Grande attenzione a livello internazionale
FOCUS FARMACIA
Grande attenzione a livello internazionale
22 maggio 2020
di Laura Benfenati
La chiacchierata con il presidente di Adf Alessandro Morra non poteva che iniziare con il racconto di come è andata con il commissario Arcuri sulla vicenda mascherine. La storica associazione di rappresentanza dei distributori intermedi, però, da sempre impegnata a livello europeo, sottolinea quanto l’esperienza italiana sia in questo momento un riferimento importante e non soltanto per l’emergenza Covid.
- La vicenda mascherine è stata molto dura e sia Adf sia Federfarma Servizi sono finite sui quotidiani, accusate di aver dato al commissario Arcuri numeri non corretti sui Dm “in casa”. Cosa è successo realmente?
C’è stata una prima fase concitata dovuta alla particolarità della situazione, rapidamente superata con l’impegno e la volontà di noi distributori e delle altre parti al Tavolo, che dopo svariate riunioni tenute a ritmo serrato negli ultimi giorni, hanno concordato le modalità per le quali le farmacie e le parafarmacie italiane torneranno a essere costantemente approvvigionate di mascherine chirurgiche a prezzo calmierato. C’è il nostro impegno ad approvvigionarci sul mercato internazionale di mascherine chirurgiche e il parallelo impegno del commissario a integrare le nostre forniture, facendosi inoltre carico del maggior costo che i distributori dovessero sostenere rispetto al prezzo di cessione prestabilito; entrambi con l’obiettivo di soddisfare il fabbisogno di farmacie e parafarmacie nell’interesse dei cittadini.
- Come hanno vissuto le aziende di distribuzione intermedia questo lockdown?
Nei nostri magazzini, siti altamente informatizzati e automatizzati, siamo organizzati a ogni livello del sistema per assicurare la continuità del servizio pubblico essenziale che siamo chiamati a svolgere. Nello specifico, abbiamo seguito e attuato scrupolosamente la normativa, anche anticipandola nelle prime zone rosse: suddivisione dei dipendenti in squadre su più turni, mascherine e guanti ai dipendenti, agli autisti e al personale esterno, in alcune Regioni la misurazione della temperatura corporea, ovunque la sanificazione continua degli ambienti e degli impianti di aria condizionata, telelavoro il più possibile… tutto a tutela sia dei nostri dipendenti sia dei nostri clienti farmacisti.
- Quali sono le priorità per le vostre aziende nella fase 2?
Mantenere e incrementare il livello di sicurezza per la salute dei nostri dipendenti. E proseguire anche in futuro, nel dopo-pandemia, esperienze fatte per necessità e che si siano rivelate positive, prima fra tutte il telelavoro.
- Il recente studio che avete pubblicato sul vostro Quaderno racconta con chiarezza che i margini della distribuzione intermedia sono sempre più ridotti. Quali sono gli interventi che potrebbero aiutare il comparto?
La sintesi dello studio elaborato da Giorgio Matteucci, docente del Dipartimento di Ingegneria Gestionale della Sapienza di Roma, ha messo in evidenza la progressiva erosione dei margini di redditività (operativa e netta) di un ampio campione di imprese analizzato. Le cause sono principalmente imputabili alla remunerazione per i prodotti rimborsabili non sufficiente a recuperare i costi di distribuzione, al trend di riduzione dei prezzi, sempre dei farmaci di classe A, dovuto al crescente impatto dei generici, all’incremento progressivo dei costi operativi e alle difficoltà finanziarie dovute all’elevato tempo medio di incasso dei crediti clienti. Tra gli interventi volti a definire un quadro equilibrato in cui tutti gli attori della filiera siano equamente remunerati, lo studio richiede un nuovo schema di remunerazione, maggiormente orientato ai costi della distribuzione.
- Adf svolge da tempo un’attività internazionale nell’ambito del Girp…
È vero, l’associazione è da sempre full member del Girp, la federazione europea dei distributori farmaceutici e detiene un seggio permanente nel suo board, attualmente coperto da Giuseppe Scrofina. In questa pandemia il Girp è impegnato a tenerci in contatto costante tra colleghi di tutti i Paesi europei, organizza teleconferenze settimanali nelle quali si riscontra la massima attenzione alla nostra esperienza, dato che l’Italia è stata colpita e ha reagito per prima al virus. Anche per l’annoso problema dei farmaci contingentati e carenti l’Adf, come associazione nazionale, e il Girp a livello comunitario sono in prima linea: abbiamo portato la nostra voce anche al Tavolo dell’Aifa coordinato da Domenico Di Giorgio, un’esperienza internazionalmente nota.
- Ci sono state carenze specifiche a causa del Covid ? E come ha risposto la filiera del farmaco, e voi distributori in particolare?
Inizialmente c’è stata la corsa al paracetamolo, presto esaurito, poi velocemente ritornato sul mercato grazie alla capacità di reazione dei produttori. Le nuove carenze riguardano quei farmaci finora usati per altre patologie e ora richiesti anche per combattere il Covid, medicinali usati soprattutto negli ospedali. Nel complesso sia i produttori sia i trasportatori hanno retto bene, anche se si deve sempre migliorare. Noi in Adf intendiamo realizzare un piano di emergenza con l’obiettivo di gestire il rischio di chiusura improvvisa di un sito logistico senza farne risentire ai rifornimenti delle farmacie clienti: un obiettivo ambizioso, ma raggiungibile.
- Quali sono per Adf, in questo momento, le richieste prioritarie alle istituzioni?
In autunno, perché penso che prima di quel momento il Governo non potrà occuparsi che del Coronavirus, riproporremo la richiesta di una remunerazione adeguata, secondo i calcoli degli ingegneri gestionali del cui lungo elaborato abbiamo pubblicato la sintesi sul Quaderno. Siamo fiduciosi.