Indagine congiunturale 2023, bene le farmacie
IL MERCATO
Indagine congiunturale 2023, bene le farmacie
Secondo Cosmetica Italia, il settore cosmetico del nostro Paese si conferma in crescita e capace di resistere alle difficoltà economiche del momento. Le vendite in farmacia, dopo il +5,9 per cento del primo semestre, dovrebbero crescere di un altro 5,8 per cento
5 ottobre 2023
di Chiara Zaccarelli
Nel contesto della Milano Beauty Week, Cosmetica Italia ha presentato i dati preconsuntivi 2023 e le previsioni sul 2024 del comparto. Come di consueto, l’Indagine congiunturale entra nel dettaglio dell’andamento dei canali distributivi, evidenziando come mass market, profumeria e farmacia restino i canali più rappresentativi a valore, mentre e-commerce e profumeria registrino le dinamiche di crescita più importanti. Nello specifico, si stima per il secondo semestre 2023 un +5,8 per cento di vendite in farmacia, in seguito al +5,9 per cento del primo semestre, che dovrebbe portare a fine anno a circa due miliardi di euro, con una previsione del +4.1 per cento per il 2024. Un comparto che quindi si conferma stabile e positivo e che da tempo ha trovato nell’industria cosmetica un asset fondamentale. Al primo posto tra i canali preferiti dai consumatori si assesta la Grande distribuzione, con 5,2 miliardi di euro, e al secondo la profumeria, con 2,5 miliardi di euro. Dopo la farmacia, invece, resta saldo l’e-commerce che, secondo i dati preconsuntivi, a fine 2023 toccherà 1,1 miliardi di euro, seguiti dall’acconciatura professionale, con circa 600 milioni di euro, dall’erboristeria, prossima ai 400 milioni di euro, dalle vendite dirette, porta a porta e per corrispondenza, con circa 400 milioni di euro e infine, dall’estetica professionale, con un valore stimato a fine 2023 di quasi 200 milioni di euro.
Il quadro d’insieme
«I numeri presentati oggi testimoniano la rilevanza del nostro comparto e la sua capacità di creare valore per l’intero Sistema Paese» ha commentato Benedetto Lavino, presidente di Cosmetica Italia. «A fine anno stimiamo che il fatturato totale dell’industria cosmetica in Italia raggiungerà i 14,8 miliardi di euro, in crescita del 10,9 per cento rispetto al 2022; le previsioni per il 2024 proiettano un ulteriore incremento che porterà il fatturato a 16 miliardi. Numeri che consentono al nostro Paese di classificarsi come terzo in Europa per fatturato, dopo Germania e Francia».
Da rilevare anche l’andamento della produzione in conto terzi, che – essendo a monte della filiera – offre un’importante indicazione sull’andamento del settore: i dati preconsuntivi sul 2023 indicano un valore del fatturato di 2 miliardi di euro (+9,1 per cento rispetto al 2022). Un dinamismo confermato anche dalle cifre riguardanti l’export, che secondo le previsioni, a fine 2023 raggiungeranno i 6,7 miliardi di euro (+15 per cento rispetto al 2022), con stime per il 2024 che indicano un ulteriore +10 per cento, che farà salire il valore a 7,4 miliardi di euro.
Da segnalare come le aziende cosmetiche italiane siano riuscite ad assorbire la marginalità e contenere l’aumento dei prezzi dovuti al difficile momento socioeconomico, registrando percentuali inferiori alla media delle principali categorie di acquisto: +7,5 per cento contro circa il 12 per cento per la media dei beni di largo consumo. La fase espansiva della spesa da parte degli italiani è dettata dalla capacità evocativa intrinseca del prodotto cosmetico, in grado di generare benessere psicofisico e realizzazione personale, anche e soprattutto in periodi economicamente difficili. Emerge infatti come una nuova ritualità nel consumo di cosmetici, generata anche da modelli esperienziali nei punti vendita, migliori il progetto di fidelizzazione e identificazione nei valori narrati dai vari brand.
La sostenibilità: un fattore ormai imprescindibile
Oltre alle consolidate analisi, l’Indagine congiunturale è da sempre un’occasione per indagare trend e temi di particolare rilevanza per l’industria. In questa edizione in particolare, sono state approfondite le strategie aziendali orientate alla sostenibilità, «che negli ultimi anni – ha dichiarato Gian Andrea Positano, responsabile Centro Studi di Cosmetica Italia – è diventata una componente industriale fondamentale». Analizzando gli orientamenti nelle strategie aziendali emerge come oltre quattro imprese su cinque si stiano indirizzando verso investimenti per l’efficientamento energetico attraverso l’integrazione o la sostituzione di impianti, strumenti o tecniche innovative. Le evidenze affiorate sono state confrontate con la virtuosità del tessuto produttivo del manifatturiero lombardo, che concentra poco più della metà delle imprese cosmetiche in Italia. I risultati sottolineano l’orientamento dalle aziende soprattutto nelle azioni di efficientamento energetico (85,7 per cento degli intervistati), nella ricerca e sviluppo e design di prodotti attenti all’ambiente (56 per cento), oltre che nella gestione degli scarti di produzione, emissioni e rifiuti (36,9 per cento).