al Ministero dopo l’assemblea nazionale dell’8 ottobre: con una Regione importante come la Lombardia sul piede di guerra, non aveva alcun senso rinunciare alla discussione democratica che l’assemblea assicura. Poi decideranno i numeri, come è giusto che sia.

Dei dettagli della proposta trovate ampio resoconto nell’articolo di Giorgio Flavio Pintus. Può fare impressione un numero come 0,50 a pezzo (a cui va aggiunto un 7 per cento) per i farmaci sotto i 4 euro ma non si possono dare giudizi sommari senza uno studio accurato. L’analisi tecnica dei numeri, dunque, il resoconto su chi perde e chi guadagna lo troverete sul prossimo numero di iFarma, a cura dei nostri commercialisti.

Quel che conta a questo punto è andare avanti. La questione va oltre il cambio di remunerazione, riguarda il ruolo del sindacato nazionale. Che deve ascoltare tutti ma anche prendere una decisione per frenare l’emorragia che continua a travolgere la spesa convenzionata in farmacia. Ricordiamoci che siamo arrivati a questo punto proprio per l’incapacità di decidere. E riflettiamo sul fatto che un sindacato disunito oggi i titolari di farmacia non se lo possono permettere.

Sui social, invece, continuiamo ad assistere a lotte tra fazioni, tra quelli anche troppo “pro” Federfarma e quelli sempre “contro”. Il bilancio sui tre anni della nuova dirigenza lo faremo alla fine del mandato, alla soglia delle nuove elezioni. Sicuramente risultano incomprensibili la maggior parte delle scelte di comunicazione – e le relative spese a bilancio – e non si capisce ancora bene il senso di alcune iniziative, come per esempio la rete delle reti.

Su remunerazione e convenzione però passi avanti se ne stanno facendo. La Lombardia, come le altre Regioni, è già stata penalizzata dalle decisioni non prese negli anni scorsi; i suoi rappresentanti devono però essere ascoltati, senza arroganti colpi di mano. La proposta di una quarta fascia di prezzo, per esempio, potrebbe essere da prendere in considerazione. Sui numeri alla fine si può trovare un accordo, è interesse di tutti, ma il dialogo non può essere tra sordi. Da entrambe le parti.

LAURA BENFENATI

Direttore Responsabile, farmacista e giornalista professionista, da anni direttore delle più note riviste del settore

iFarma-Ottobre19
8 Ottobre 2019