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n. 66 – 4/2024

EDITORIALE

n. 66 – 4/2024

Samba in camice? Anche no

L’estate ci ha regalato molte polemiche sui servizi in farmacia e qualche siparietto social che ha scatenato dibattiti all’interno della categoria. Le due colleghe in camice bianco (una con il caduceo e l’altra no) che si sono scatenate nel retro della farmacia al ritmo di “Sesso e samba” hanno ricevuto consensi da clienti e amici ma altrettante critiche dai colleghi. Francesco Gatti, Head of Health di Ogilvy, ci racconta nell’intervista a pagina 14 che sui social basta un niente per perdere la credibilità: «Serve la capacità di comunicare, la credibilità e un volto, nessuno interagisce con la farmacia ma con il farmacista».

Ora, al netto della felicità e leggerezza che si volevano trasmettere con quel video e che una delle due protagoniste ha rivendicato in un secondo post dopo essere stata sommersa dai giudizi non proprio teneri dei colleghi, era opportuna quell’esibizione in farmacia, con camice e caduceo? Il Giuramento del farmacista nell’ambito del Codice deontologico, che si sottoscrive con l’iscrizione all’Ordine, su questo punto è molto chiaro, all’articolo 4: “Giuro di affidare la mia reputazione esclusivamente alle mie capacità professionali e alle doti morali di cui saprò dare prova e di evitare, anche al di fuori dell’esercizio professionale ogni atto e comportamento che possano ledere il prestigio, la dignità e il decoro della professione farmaceutica”.

Quello dei social è sicuramente un mondo nuovo, che non sempre riesce di facile comprensione alle generazioni diverse da quella delle due protagoniste del video, ma proprio per questo ci si deve interrogare prima di mescolare privato e pubblico, passioni legittime e pure belle come il ballo con l’immagine di una professione nobile come quella del farmacista. A questo proposito consigliamo a tutti i colleghi la lettura dell’ultimo libro dello straordinario Antonio Corvi, La sanità in Valpadana. Storia della farmacia e dei medicamenti nel Ducato di Parma e Piacenza (XIII-XX sec.), che recensiamo su questo numero a pagina 47 e che ci fa ripercorrere otto secoli di storia della professione. La farmacia è tutto questo e molto altro e sempre al centro di attacchi, anche in quest’estate in cui i servizi sono diventati il bersaglio di medici e rappresentanti di ambulatori privati. L’Unione nazionale ambulatori, poliambulatori, enti e ospedalità privata (Uap), che riunisce 18 associazioni di categoria e 95.000 strutture sanitarie sul territorio, ha minacciato di “commercializzare farmaci all’interno delle strutture sanitarie” se il Governo proseguirà nel sostenere la farmacia dei servizi. Uap sottolinea che le farmacie sono prive dei 420 requisiti richiesti a poliambulatori, cliniche e ospedali: “Questa modalità operativa del Governo fa pensare che non tutti abbiano piena libertà, ma che ci troviamo in pieno Far West, dove viene garantita non già la sanità dei cittadini, ma la possibilità di guadagni economici”.

L’avvocato Quintino Lombardo ci ha già spiegato su iFarma Digital dell’11 luglio 2024 che “la giurisprudenza della Corte Costituzionale e del Consiglio di Stato più volte ha riconosciuto il ruolo di presidio polifunzionale sanitario di prossimità delle farmacie e il Dm 77/2022 che riorganizza l’assistenza sanitaria territoriale richiama espressamente questa funzione delle farmacie (…) Siamo di fronte a un quadro normativo complesso, per certi versi ancora in fase di completamento, ma certamente l’erogazione dei servizi sanitari in farmacia trova un ben solido fondamento legale e una disciplina specificamente congegnata”. Non c’è alcun Far West, dunque: i servizi sono soltanto un’ennesima conferma di quel ruolo da protagonisti della sanità territoriale che i farmacisti hanno da sempre. E che non ha bisogno di sambe sui social.

LAURA BENFENATI

Direttore Responsabile, farmacista e giornalista professionista, da anni direttore delle più note riviste del settore

30 Luglio 2024