Come si può trovare un punto di convergenza con i medici di medicina generale sulla farmacia dei servizi?
UNA DOMANDA A...
Come si può trovare un punto di convergenza con i medici di medicina generale sulla farmacia dei servizi?
«Il presentarsi di resistenze in ambiti particolari è quasi fisiologico ma la farmacia dei servizi è prevista da una legge dello Stato e le linee guida sulla sperimentazione sono state sottoscritte da tutti i soggetti coinvolti», ci dice il presidente della Fofi Andrea Mandelli
22 luglio 2020
di Andrea Mandelli
Come premessa generale, è il caso di ricordare che di fronte a un cambiamento si può sempre individuare chi lo abbraccia immediatamente, chi si prende più tempo per riflettere prima di accettarlo e chi lo rifiuta e probabilmente continuerà a rifiutarlo. Questo per dire che il presentarsi di resistenze in ambiti particolari è quasi fisiologico. Detto questo, la farmacia dei servizi non è un tema di cui discutere la possibilità, è una realtà, prevista e finanziata da una legge dello Stato e non certo con un provvedimento di secondo rango: stiamo parlando della Legge di Bilancio. Il modello è quello disegnato a suo tempo dalla Fofi e ripreso dalle linee guida della sperimentazione regionale, che sono state elaborate da un gruppo di lavoro, istituito presso il Ministero della Salute, al quale hanno partecipato tutte le parti interessate. Erano presenti, oltre ai rappresentanti di Regioni e Ministero, quelli di Fofi, Federfarma, Assofarm, Utifar, Fnopi, Cittadinanzattiva e, ovviamente, di Fimmg e Fnomceo.
Il supporto all’aderenza terapeutica e le prestazioni di telemedicina, dunque, sono previsti in questo documento, ampiamente condiviso, che è passato anche al vaglio della Conferenza delle Regioni. Aggiungo che in quella sede, poi, è stato addirittura deciso di condurre la sperimentazione in tutte le Regioni, e non soltanto nelle nove originariamente programmate.
Quindi, per rispondere in estrema sintesi alla domanda, la convergenza c’è già stata all’inizio del processo. Qualcuno è critico? Sono certo che i risultati della sperimentazione saranno tali da togliere ogni dubbio. I farmacisti italiani non vogliono sottrarre competenze a nessuno: vogliono invece contribuire alla costruzione di una rete territoriale in cui queste competenze possano interagire a vantaggio dei pazienti.