La farmacia ha grandi potenzialità ma servono strategia ed efficienza
L’EVENTO
La farmacia ha grandi potenzialità ma servono strategia ed efficienza
Presentata ieri a Roma a tutti i presidenti regionali di Federfarma l’edizione 2024 di “Numbers”, il progetto di formazione gestionale ideato da “iFarma” con il Centro studi del sindacato e la sponsorizzazione incondizionata di Dompé. Quest’anno il focus è l’organizzazione del lavoro in farmacia
23 maggio 2024
di Laura Benfenati
Dopo il successo dello scorso anno, prosegue il progetto Numbers per contribuire ad accrescere la cultura gestionale dei titolari di farmacia. Alla presentazione dell’edizione 2024, dedicata a un nuovo modello organizzativo in farmacia, erano presenti ieri a Roma quasi tutti i presidenti regionali di Federfarma, i membri del Consiglio di presidenza e del Centro studi.
La farmacia di comunità, in cui la complessità del lavoro quotidiano è esponenzialmente aumentata, richiede strategie, competenze nuove, riorganizzazione di spazi e tempi per recuperare efficienza, anche alla luce della carenza di personale che rischia di diventare cronica e della necessità di allestire nuovi servizi. Proprio su personale e servizi sarà focalizzato lo studio che è stato commissionato alla Sda Bocconi e che verrà presentato a PharmEvolution a Catania e in streaming nelle sedi provinciali e regionali di Federfarma il 12 ottobre.
Non miliardi di spesa, ma punti di Pil
«La sanità è fatta di circuiti diversi (convenzionata, pubblico tradizionale, privato-privato, pubblico-privato, figura 1) e la farmacia sta all’incrocio di tutti i circuiti, quindi ha potenzialità enormi in questo momento», ha esordito Mario Del Vecchio, docente di Government, Health and Not for profit alla Sda Bocconi. «Pensate solo che su 45 miliardi di spesa privata in sanità, un quarto è intermediato dalla farmacia».
Del Vecchio ha proseguito spiegando quanto sia importante non concentrarsi sui miliardi di spesa sanitaria – come spesso fanno i politici – ma focalizzarsi sui punti di Pil: i miliardi in euro sono espressione di scelte di brevissimo periodo guidate dal passato e dalle contingenze, e non esprimono l’importanza relativa che dovrebbe essere alla base di ogni scelta, «i punti di Pil esprimono invece le priorità che le società perseguono e verificano “l’effettività delle narrazioni”, danno conto delle evoluzioni e dovrebbero essere l’oggetto delle scelte di medio-lungo periodo».
Tristemente la spesa pubblica pro capite in Italia è 2.208 euro (6,8 del Pil) e la spesa complessiva pro capite 2.912 euro, il 9 per cento del Pil: inferiore a quella di Germania, Francia, Regno Unito, Portogallo, Spagna (figura 2). «Faremo fatica a mantenere il 6,8 per cento di spesa pubblica: 4 punti di Pil sono impegnati per il debito, la crescita economica è relativamente modesta, la spesa pensionistica cresce, le persone poi preferiscono avere sempre trasferimenti monetari – superbonus, detrazioni e simili – piuttosto che servizi reali e investimenti nel Servizio sanitario, e la politica le asseconda. Non c’è espandibilità delle risorse pubbliche in relazione al Pil (tra il 6 e il 7): al 6,5 per cento il Ssn può fare alcune cose e non altre, crescono attese e bisogni e la sanità compete direttamente per le poche risorse disponibili».
La farmacia al centro del quadrante
Si va dunque verso un ridimensionamento tra risorse e attese nel circuito pubblico, una presa d’atto di una ibridazione del sistema e dei consumi, un sistema insomma in cui è sempre più difficile tracciare i confini tra pubblico e privato, il patient journey avviene in tutti quattro i quadranti e la farmacia è luogo dove si incontrano circuito pubblico e privato.
Serve dunque un’interlocuzione con la parte pubblica a vari livelli e organizzazione delle nuove attività a regime, al di là dei fondi straordinari: la farmacia ha potenzialità straordinarie ma è necessaria una governance fatta di controlli, ispezioni, monitoraggio, accordi contrattuali, un sistema di relazioni complessive: «La farmacia è in una posizione potenzialmente centrale rispetto alle trasformazioni che stanno attraversando il sistema, ma è indispensabile una consapevolezza strategica diffusa nell’intero settore (quale posizionamento?), bisogna fare attenzione all’interlocuzione con il settore pubblico (in logica propositiva) e anche con altri attori, e servono adeguate capacità imprenditoriali, manageriali e operative».
