L’e-commerce è una vera e propria industria della distribuzione
L’ATTUALITÀ
L’e-commerce è una vera e propria industria della distribuzione
Presentati a Roma i risultati dell’analisi realizzata da Netcomm in collaborazione con The European House Ambrosetti. Potenziamento del sistema logistico e sviluppo delle competenze le priorità
19 gennaio 2023
di Laura Benfenati
«L’e-commerce non è più un sistema di venditori slegati tra loro ma è diventata una vera e propria rete industriale e di servizio»: ha esordito così il presidente del Consorzio Netcomm Roberto Liscia all’evento di presentazione dell’analisi “Il ruolo e il contributo dell’e–commerce e del digital retail alla crescita dell’Italia”. «Questa rete comprende non solo chi vende, chi fa marketing e fornisce strumenti a supporto ma anche tutte le imprese lungo la filiera, dalla logistica al packaging. È un’industria che dà un’occupazione di valore, con competenze tecnologiche, e che partecipa alla crescita economica del Paese, con 700.000 aziende coinvolte».
Un’industria insomma, rivendicano gli operatori del settore, che deve lavorare in modo integrato se si vuole essere certi che il prodotto arrivi sempre a casa del cliente e che ha bisogno di interventi prioritari a supporto della crescita e dello sviluppo. Lo ha spiegato bene, illustrando l’analisi, Lorenzo Tavazzi, partner e responsabile Area Scenari e Intelligence di The European House Ambrosetti. La ricerca ha previsto innanzitutto la definizione del perimetro di analisi della rete del valore dell’e-commerce e del digital retail in Italia (122 categorie Ateco), quindi l’aggiornamento del database delle aziende (700.000 aziende censite), l’analisi delle dimensioni della rete B2C e B2B, una survey presso 800 aziende, la valutazione degli investimenti e dei livelli occupazionali e infine l’identificazione delle priorità per sostenere le esigenze di sviluppo dell’e-commerce e del digital retail in Italia.
La rete del valore
«La rete del valore dell’e-commerce e del digital retail è un esteso sistema industriale e di servizio che coinvolge in Italia oltre 720.000 imprese con 380.000 occupati (+70 per cento rispetto al 2016) e genera 70 miliardi di euro di fatturato», ha spiegato Tavazzi.
Questa rete, distribuita su tutto il territorio italiano, costituita da grandi, medie, piccole e microimprese, si sviluppa in due macroaggregati tra loro interdipendenti: l’attività di vendita on line e i servizi a supporto (pagamenti, customer care, packaging e logistica, riciclo, servizi e infrastrutture digitali). Le vendite on line registrano il 60 per cento del fatturato, mentre più di un occupato su due rientra nei servizi di supporto.
«Questa rete è una determinante della crescita del Paese e negli ultimi 5 anni è stata primo contributore alla crescita del fatturato delle imprese e seconda per quella dell’occupazione. Inoltre, ha ampie e strette interrelazioni cross-settoriali con un elevato effetto moltiplicatore economico e occupazionale: 100 euro attivati in questa filiera ne generano 148 nel resto dell’economia», ha proseguito Tavazzi.
Digital marketing strategico
Alla domanda “Quali sono le principali ragioni sottostanti la presenza della sua azienda sul canale di vendite on line?” le principali risposte nella survey alle 800 aziende sono state: generare un rapporto diretto con la clientela, offrirle un’esperienza di riferimento e multicanale, valorizzare i dati dei clienti migliorando l’offerta, ridurre i costi di gestione dell’ordine, ridurre o dismettere la rete fisica commerciale. «Solo una minima parte dei rispondenti – ha spiegato Tavazzi – ha ridimensionato la rete fisica retail, a conferma della complementarietà tra canale on line e off line». Altro dato interessante: il potenziamento dell’e-commerce attraverso soluzioni di digital marketing è il primo intervento sia nel canale B2B sia nel B2C. Seguono il miglioramento del sito e-commerce, l’incremento del team dedicato all’e-commerce, quello della presenza in marketplace, l’integrazione di nuove modalità di pagamento.
«L’ulteriore potenziamento del sistema logistico (innovazione e sostenibilità lungo la catena logistico distributiva) e lo sviluppo delle competenze della forza lavoro sono i principali ambiti di intervento per le imprese della rete dell’e-commerce e del digital retail in Italia. Manca un ecosistema Paese in grado di valorizzare questo comparto», ha concluso Tavazzi.
«Servono quindi un sostegno come a un settore industriale, un upgrade di competenze e tecnologie, un rafforzamento del digital export, con più visibilità internazionale delle produzioni made in Italy sui canali on line», ha aggiunto Roberto Liscia. «Lo sviluppo dell’industria del commercio deve essere sostenuta in chiave omnicanale: in altri Paesi come Olanda, Svizzera e Portogallo si finanziano gli imprenditori perché investano in formazione qualificata. E non serve in Italia solo quella degli operatori ma anche quella delle imprese».