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Omeopatia, alleata dei farmacisti

LA RICERCA

Omeopatia, alleata dei farmacisti

Il 70 per cento di loro è soddisfatto nel consigliare un prodotto omeopatico, mentre il 61,5 per cento lo privilegia rispetto a un farmaco allopatico per patologie che consentono questo tipo di scelta. È il quadro che emerge dalla ricerca condotta dall’Università di Pavia e H-Ventures, presentata insieme a Omeoimprese

22 giugno 2023

a cura della Redazione

In farmacia, la qualità e l’assenza di effetti collaterali, la naturalità e l’efficacia dei prodotti favoriscono nell’84,5 per cento dei casi il consiglio dei farmaci omeopatici per prevenire le patologie più comuni. È quanto emerge dall’indagine “L’omeopatia in Italia. Analisi dell’andamento del comparto omeopatico pre, durante e post-pandemia nelle farmacie italiane”, presentata il 5 giugno nell’Aula Foscolo dell’Università degli Studi di Pavia dagli autori Silvia Figini, professore di Statistica economica dell’ateneo, e da Alfredo Sassi, Ceo di H-Ventures, professore a contratto di Big Data e Modelli computazionali per il marketing, sempre a Pavia, insieme a Omeoimprese, l’associazione che in Italia rappresenta le aziende del comparto, e alla presenza della Fondazione Guido Muralti (Federfarma).

Un settore importante per la farmacia

«Ringraziamo gli autori per questo lavoro – ha dichiarato il presidente di Omeoimprese Giovanni Gorga (qualche giorno dopo è diventata presidente Silvia Nencioni) – che evidenzia i trend di mercato e aiuta a comprendere quali sono gli interventi prioritari per le nostre aziende rispetto al quadro normativo nazionale. Un grazie va inoltre a Federfarma e alle decine di migliaia di associati che trovano nelle medicine complementari un valido supporto terapeutico per i propri clienti». A confermare questo legame è la presidente di Federfarma Lombardia, Annarosa Racca: «L’omeopatia rappresenta un settore importante per le farmacie, che ne seguono con interesse l’evoluzione e si impegnano a trasferire una corretta informazione al paziente, a consigliarlo e assisterlo al meglio nel trovare la soluzione più adeguata ai propri problemi di salute».

La pandemia non ha inciso sulla richiesta

Secondo la ricerca, il 56 per cento del campione intervistato ha dichiarato che durante nel periodo pandemico (2020-2021) ha raccolto un numero di richieste di omeopatici da parte dei clienti pari, se non addirittura superiore, al periodo pre-Covid. Inoltre, il mercato dell’omeopatia ha fatto registrare un calo contenuto in termini di unità e di valori, con il 2021 anno di tenuta rispetto al precedente, soprattutto nei grandi Comuni del Centro e del Nord Italia.

La fiducia dei farmacisti e dei pazienti, ma ci vuole formazione

Il 76,5 per cento del campione intervistato ha dichiarato di aver consigliato i prodotti omeopatici nel corso della pandemia come o addirittura di più (11,5 per cento) di prima. E il 91,5 per cento sostiene che nel post-Covid continua e continuerà a proporre i farmaci omeopatici ai propri clienti.
I farmaci complementari vengono utilizzati sia per la prevenzione (dal 84,5 per cento del campione) sia per la cura (85,5 per cento). Nel consiglio, addirittura, il 61,5 per cento degli intervistati privilegia l’omeopatia rispetto all’allopatia per alcune patologie che consentono questo tipo di scelta. Infine, il 95,5 per cento delle farmacie ha clienti che usano prodotti omeopatici per bambini in età pediatrica, e l’84 per cento di coloro che ricorrono ai farmaci naturali lo fa per se stesso e per la propria famiglia.
Perché i medicinali omeopatici vengano consigliati con efficacia, però, occorre formazione: i farmacisti chiedono più corsi di aggiornamento verticali (68,5 per cento dei professionisti), soprattutto ora che la fase acuta della pandemia sembra superata e vi è meno pressione sulle farmacie.

La spinosa questione delle indicazioni sulle confezioni

«La mancanza di indicazioni terapeutiche sulle confezioni – ha concluso Giovanni Gorga – è un caso prevalentemente italiano, un’anomalia legislativa a cui stiamo cercando di porre rimedio nel dialogo fra il comparto e le Istituzioni sanitarie. L’omeopatia è una disciplina medica regolamentata da leggi dello Stato che si rifanno a Direttive Europee, pienamente recepite in altri Paesi, Francia e Germania in testa. In Italia, invece – lamenta il presidente di Omeoimprese – il quadro normativo è molto restrittivo. Se da un lato i farmaci omeopatici, dal punto di vista regolatorio, sono comparati dall’Aifa agli allopatici, dall’altro abbiamo la grande contraddizione dell’assenza di indicazioni terapeutiche, o almeno di campi di applicazione da poter citare sulla confezione».

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