La ricerca di Sda Bocconi
E proprio per rendere le farmacie più efficienti e fornire strumenti operativi perché i nuovi servizi siano sostenibili e il personale più motivato, Erika Mallarini, docente alla Sda Bocconi, ha raccontato ai presidenti la ricerca che verrà presentata a ottobre a tutti i titolari. Sono stati identificati nove idealtipi di farmacia, che hanno caratteristiche diverse che le portano ad avere bisogni ed organizzazioni diverse. Il modello che si vuole individuare, infatti, è flessibile e adattabile a tutti i tipi di farmacie. «Per quel che riguarda la gestione del personale, serve innanzitutto mappare i processi per semplificare e ridurre i carichi di lavoro, assegnare le responsabilità per valorizzare le competenze, motivare i collaboratori per orientare i comportamenti. Dopo la mappatura, le modalità di intervento sui processi prevedono lo Skill mix change, la standardizzazione e la digitalizzazione: più un processo è standardizzabile più può essere eseguito da figure professionali meno specializzate e con meno esperienza; un processo standardizzabile può essere digitalizzato se prevedibile e frequente; più il tempo del personale è saturo più è importante standardizzare i processi».
Misurare, misurare, misurare
«Solo con la misurazione di parametri oggettivi è possibile rendersi conto dell’effettiva potenzialità di riorganizzazione ed efficientamento del personale: lavorando a intuito ma senza misurare nessun parametro è facile compiere scelte sbagliate», ha sottolineato Giovanni Trombetta dello Studio Guandalini, che ha spiegato quanto il back office pesi oggi il 31,40 per cento del tempo rispetto al front office in farmacia e che due part time non costino più di un tempo pieno, contrariamente a quanto si creda. Cosa deve gestire il farmacista e cosa il magazziniere? C’è coerenza tra le ore al banco e i pezzi venduti? Come sono i flussi di lavoro in rapporto agli orari, in che modo si può intervenire verificando inefficienze? Quando è opportuno investire in incentivi e premialità e quando no? A tutto questo e a molto altro daremo risposta con la parte economica della ricerca su personale e servizi che Marcello Tarabusi e Giovanni Trombetta presenteranno a Catania.
«I servizi contribuiscono alla redditività della farmacia in tre modi: con la contribuzione diretta (il margine generato) e quella indiretta (cross selling e maggior traffico) e, infine, generando valore reputazionale, brand e avviamento, intangibile, ma misurabile», ha spiegato Marcello Tarabusi. «Il margine unitario di un servizio deve tenere conto dei costi variabili, della quota di costi fissi, della quota di costi generali, ma il margine complessivo richiede valutazione della domanda di mercato, dei volumi potenziali, delle capacità produttive attuali, degli investimenti necessari e del centro di costo».
Tarabusi ha poi preso in esame come si costruisce un prezzo di un servizio e proiettato una serie di slide con esempi pratici di farmacie in cui i servizi rendono bene, rendono poco o sono in perdita, che vi presenteremo il 12 ottobre così come quelle sull’incidenza dei servizi sul valore della farmacia. «Quali servizi erogare? Quelli che servono al territorio e che si sanno fare. Spesso i farmacisti dicono che conviene più lo scaffale del servizio, ma se lo scaffale sta fermo?», ha chiesto Mallarini.
Le conclusioni della giornata le ha tratte il presidente Marco Cossolo, che ha ringraziato calorosamente Davide Polimeni, Chief Business Unit Officer Primary and Specialty Care di Dompé, azienda che continua a investire sulla formazione dei farmacisti, e il Centro studi di Federfarma, coordinato da Marco Nocentini Mungai, che con Sda Bocconi e lo Studio Guandalini sta lavorando alla ricerca: «Apprezzo la concretezza del progetto Numbers: il maggiore valore è il sapere e senza conoscenza non si può costruire la farmacia dei servizi e pensare che diventi stabile dopo la sperimentazione. Vogliamo continuare a investire in formazione anche dei futuri dirigenti sindacali».
L’appuntamento con Numbers è a Catania e in streaming il 12 ottobre.
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