Quella narrata da Mauro Santomauro è una storia tragica e surreale, a tratti ironica, che inizia nel 1918 su un cupo battello che solca il Mar Glaciale Artico con a bordo le salme di sette uomini appena uccisi dalla spagnola e passa poi per la struggente bellezza di Venezia, teatro dell’ultima epidemia, dovuta a un fantomatico virus K, che in un decennio uccide un quarto della popolazione mondiale. Vi ricorda qualcosa? Eppure Mauro Santomauro, farmacista e autore di numerosi romanzi, ha iniziato questo libro due anni prima dell’arrivo della pandemia di Sars-CoV-2, che ha cambiato il nostro mondo. Pagina dopo pagina, il lettore viene catapultato attraverso diverse situazioni spazio-temporali, in bilico tra scienza e realtà: su tutto domina il mistero di un’antica sostanza ambrata, conosciuta in medicina sin dalla notte dei tempi, capace di far regredire le cellule malate fino allo stato primigenio di staminali. Un farmaco in grado di resettare il timer biologico e regalare agli uomini l’immortalità.
L’ultima epidemia, che nasce come spin-off del romanzo Theriaca, pubblicato da Santomauro nel 2016, ma ha comunque una struttura indipendente, nel 2020 ha vinto il prestigioso Premio Letterario Apollo, riservato alle opere inedite di narrativa proposte da case editrici.