Marketplace, la corsa alla visibilità
LA COSMETICA
Marketplace, la corsa alla visibilità
Il consumatore è coccolato e guidato nei “grandi magazzini” dell’e-commerce, che per il comparto beauty rappresentano una sfida consumata a colpi di strategie customer-centric
2 febbraio 2023
di Mariasandra Aicardi, farmacista
Nel panorama dell’e-commerce, i marketplace rivestono un ruolo primario perché sono praticamente dei grandi centri commerciali on line. Alla base c’è un modello di business che rende l’interazione e le transazioni tra fornitori e clienti più semplici e comode, presentando allo stesso tempo una vasta scelta di prodotti e servizi.
Un recente focus sul comparto beauty in vendita sui marketplace organizzato da BrandOn Group ha evidenziato come siano ormai lontani i tempi in cui il consumatore andava solamente nei negozi fisici a scegliere i prodotti. Oggi, grazie ai sistemi virtuali è perfino possibile testare i cosmetici, per esempio le colorazioni per i capelli e i rossetti, ed esistono visori in grado di stimolare tutti i sensi, tanto da far percepire odori e profumi attraverso la realtà virtuale.
La maggior parte delle aziende cosmetiche è presente sui marketplace da due/tre anni, una scelta forzata dalla pandemia. Altre, invece, hanno aderito solamente nel 2022. «Ci si attendeva un rallentamento del canale e-commerce al termine dell’emergenza Covid, ma non è stato così – afferma Gian Andrea Positano del Centro Studi di Cosmetica Italia – anche se per il consumatore è grande il desiderio di tornare alla normalità funzionale ed esperienziale, provando i prodotti di persona, ricevendo una consulenza personalizzata e apprezzando la possibilità di avere in omaggio i campioni prova».
Esserci e farsi vedere
Un sondaggio flash presentato da Irene Galimberti della redazione di Beauty2Business, rivela che su 50 PMI rappresentative del sistema produttivo italiano l’84 per cento è presente sui marketplace sia per il B2B che per il B2C. Il 43,9 per cento si avvale esclusivamente di Amazon, mentre una minoranza è presente su tre o più piattaforme (Douglas, Ebay, Alibaba e altre).
Il volume di affari generato è in funzione della visibilità. Il 72 per cento delle aziende gestisce direttamente la sua presenza sul marketplace, il 20 per cento ha scelto la gestione mista e solamente l’8 per cento si avvale di agenzie specializzate nell’aumentare la visibilità dei prodotti. Ne consegue un incremento di fatturato che può arrivare a un +15 per cento per il 76 per cento delle aziende, tra il 15 per cento e il 30 per cento per il 15 per cento di esse, mentre per alcune (9 per cento) addirittura a un +45 per cento.
Strategia customer-centric
Una presenza che rivela, quindi, attenzione al mercato e al consumatore che, come afferma Camilla Marra, Corporate e-commerce acceleration manager presso L’Oréal, rimane al centro della strategia aziendale grazie al passaggio di messaggi chiave lanciati on line (caratteristiche dei prodotti, funzionalità, lanci di novità sul mercato). Per l’e-commerce L’Oréal si avvale sia dei propri siti per la vendita B2C delle varie marche sia di grandi marketplace come Amazon e Notino, ed è presente sui portali di numerosi e-retailer (Sephora, Douglas, Esselunga…).
Sulla stessa lunghezza d’onda customer-centric è Giovanni Papini, manager di Beiersdorf Italia per l’e-commerce, che stimola il consumatore attraverso una presenza on line chiara e pedagogica, arricchita da storytelling che rendono più chiaro il prodotto.
Infine, sarà interessante vedere come si svilupperà il progetto “multicanalità” click&collect che BrandOn Group sta sperimentando con Amazon, attraverso l’acquisto sul marketplace e il ritiro sul punto vendita, in profumeria o in farmacia.