La remunerazione aggiuntiva è solo l’inizio
L’ATTUALITÀ
La remunerazione aggiuntiva è solo l’inizio
I dettagli economici sull’impatto della remunerazione aggiuntiva sulle farmacie e le prospettive per il futuro sono stati raccontati in un webinar organizzato da CGM sulla piattaforma PharmUp
30 settembre 2021
di Laura Benfenati
Trecentomila euro di fatturato ad addetto non è più un parametro al passo con i tempi; la marginalità con i tamponi – anche a 15 euro – sta aumentando e consente di assorbire i costi che erano dilatati negli ultimi anni; il modello sperimentale di remunerazione aggiuntiva apre la strada alla nuova remunerazione delle farmacie; il ritorno dei farmaci in diretta non avrebbe alcun impatto sulla redditività. Sono alcune delle considerazioni fatte al webinar organizzato mercoledì 29 settembre da CGM sul portale PharmUp, al quale hanno partecipato il presidente di Federfarma Marco Cossolo, quello del Sunifar Gianni Petrosillo, Giovanni Trombetta, commercialista dello Studio Guandalini e il general manager di CGM Alessandro Avezza.
La remunerazione aggiuntiva
«Nel decreto Sostegni si riconosce per la prima volta che c’è una rete delle farmacie in sofferenza e quindi c’è bisogno di supportarla per dare una risposta più forte, tempestiva, resiliente del Sistema sanitario sul territorio», ha spiegato Gianni Petrosillo. «La remunerazione aggiuntiva è in via sperimentale e riguarda tutte le farmacie del territorio. Attualmente il decreto è in attesa di approvazione da parte della Corte dei Conti e la Conferenza delle Regioni ha voluto un monitoraggio dell’accesso a questo fondo sia per il 2021 sia per il 2022, con il riconoscimento di una sorta di pay back a livello regionale. Sul territorio queste nuove risorse porteranno a un incremento dell’attuale margine, perché la nuova remunerazione si aggiunge all’attuale e si danno maggiori contributi soprattutto alle piccole farmacie».
Si partirà con le ricette che vengono tariffate il primo settembre 2021. «Si è ancora in attesa della pubblicazione del decreto attuativo ma, per come è scritto, si recupereranno le confezioni contabilizzate dal primo settembre e ci ritroveremo il contributo nella distinta di ottobre», ha spiegato Marco Cossolo. Questi fondi non incideranno sulla spesa sanitaria convenzionata.
Il recupero dei farmaci in diretta
Il recupero dei farmaci in diretta può davvero contribuire alla stabilità della farmacia? «Oggi dire che il farmaco non è in farmacia è una sciocchezza», ha detto il presidente di Federfarma Marco Cossolo, «in Italia vanno nelle case dei cittadini 1,121 miliardi di confezioni. Di queste, 1,030 miliardi sono in convenzionata, che vale circa 9 miliardi di euro lordi. In Dpc e in Diretta ci sono poco meno di 100 milioni di pezzi che valgono altri 9 miliardi. Di questi, 50 milioni sono già in Dpc e dunque nel canale della farmacia. Il 96 per cento dei farmaci viene quindi distribuito attualmente nelle nostre farmacie». Cossolo ha proseguito spiegando che i farmaci in Dpc valgono circa 2 miliardi e mezzo per i quali si prendono in media 5 euro, gli altri 41 milioni valgono 6 miliardi, hanno prezzi a confezione altissimi e non saranno mai distribuiti in convenzionata. Inoltre, di quei 41 milioni di pezzi che oggi vengono distribuiti in diretta, possono tornarne in farmacia al massimo 15 milioni, perché gli altri sono farmaci per i quali si deve garantire la continuità della terapia (primo ciclo, assistenza domiciliare). «Il farmaco è già in farmacia ma bisogna cambiare modello di remunerazione, non si ottengono risultati se portiamo in farmacia 15 milioni di pezzi a 5 euro l’uno, ne abbiamo portati a casa molti di più con la remunerazione aggiuntiva». E il cambio di remunerazione come si otterrà se non c’è accordo nella filiera, come è stato evidente anche all’assemblea Adf? «Il cambio di remunerazione è scritto nella legge, non è una strada irta di ostacoli ma prima si deve stabilire quante risorse aggiuntive si devono stanziare dal 2023, sui margini delle farmacie ci vorranno secondo noi ulteriori 250 milioni. Penso che, visto che la spesa convenzionata è sempre sotto il tetto, si potrebbero vincolare 250 milioni per il modello definitivo di remunerazione».
