La distribuzione intermedia non ha più tempo
LA CONVENTION
La distribuzione intermedia non ha più tempo
Un bel match tra industria e distribuzione sull’articolo 57 della Legge di Bilancio alla nona convention congiunta di Federfarma Servizi e Federfarma.Co. Azienda questa che, è stato precisato con forza, è solida e in salute
21 novembre 2024
di Laura Benfenati
«Tutti gli esponenti della filiera del farmaco dovrebbero comportarsi come elementi di un unico sistema, a tutela innanzitutto del cittadino»: ha esordito così il presidente di Federfarma Servizi Antonello Mirone in apertura della seconda giornata di lavori, a Roma, della nona convention congiunta Federfarma Servizi e Federfarma.Co.
«Il significato del termine “sistema” non viene rispettato da industria, distribuzione intermedia e farmacia territoriale e la conseguenza è che invece di difendere insieme l’attuale sistema del farmaco, magari con un piccolo sacrificio da parte di tutti i soggetti coinvolti, rischiamo di metterlo in crisi».
Mirone ironicamente si è chiesto se l’industria pensa che i farmaci arrivino in farmacia con il teletrasporto: «Non si può minimizzare il ruolo della distribuzione del farmaco, in particolare quello delle cooperative e delle società dei farmacisti, che sono un prezioso supporto anche per le farmacie più fragili, le rurali. In economia il legame tra produzione e distribuzione è un principio basilare, se si compromette la seconda, si compromette la prima. Il nostro vero orgoglio è garantire quotidianamente cura al cittadino, e come Federfarma Servizi faremo sentire sempre di più la nostra voce».
La revisione dei margini di spettanza
L’industria, rappresentata da Salvatore Butti, presidente di Egualia, ritiene come sappiamo che le misure previste dall’articolo 57 della bozza della Legge di bilancio non siano quelle giuste per risolvere i problemi della distribuzione intermedia, che non c’è stato un confronto sul tema e per questo si auspica che si istituisca un tavolo di lavoro: «Siamo favorevoli a provvedimenti in direzione di una maggiore sostenibilità dei distributori intermedi ma non che si modifichino le quote di spettanze della filiera, misura che avrebbe un grande impatto sulle nostre industrie». E provocatoriamente Butti ha aggiunto: «Se fossero rispettate le quote di spettanza ci sarebbe un problema di sostenibilità per la distribuzione intermedia?».
Il sottosegretario al Mef Lucia Alfano ha spiegato che l’articolo 57 è frutto di una riflessione profonda e rimodula i margini dei grossisti per preservare la sostenibilità dell’intera filiera e per garantire equità nell’accesso al farmaco a tutti i cittadini: «È un segnale importante di questo Governo, frutto di un bilanciamento tra le esigenze di tutti gli attori». E il fattore tempo è vitale per la distribuzione intermedia, come ha precisato Mirone: «Ci sono aziende in seria difficoltà che garantiscono un servizio quotidiano. Si deve intervenire subito e quel subito significa Legge di bilancio».
Il presidente di Federfarma Marco Cossolo ha spiegato di essere favorevole a questo provvedimento del Governo, che è un aiuto di Stato a un comparto in difficoltà e altre misure più onerose non sarebbero state possibili nella Finanziaria: «Basta guardare i risultati ante imposte dei bilanci dei soggetti della filiera per capire che il distributore intermedio è quello debole; questa è una norma socialmente utile perché stiamo parlando di un servizio pubblico essenziale». Cossolo si è detto anche molto soddisfatto di un emendamento condiviso da tutte le forze politiche per la farmacia dei servizi che, finanziata con 25 milioni e senza ulteriori tavoli di lavoro, diventerebbe strutturale, mentre il presidente della Fofi Andrea Mandelli si è detto ottimista sulla firma della convenzione prima di Natale, perché si è a buon punto: «Il nuovo ruolo delle farmacie ha cambiato la percezione che hanno di noi sia i cittadini sia le istituzioni. Senza prevenzione non c’è sostenibilità per il Ssn».
Il ruolo di Federfarma.Co
Durante la convention è stato presentato il terzo Rapporto annuale Federfarma Servizi: le società di farmacisti occupate nella distribuzione intermedia servono oggi 10mila farmacie, distribuiscono 850 milioni di confezioni, percorrono 150 milioni di chilometri per una gestione complessiva di 15 milioni di consegne. Per ogni confezione gestita, i distributori sostengono un costo di 90 centesimi, a fronte del recupero di 60, con una perdita secca di 30 centesimi a unità. «Oggi è centrale più che mai la sostenibilità della distribuzione del farmaco, che garantisce un accesso tempestivo e capillare alle cure», ha spiegato il presidente di Federfarma.Co Vittorino Losio. «La situazione che stiamo affrontando è complessa e urgente, la crisi è amplificata dall’inflazione, dall’aumento del costo di lavoro e dai tassi di interesse che mettono in difficoltà le nostre imprese, minacciando l’intero comparto. Federfarma.Co è nata e si è consolidata in risposta a queste esigenze, oggi ha 9.000 farmacie affiliate e gestisce il 40 per cento di quota nella distribuzione intermedia del farmaco. Non è una centrale di acquisto ma rappresenta la più grande rete di farmacie indipendenti e un sistema di supporto all’industria». Losio ha sottolineato l’importanza dei servizi di business intelligence, della carta fedeltà, del sistema di formazione, dell’attività di in store marketing, del sistema Sec, dei prodotti Profar ad alta marginalità, dell’attività di Sistema farmacia Italia a cui aderiscono 1.566 farmacie e che nel 2024 ha avviato nuovi progetti. E non ci sono nubi all’orizzonte per la società, secondo il presidente: «La fusione tra Cef e Unico non rappresenta una minaccia ma la prova concreta che fare sistema è un imperativo categorico, e che cooperazione e integrazione sono necessarie per tutte le componenti della filiera. Federfarma.Co rappresenta il baluardo di indipendenza delle farmacie italiane. Noi ci siamo per rafforzare il sistema farmacia, perché ciascuna farmacia benefici della nostra forza negoziale».
Una public company in salute
Il concetto di azienda solida e in salute, ben organizzata e capace di generare valore è stato ripreso anche dal neodirettore generale Fabio Mascherpa: «Il bilancio è solido, con 477 milioni di fatturato nel 2024, 15,5 di margine e un Ebitda di 4,0. Abbiamo acquisito Viprof, distributore farmaceutico specializzato in omeopatia ed erboristeria, e Benestore, piattaforma digitale specializzata in quei settori, che ha un fatturato in crescita. Abbiamo la possibilità di gestire un numero di aziende superiore a quello attuale. Siamo una public company, una società ad azionariato diffuso in cui non c’è un socio di maggioranza ma un consiglio di amministrazione di sei componenti, vero centro decisionale, e un gruppo di lavoro consultivo composto dai direttori acquisti delle cooperative socie».
Le farmacie si muovono in un’arena competitiva sempre più articolata in cui aumenta la complessità gestionale e la sovrapposizione tra canali da parte del cittadino, come ha spiegato il direttore marketing Alessandro Rosso: «Si è ridotto del 9 per cento l’acquisto esclusivo con ricetta medica e un cittadino su 2,5 acquista prodotti commerciali. In farmacia le attività finora considerate sperimentali stanno diventando finalmente strutturali e oltre l’80 per cento delle farmacie è propensa ad ampliare i servizi offerti ai cittadini: un cambiamento che rappresenta un beneficio e una valorizzazione del ruolo. Federfarma.Co è al loro fianco in questo percorso di crescita».