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Luci e ombre sull’Europa dallo STADA Health Report 2024

IL RAPPORTO

Luci e ombre sull’Europa dallo STADA Health Report 2024

La fotografia annuale del Vecchio Continente mostra una crescita di sfiducia nei servizi sanitari nazionali da parte dei cittadini, che tengono però alta quella per medici e farmacisti. Cresce anche il disagio mentale: i giovani in particolare vivono con sofferenza la solitudine

27 giugno 2024

di Rossella Gemma

La soddisfazione dei cittadini europei per i propri sistemi sanitari è scesa ai minimi storici (56 per cento), spronando i più a darsi da fare con esercizio fisico regolare, una dieta sana e attività a sostegno del benessere mentale per prendersi cura di sé e compensare le debolezze del sistema. Anche la salute mentale dell’Europa è peggiorata: gli intervistati l’hanno valutata leggermente inferiore rispetto al 2023. E sebbene il 67 per cento dei cittadini sia felice in generale, il 52 per cento, e in particolare le generazioni più giovani, lotta contro la solitudine.
Sono i numeri emersi dallo STADA Health Report, giunto alla sua decima edizione, che fotografa i pensieri e le preoccupazioni del Vecchio Continente (intervistando circa 46mila cittadini residenti in un’area di 23 Paesi europei, più Kazakistan e Uzbekistan) per quanto riguarda la salute, per offrire anche soluzioni attuabili per le aree problematiche. «Con lo STADA Health Report 2024 i cittadini europei ancora una volta si sono pronunciati: la soddisfazione per l’assistenza sanitaria è peggiorata per il quarto anno consecutivo, una tendenza allarmante che noi, insieme ai responsabili politici, alle autorità regolatorie, ai medici e ai farmacisti, dobbiamo capire, affrontare e invertire. Allo stesso tempo, però, è incoraggiante vedere persone di ogni genere, background e fasce d’età che si adoperano per prendersi cura della loro salute, sia fisica che mentale», ha dichiarato Peter Goldschmidt, Ceo di STADA, nel corso della conferenza di presentazione del Rapporto.

Assistenza sanitaria, gradimento ai minimi storici

L’accesso alle visite mediche, lo standard dei servizi sanitari, la carenza di personale e una generale sfiducia nei confronti dei responsabili politici del settore sanitario: sono queste le principali cause di insoddisfazione nei confronti dei sistemi sanitari. Attestatasi al 56 per cento, la soddisfazione è diminuita di 18 punti percentuali dal 2020. I cittadini ungheresi, che partecipano per la prima volta, sono i più insoddisfatti del loro sistema sanitario: il 72 per cento lo ritiene insufficiente, seguito da Kazakistan (67 per cento) e Serbia (65 per cento). Rispetto al 2023, il Regno Unito (-11 punti percentuali), il Kazakistan (-10 punti percentuali) e la Germania (-8 punti percentuali) hanno registrato i cali più significativi. Tra le lamentele, gli europei hanno anche alcune idee di ampio respiro per migliorare la soddisfazione: quasi 1 su 2 (48 per cento) ritiene che farebbe la differenza se i responsabili delle politiche sanitarie avessero un background correlato alla salute e una percentuale simile (47 per cento) chiede un aumento dei salari per coloro che lavorano nelle professioni mediche, per motivare un maggior numero di persone a intraprendere una carriera nel settore sanitario, alleviando così parte della pressione attualmente avvertita nel sistema.

Cresce la fiducia in farmacisti e medici: «Sanno cosa è meglio per me»

La buona notizia è che sebbene il malcontento per l’assistenza sanitaria sia tangibile, la fiducia nella medicina convenzionale è aumentata in modo significativo. Quasi 7 europei su 10 (69 per cento) affermano di fidarsi ampiamente o completamente della medicina convenzionale, con un aumento di 7 punti percentuali rispetto al 2022. La Finlandia (84 per cento) e la Spagna (82 per cento) sono i suoi sostenitori più fedeli con Regno Unito e Italia (77 per cento) a seguire subito dopo. Più in generale, i cittadini europei maschi (73 per cento) sono più propensi a fidarsi della medicina convenzionale rispetto alle donne (65 per cento). Il principale fattore di fiducia in questo tipo di medicina? I consigli molto apprezzati degli operatori sanitari, come medici e farmacisti, preziosi per il 48 per cento degli europei. I consigli degli esperti sono particolarmente apprezzati in Belgio e Irlanda (entrambi 56 per cento), Germania e Paesi Bassi (entrambi 55 per cento), Danimarca e Regno Unito (entrambi 53 per cento).

Il rovescio della medaglia: più cura di sé

Con il calo dei livelli di soddisfazione, sempre più europei prendono in mano la situazione: l’89 per cento fa almeno una cosa per migliorare il proprio benessere generale. In Finlandia (66 per cento), Spagna (62 per cento) e Italia (60 per cento) le persone sono più attive fisicamente rispetto alla media (50 per cento). Inoltre, un terzo si sottopone a controlli sanitari preventivi (33 per cento) o assume integratori alimentari (32 per cento). È interessante notare che il 31 per cento degli europei considera anche il tempo trascorso con i propri cari un investimento per il proprio benessere generale.

I giovani europei lottano contro la solitudine

Sebbene la maggioranza degli Europei affermi di essere “abbastanza” o “molto felice” (67 per cento), c’è comunque motivo di preoccupazione: mentre l’autovalutazione sulla salute mentale è peggiorata solo leggermente, passando dal 67 per cento nel 2023 al 65 per cento degli intervistati che valuta la sua salute mentale come “buona” o “molto buona”, uno sguardo più attento rileva un fenomeno che non dovrebbe essere sottovalutato. L’epidemia di solitudine ha colpito il continente, con il 52 per cento degli europei. E nonostante siano i più connessi rispetto a qualsiasi altro gruppo, il 63 per cento dei giovani tra 18 e 34 anni si sente solo. Tuttavia, l’eccessivo tempo trascorso on line rappresenta solo una parte del problema: in primo luogo, le giovani generazioni citano il lavoro (27 per cento) come principale fattore di solitudine e, di conseguenza, chiedono un migliore equilibrio tra lavoro e vita privata per porre rimedio alla situazione. Salvatore Butti, general manager e managing director di STADA, che ha sottolineato come sia impressionante proprio il dato sulle giovani generazioni, ha ribadito la necessità che le informazioni contenute nel Rapporto vadano «condivise con gli stakeholder per trovare delle soluzioni. L’insoddisfazione è comune in Europa. Ci sono problematiche trasversali che toccano tutti e che necessitano di essere approfondite per trovare soluzioni».

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