I servizi sono remunerativi
E nel frattempo, concretamente, cosa può fare il singolo titolare di farmacia per migliorare la redditività della sua azienda? «È inutile avere una cartina stradale se non so dove voglio andare, è necessario avere un budget e valutare con attenzione qual è il valore della forza lavoro in farmacia, compresi i titolari e i soci ai quali è giusto dare una remunerazione figurativa (44.000 euro su base annua)», ha spiegato Gianni Trombetta. «L’impatto complessivo della forza lavoro, valutato su tutte le farmacie clienti dello Studio, ha determinato incidenze diverse per tipologia di farmacia ma che potremmo riassumere nel valore medio del 51,35 per cento del margine commerciale lordo: poco più di metà del margine va a pagare la forza lavoro. Nel 2012 era 44 per cento, c’è stata contrazione del margine e quindi la redditività si è abbassata, nonostante la genericazione abbia portato a margini più alti nel comparto etico. Due i motivi: la digitalizzazione del processo di dispensazione ha rallentato l’attività a banco e una quota di servizi che non sono marginalità né da etico né da commerciale viene gestita dalle stesse persone. Questo fenomeno è eclatante se parliamo di tamponi: se lo stesso margine commerciale dovesse essere incrementato del valore di tutti i servizi, arriveremmo a incrementare il margine percentuale del 3,73 per cento sui ricavi di vendita, così che l’incidenza del costo del personale da 51,35 scenderebbe a 43,68 (i valori del 2012). L’impatto dei servizi è importante, i tamponi sono stati un’accelerazione incredibile, c’è da guardare con fiducia alla farmacia dei servizi».
Non consideriamoli extrautile
Gianni Trombetta ha anche spiegato che se il sostegno che si sta dando alle piccole farmacie con la remunerazione aggiuntiva è importante, quello che però il singolo titolare dovrebbe fare, quando percepisce questo contributo, è di non considerare questa ricchezza aggiuntiva un extrautile ma un mezzo per investimenti sulla ristrutturazione anche fisica del proprio punto vendita, su strumenti, formazione, prodotti a forte connotazione di consiglio e, laddove possibile, adattamento dei locali all’esigenza di spazi per l’erogazione dei servizi sanitari. Soltanto così la farmacia anche piccola, la cui vocazione è oggi essenzialmente di dispensazione territoriale, potrà accedere alla “transizione” verso una dimensione sanitaria a tutto tondo. D’accordo il presidente Cossolo: «La farmacia non è in una botte di ferro, ha una serie di investimenti da fare, deve riorganizzare la propria offerta commerciale, l’esposizione, il lay out fisico, la formazione e l’engagement dei propri collaboratori».
A proposito di collaboratori, il valore dei 300.000 euro di fatturato ad addetto può essere ancora valido? «Non più – ci ha spiegato Trombetta – era valido quando le farmacie erano tutte più o meno omogenee, oggi ce ne sono alcune in cui c’è un maggiore impatto di Dpc, altre in cui si fanno più servizi: non si deve fare una valutazione sul fatturato ma sul margine. Una farmacia che ha un 20 per cento di etico e un 80 di commerciale ha un tempo di vendita più rallentato ma un margine più alto e il parametro va quindi diversificato».
I gestionali garantiscono supporto
Le conclusioni del webinar le ha tratte il padrone di casa Alessandro Avezza, che ha rassicurato i titolari sull’efficienza dei gestionali nel supportali sulla remunerazione aggiuntiva: «Come software house stiamo lavorando per aggiornare i software; appena pubblicato il decreto in Gazzetta si adegueranno le Dcr in modo che contengano a ritroso il recupero dei conteggi dal primo settembre. Inoltre, quasi tutti i gestionali hanno funzionalità che consentono di determinare il valore della remunerazione aggiuntiva partendo dai dati storici. Noi abbiamo predisposto anche – ed è disponibile su PharmUp ma anche a questo link – un simulatore in cui, inserendo informazioni di base, ogni farmacia può ottenere il valore della sua remunerazione aggiuntiva». Da investire, non da considerare un extrautile.