La tradizione è un valore forte, ma non basta più
L’INDAGINE
La tradizione è un valore forte, ma non basta più
Una ricerca commissionata da Unifarco fotografa una professione, quella del farmacista, in rapida evoluzione e con importanti sfide da affrontare: dalla ridefinizione dell’identità allo sviluppo di competenze imprenditoriali, alla capacità di capire e cavalcare l’innovazione
14 novembre 2024
di Rossella Gemma
Le farmacie italiane stanno affrontando una fase di profondo cambiamento, in cui l’innovazione dei servizi e il rafforzamento delle competenze imprenditoriali diventano cruciali per il futuro della professione. Questo è il quadro tracciato da una ricerca commissionata da Unifarco in collaborazione con il sociologo Nadio Delai, fondatore di Ermeneia – Studi & strategie di sistema. Il sondaggio, che ha coinvolto 815 titolari di farmacie italiane, offre una fotografia dettagliata di una professione in transizione, con importanti spunti per affrontare le sfide future.
Identità, gestione e innovazione: le priorità per il futuro
Uno dei temi centrali emersi riguarda il forte legame identitario che caratterizza la professione. «Per molti farmacisti, l’attività è una questione di tradizione familiare, una scelta che si tramuta in un circolo virtuoso di soddisfazione e orgoglio. Questo senso di appartenenza spinge quasi l’80 per cento degli intervistati a consigliare la professione ai giovani, un dato significativo rispetto ad altre categorie», sottolinea Nadio Delai.
Tuttavia, la tradizione familiare non è sufficiente: la ricerca mette in luce infatti che, per continuare a prosperare, è necessario adottare un approccio più imprenditoriale. Altro punto critico è la gestione del team. Se da un lato il 70 per cento dei titolari dichiara di avere buoni rapporti con i collaboratori, dall’altro emerge la difficoltà nel delegare responsabilità e motivare il personale. Secondo Delai, la chiave è un cambiamento culturale che coinvolga entrambe le parti: «Il farmacista titolare deve diventare imprenditore-gestore, mentre i collaboratori devono modificare il loro approccio al lavoro».
Parallelamente, l’equilibrio tra servizi fisici e digitali si rivela sempre più strategico. Sebbene la maggior parte delle farmacie faccia uso di strumenti digitali come e-commerce, social media e piattaforme di comunicazione come WhatsApp ed email, resta aperta la questione del loro utilizzo consapevole ed efficace. «Manca spesso un follow-up che permetta di monitorare se un prodotto consigliato ha effettivamente soddisfatto il cliente», osserva Delai, evidenziando la necessità di una gestione più strategica anche nel digitale.
Infine, lo studio rivela un approccio prudente verso i servizi a domicilio, nonostante la domanda crescente. «Tutto ciò che comporta fisicità a casa del paziente sarà sempre più richiesto e rappresenta un’opportunità da non perdere», aggiunge Delai. Questo tipo di servizi, insieme all’espansione dell’offerta tradizionale, rappresenta una sfida e un’opportunità per le farmacie che mirano a diventare veri e propri hub della salute.
Un cambiamento inevitabile e positivo
La pandemia da Covid-19 ha accelerato molti di questi cambiamenti, portando i farmacisti a ricoprire un ruolo centrale nel Servizio sanitario nazionale. Tuttavia, come sottolinea Delai, «il Covid è stato un acceleratore, ma il cambiamento è stato determinato anche dalle farmacie stesse». «Il sondaggio delinea un quadro di grande positività per il futuro della professione di farmacista», ha commentato Massimo Slaviero, Ceo di Unifarco. «Il Gruppo continuerà a supportare il percorso di crescita delle farmacie, promuovendo autonomia, competitività e un approccio innovativo che guarda al futuro con ottimismo. Il nostro impegno è aiutare i farmacisti a coniugare tradizione e innovazione per affrontare con successo le sfide future».