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ISA 2024, la realtà supera la fantasia

IL FISCO

ISA 2024, la realtà supera la fantasia

L’Indice sintetico di affidabilità fiscale di quest’anno crea sconcerto: l’esito del calcolo in alcuni casi risulta severamente peggiorativo e scollato dalla realtà, non solo per le farmacie, ma per tutte le attività

11 luglio 2024

di Marcello Tarabusi e Giovanni Trombetta, Studio Guandalini Bologna

Non c’è dubbio che le vendite dei dispositivi Covid e le correlate attività di esecuzione dei tamponi orofaringei e di vaccinazione abbiano avuto un impatto rilevante nei bilanci delle farmacie soprattutto negli anni 2021 e 2022, con un apprezzabile miglioramento delle marginalità e in generale dei risultati economici conseguiti. Facile prevedere che “passata la burrasca” le farmacie si sarebbero ritrovate su valori normali, cioè su valori ante-Covid.

Questa altalena di risultati che impatto ha avuto sull’Indice Sintetico di Affidabilità Fiscale (ISA)? Attribuendo un punteggio da 1 a 10 al bilancio della farmacia (così come per ogni contribuente), basandosi sulle risposte a una serie di domande poste al titolare e su altri coefficienti individuali attribuiti direttamente dall’Agenzia delle Entrate, il sistema misura l’affidabilità fiscale della farmacia interessata, di fatto segnalando se e quanto può stare tranquilla rispetto alla possibilità di contestazioni e controlli. La maggior marginalità e il miglioramento del risultato economico sono stati facilmente assorbiti nel Modello ISA con il rilascio, per gli anni Covid, di un punteggio premiante.

Punteggi che, dopo aver estratto i dati dai bilanci 2023, ci saremmo aspettati di ritrovare su quotazioni ante-Covid, con le consuete e consolidate necessità di dover intervenire nei bilanci delle farmacie a bassa marginalità o con esuberi di personale. Ma la realtà ha superato la fantasia: così diciamo quando rileviamo uno scarto inaspettato tra ciò che abbiamo immaginato e la realtà dei fatti, ed è ciò che ci è occorso constatando un peggioramento dei valori di affidabilità fiscale superiore ai miglioramenti ottenuti nel periodo Covid.

Dopo le prime elaborazioni abbiamo riscontrato una specifica criticità degli indicatori “Ricavi per addetto”, “Valore aggiunto per addetto” e “Reddito per addetto”, il cui esito impatta molto negativamente su diverse farmacie, in maniera anomala e non aderente alla realtà, che è invece quella di carenza di personale. Sono stati verificati diversi casi in cui, pur con valori contabili e apporto del personale del tutto analogo a quello dell’anno precedente, l’esito del calcolo ISA del nuovo modello evoluto nel 2023 è risultato severamente peggiorativo.

Proviamo a spiegarci meglio con un esempio. Una farmacia urbana passa dal fatturato 2022 di 2.223.000 euro a 2.364.000 euro,  con un incremento del 5,96 per cento. Nel 2022 i giorni complessivamente lavorati da tutti i dipendenti nelle diverse qualifiche ammontavano a 2.666, mentre per il 2023 il valore è aumentato del 4,48 per cento e sale a 2.791; il costo complessivo della forza lavoro sale dunque da 387.000 euro a 413.000 euro in ragione di un +6,3 per cento. Le crescite di fatturato, giornate lavorate, costo del personale sembrerebbero proporzionate. Il venir meno delle vendite Covid ha ridotto il primo margine che passa dal 33,98 per cento del 2022 al 30,46 per cento nel 2023. Il valore ISA complessivo scende dalla valutazione di 8,99 a 4,43, insufficiente, a causa del peggioramento degli indicatori “Ricavi per addetto” che passa da 10,00 a 4,43, “Valore aggiunto per addetto” che passa da 10,00 a 5,77 e infine “Reddito per addetto” che passa da 10,00 a 1,00. E questo è solo uno dei tanti esempi che potremmo citare. Per la cronaca: il valore ISA 4,43 (gravemente insufficiente) è poi “salito” a 6,10 (appena sufficiente, ma comunque sufficiente) grazie a qualche accorgimento… di esperienza.

Questo peggioramento non riguarda solo i valori ISA delle farmacie, ma in generale un po’ tutte le attività. Non possiamo quindi addebitare la criticità negli ISA delle farmacie alle performance, assolutamente transitorie, che nei due anni precedenti potrebbero avere inciso sull’innalzamento dell’asticella, quanto a un diverso impatto degli algoritmi e dei coefficienti indicati nella Nota Tecnica e Metodologica del 2024.

Non possiamo non sottolineare come risultati ISA negativi potrebbero influenzare negativamente il reddito proposto in sede di concordato preventivo biennale, un “accordo” con il Fisco che permette, per un biennio 2024-2025, di pagare le tasse non in base agli effettivi guadagni bensì sulla base di quanto preventivato dall’Agenzia delle Entrate, favorendo così l’adempimento spontaneo degli obblighi dichiarativi.

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