Quando è la famiglia a dover fare squadra
IL CONVEGNO
Quando è la famiglia a dover fare squadra
Dinamiche complesse sotto tutti i punti di vista, quelle che sottendono il passaggio generazionale in farmacia. Un convegno promosso da Th.Kohl e Pharmathek fa chiarezza sugli aspetti giuridici e fiscali
19 maggio 2022
di Claudio Buono
Un tema sempre di attualità quello del passaggio generazionale nel settore farmacia, un argomento delicato che richiede conoscenza delle varie possibilità giuridiche e riflessioni attente non solo per le numerose questioni legali e fiscali, ma anche per le dinamiche personali e familiari che entrano in gioco quando si tratta di gestire questa complessa situazione. Se ne è discusso a Cosmofarma in un convegno promosso da Th.Kohl e Pharmathek dal titolo “Dai genitori ai figli: il passaggio della farmacia ai congiunti farmacisti e non farmacisti”.
La scelta della governance
Per l’avvocato Quintino Lombardo, dello studio legale HWP Franco Lombardo Cosmo, una delle questioni che rende più facile e allo stesso tempo più complicato il tema del passaggio della farmacia è il fatto che, secondo la legge del 2017 sulle società di capitali, non è più necessario essere farmacisti per lavorare in una farmacia. Ne deriva, perciò, che anche i figli di titolari che non sono in possesso di una laurea in materia possono chiedere di entrare nella società che gestisce la farmacia di famiglia. «A fronte di tali novità, l’assetto giuridico deve perciò essere compatibile con la gestione aziendale», spiega Lombardo. «Invece le norme sulle incompatibilità – contenute nella legge n. 362 del 1991 – sono rimaste sostanzialmente immutate, il che ha creato a noi giuristi non pochi dubbi e criticità interpretative. Solo da ultimo, grazie ai chiarimenti della giurisprudenza, alcune di tali questioni sono state risolte, come la possibilità di mantenere il posto di lavoro se si partecipa nella società titolare senza poteri di gestione, quale socio di solo capitale». Lombardo aggiunge che nel passaggio dai genitori ai figli bisogna tenere conto della sorte dell’azienda, cioè della governance. «Una volta che si è presa la decisione, effettivamente voluta e condivisa, di passare da una gestione della farmacia sotto forma di impresa individuale a una di tipo societario, occorre ragionare a fondo su quale modello puntare e sui patti che devono disciplinare la vita della società stessa. Vanno altresì gestiti bene i rapporti tra i soci all’interno di quest’ultima».
La società e i suoi vantaggi
«Il passaggio generazionale continua a essere un momento delicato che va programmato per tempo, anche per trovare la migliore soluzione dal punto di vista fiscale», afferma nel suo intervento Arturo Saggese, dottore commercialista e revisore contabile. «Su questo piano, il passaggio da impresa individuale a società comporta indubbiamente dei vantaggi. La società consente di far sottoscrivere una quota di minoranza in capo a ciascuno dei subentranti, permettendo alla proprietà di detenere la quota maggioritaria. È anche possibile valutare una differente distribuzione degli utili rispetto al possesso delle quote di partecipazione, così dar poter massimizzare i riflessi fiscali di riparto del reddito». Saggese sottolinea poi che con lo strumento del “conferimento”, vale a dire il trasferimento della titolarità da ditta individuale a società, si ha un altro vantaggio fiscale che è quello dell’affrancamento dell’avviamento. «Trattandosi di un’operazione non a titolo oneroso, è consentito al soggetto che diventa socio di acquisire quote di partecipazione, “liberandosi” in tal modo della titolarità. I soggetti non titolari, invece, acquisiscono quote di partecipazione mediante conferimenti in denaro. Trasferendo la titolarità è possibile fare emergere, nel bilancio della società beneficiaria, il cosiddetto “valore di avviamento”, rappresentativo del valore della mera autorizzazione all’esercizio della attività. Tale valore potrà essere portato in ammortamento deducibile fiscalmente in 18 anni, previo pagamento dell’imposta sostitutiva del 12 per cento sul valore che si va a trasferire».
Le problematiche legate alla successione
Da parte sua Silvia Cosmo, avvocato dello studio legale HWP Franco Lombardo Cosmo, trattando del caso specifico di un titolare con un solo figlio che voglia passare gradualmente il testimone senza gestire la società come nel caso della snc, fa sapere che «si potrebbe costituire una società in accomandita semplice (sas) con il socio accomandatario (il figlio in questo caso) che di fatto amministra la farmacia e ne è responsabile, mentre il socio accomandate (il padre, per esempio) si impegna nei limiti della quota di capitale investita, partecipando agli utili e alle perdite in base a questa quota, senza di fatto esercitare alcun potere potere per quanto riguarda la gestione della farmacia. Successivamente il padre può cedere la quota definitivamente al figlio rispettando le regole successorie». La relatrice evidenzia infatti che, nel passaggio della farmacia ai congiunti farmacisti e non farmacisti, tutt’altro che irrilevanti sono le questioni di diritto successorio riferite al rispetto della ”quota di legittima”, anche con riguardo alle donazioni e al divieto di patti successori, che quindi devono essere considerate con attenzione.