Le farmacie motore di un sistema sostenibile
L'EVENTO
Le farmacie motore di un sistema sostenibile
L’ecologia della salute ha anche una dimensione sociale, si crea valore per le persone, le imprese, l’ambiente e la società. «Dobbiamo far progredire la salute di essere umani, animali, piante e ambiente come un unico sistema», ha detto Ilaria Capua al corso Evoluzione digitale di Apoteca Natura
21 ottobre 2021
di Laura Benfenati
«Salute consapevole significa prendersi cura anche del pianeta oltre che della persona», ha esordito Massimo Mercati, Chief administrator di Apoteca Natura spa al corso Evoluzione digitale della rete dal titolo “Verso un’ecologia della salute” (19-20 ottobre): «Le nostre farmacie sono particolarmente attente al tema della sostenibilità, il nostro obiettivo è far percepire la rilevanza di queste tematiche. L’ecologia della salute va a toccare anche la dimensione sociale». Un titolare appartenente al network ha raccontato, per esempio, che per lui sostenibilità significa anche un piano welfare per i dipendenti, con un bonus base, uno per la natalità, uno per la mobilità sostenibile, uno per i figli che vanno bene a scuola, uno per chi fa volontariato. «Siamo una società benefit, non possiamo limitarci al ruolo di dispensatori di medicine», ha proseguito Mercati. «Siamo operatori sanitari che presidiano la salute. Le nostre imprese devono essere motore di un sistema sostenibile».
Scelte assortimentali e comportamentali
Qual è l’impatto di sostanze di sintesi che pervadono il nostro ambiente? La salute dell’uomo, degli animali, delle piante e dell’ambiente è un unico sistema interconnesso. E le farmacie Apoteca Natura hanno come obiettivo “prendersi cura della salute delle persone per soddisfare le loro esigenze, nel rispetto della fisiologia dell’organismo e dell’ambiente”. «Per noi è un nuovo modo di fare farmacia, capace di creare valore per le persone, le imprese, l’ambiente, la società. Sono necessarie scelte sia assortimentali sia comportamentali», ha spiegato Mercati. Le azioni? Aumentare la consapevolezza del pubblico su questi temi, fornire consulenza su farmaci sempre più greener, favorire la produzione green di medicinali perché qualsiasi processo di sintesi lascia scorie ambientali non degradabili, favorire una corretta raccolta sia dei medicinali scaduti sia dei rifiuti in farmacia. E poi ecologia del consiglio, applicando protocolli di prevenzione e collaborando con i medici per incoraggiare la prescrizione razionale e favorire l’aderenza, promuovere un utilizzo prudente dei farmaci, supportare il paziente nelle terapie. E infine ridurre l’impronta di carbonio e contribuire a un ambiente più sano.
Un unico sistema
Che ci si debba muovere verso una salute più integrata lo ha ribadito anche la virologa Ilaria Capua, dell’università della Florida, relatrice al corso: «Le pandemie sono eventi trasformazionali, ci sarà un mondo prima del Covid-19 e uno dopo. Tutte le più importanti pandemie sono partite dagli animali: dalle peste bubbonica con i ratti alla spagnola con gli uccelli. Morte e devastazione causate da questi eventi ci sono sempre state: nel 541 dopo Cristo, con la peste di Giustiniano, morivano a Costantinopoli 10.000 persone al giorno. Come specie dobbiamo imparare a migliorare per evitare queste catastrofi». La docente ha spiegato che il Covid-19 rappresenta uno stress test per molti sistemi, perché è un’infezione virale che non si comporta in tutte le persone allo stesso modo. Può essere infatti letale e altamente contagiosa ma anche asintomatica, provoca impennate di mortalità ma anche il cosiddetto long Covid, di cui ancora sappiamo poco.
«Abbiamo però imparato molto: la qualità dell’aria, per esempio, è migliorata durante il lockdown. Abbiamo ben compreso i danni che la globalizzazione può fare, perché la mobilità ha accelerato la pandemia. Ed è cambiato il modo di vivere con gli altri, i rapporti con gli animali non sono più gli stessi, abbiamo capito che costi spropositati può indurre un evento di questo tipo: la Sars era costata 54 miliardi, Covid-19 costa 300 miliardi al mese. È aumentata però la consapevolezza che per salvarci servono persone sane: si possono oggi convincere le persone a riflettere, a rispettare le altre specie, a non distruggere, a non usare sostanze velenose per l’ambiente. Dobbiamo far progredire la salute di essere umani, animali, piante e ambiente come un unico sistema».
Dagli antibiotici agli avvoltoi
In che modo? Rendendo innanzitutto trasparenti le varie discipline, e fare in modo che possano convergere in un unico sistema in cui al centro ci sia la salute. Un esempio? «Il problema dell’antibioticoresistenza – avverte Capua – è una grandissima minaccia per la salute pubblica e nel 2050 farà più morti del cancro. Gli antibiotici si usano nelle piante, nell’agricoltura, negli animali da reddito. La farmacia può avere un ruolo importante nella sensibilizzazione su questo tema, nel coinvolgere soprattutto le donne, che gestiscono le terapie in famiglia, influenzano nella scelta dei vaccini, governano gli animali, smaltiscono i medicinali non utilizzati».
Un altro esempio? «Il crollo del numero degli avvoltoi – molto dannoso perché questi animali hanno un ruolo importante di “spazzini” – dovuto all’abuso di diclofenac, che per loro è velenosissimo», ha spiegato Capua. «Questo farmaco è vietato per uso veterinario in molti Paesi ma in Spagna e in Italia è lecito». Un’altra questione da risolvere è quella dei vaccini termostabili, che sono di beneficio per la salute degli esseri umani e degli animali, che contribuiscono a ridurre la resistenza antimicrobica, il peso delle malattie prevenibili e l’attuale impronta di carbonio oltre a fornire possibili soluzioni a tematiche legate all’equità.
«La pandemia Covid-19 ci sta dando insomma delle opportunità, è l’evento in cui sono state fatte più raccolte dati della storia, c’è una nuova prospettiva di lavoro interdisciplinare, porta con sé un’energia generativa nuova». Un mondo che dunque si può rigenerare invece che depauperare, ma ognuno deve fare la sua parte. Anche le farmacie.