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Novità in ambito prevenzione primaria cardiovascolare

DALLA RICERCA

Novità in ambito prevenzione primaria cardiovascolare

(c) Freepik.com

Lo studio denominato Palimerica (Parametri Lipidici e Metabolici di Rischio Cardiovascolare) ha messo in luce gli importanti effetti in termini di riduzione del colesterolo LDL e di controllo del metabolismo glucidico di un nuovo composto nutraceutico

26 settembre 2024

di Aldo Luca Albertoni

Lo studio clinico italiano PaLiMeRiCa (Parametri Lipidici e Metabolici di Rischio Cardiovascolare), condotto presso il policlinico San Matteo di Pavia e presentato durante l’ultimo Congresso nazionale della Società Italiana di Cardiologia (Sic), costituisce a oggi un importante passo avanti nel ricorso alla prevenzione primaria come soluzione che potrebbe avere un impatto rilevante in termini numerici per ridurre l’incidenza degli eventi cardiovascolari dovuti in gran parte al mancato controllo dei fattori di rischio. Eventi che in Italia raggiungono circa i 230-240mila casi l’anno, 140mila dei quali sono infarti del miocardio.

Lo studio in questione, di cui è primo autore il professor Giuseppe Derosa dell’Università di Pavia – Fondazione IRCSS Policlinico San Matteo, responsabile dell’area Diabete della Società italiana di nutraceutica (Sinut), si è concentrato sull’effetto, in termini di riduzione dei livelli di colesterolo LDL e di controllo del metabolismo glucidico, di un nuovo composto nutraceutico a base di vari componenti attivi presenti in natura: berberina (130mg), fitosteroli (100 mg), polifenoli dell’olio d’oliva (100 mg), trigonella, conosciuta anche come fieno greco (20 mg) ed estratto di carciofo (75 mg).

Risultati decisamente positivi

Lo studio, della durata di tre mesi, ha coinvolto 36 soggetti (uomini e donne di età superiore ai 18 anni) con precisi criteri di inclusione, tra cui livelli di colesterolo LDL compresi tra 115 e 190 mg/dl e una glicemia a digiuno con valori compresi fra 100 e 125 mg/dl. Suddivisi in due gruppi uguali, i partecipanti hanno ricevuto dopo cena una o due capsule del nuovo prodotto a seconda del gruppo di appartenenza.

Al termine dell’osservazione, ha dichiarato Derosa, «abbiamo registrato, in primisuna diminuzione dei livelli di colesterolo totale e LDL. Per quanto riguarda il colesterolo LDL, la riduzione nei soggetti che assumevano una capsula al giorno è stata di 22,1 mg/dl (-14 per cento) e di 27 mg/dl (-11 per cento) del colesterolo totale mentre nel gruppo che assumeva due capsule si è registrata una riduzione del colesterolo LDL di 40 mg/dl (-25 per cento) e di 45,2 mg/dl (-19 per cento) del colesterolo totale. Lo studio ha dimostrato anche l’efficacia di questa composizione nutraceutica – che sfrutta più meccanismi d’azione – nella riduzione di altri parametri, come la diminuzione significativa dei trigliceridi (-17 per cento) e il calo della glicemia a digiuno, con il ritorno a valori nella norma per la maggior parte dei partecipanti allo studio, oltre che dell’indice di insulino-resistenza. Anche per quanto riguarda la tollerabilità, nessuno dei parametri di sicurezza monitorati è risultato alterato nei soggetti studiati, che hanno mostrato un’ottima tollerabilità dall’uso del nuovo prodotto. Nel corso dei tre mesi, infatti, non si sono verificati eventi avversi su reni, fegato e muscoli».

Dallo studio Palimerica è emersa anche una riduzione delle LDL ossidate, che come dimostrato da recenti studi rivestono un ruolo nella formazione delle placche ateromatose, e della PCR (proteina C reattiva), marker rappresentativo di un’infiammazione di basso grado presente in tutti gli stadi dell’aterosclerosi e ritenuta responsabile del rischio residuo che permane dopo il controllo di altri importanti fattori di rischio quali diabete, ipertensione, fumo, obesità, stile di vita non salutare, stress, malattie infiammatorie croniche, basso strato socioeconomico.

Normalizzare i valori fuori target

Questi risultati indicano che la complementarietà del meccanismo d’azione e il sinergismo tra i vari componenti del nutraceutico testato si è dimostrato in grado di migliorare il profilo metabolico di persone sane che presentano un aumento lieve (appena oltre i limiti di normalità) o moderato dei livelli di colesterolo LDL e della glicemia, laddove il medico non ritenga opportuna la somministrazione di un farmaco o dove quest’ultimo non sia tollerato, ma in cui è comunque importante perseguire il prima possibile una normalizzazione dei valori fuori target. Va ricordato infatti che la riduzione di soli 40 mg/dl dei livelli di colesterolo LDL si traduce in una riduzione del 20 per cento del rischio cardiovascolare.

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