Il farmacista al centro
L'EVENTO
Il farmacista al centro
In Sicilia, a Castelvetrano, la prima edizione del corso organizzato da L’Officina dell’Alchimista, con focus su multicanalità, comunicazione e gestione
3 marzo 2023
di Laura Benfenati
Pietro Scarpinati è un innovatore, un visionario, una di quelle persone che non sono spaventate dal futuro perché amano costruirlo. Così, da farmacista titolare in un paese del trapanese, Castelvetrano, ha fondato L’Officina dell’Alchimista e poi il network con l’analogo nome, che raggruppa oggi 42 farmacie. E da quest’anno ha deciso di organizzare anche un corso per titolari e collaboratori, “Il farmacista al centro” all’insegna della contaminazione tra competenze, idee e persone speciali.
Un’ottantina di colleghi in sala, molti giovani, fitto programma di un intero sabato e domenica mattina su argomenti apparentemente distanti ma con un unico filo conduttore: la farmacia ha un futuro luminoso se è gestita bene e se si focalizza innanzitutto sulle persone (collaboratori e clienti) e poi su comunicazione, multicanalità e gestione dei dati.
Dal gruppo al team
La differenza tra un gruppo e un team, alla base di un buon funzionamento di ogni azienda compresa la farmacia, l’ha ben spiegata Elisa Paradisi, Business e mental coach: «Ciascuno nel team mette a disposizione le sue competenze, si raggiungono risultati in modo efficace ed efficiente, quindi con rispetto dei tempi e senza dispersione, arrivando dritti agli obiettivi. La differenza sostanziale tra team e gruppo è che il primo lavora in modo sinergico, il secondo no. Nel team c’è una responsabilità condivisa, mentre il gruppo si concentra sulla crescita individuale, non viene mai dedicato tempo a ragionare insieme, risulta difficile collegare il proprio lavoro alle finalità dell’azienda. Il team inoltre favorisce la comunicazione e la trasparenza a livello di organizzazione e promuovere la chiarezza organizzativa è fondamentale, così come condividere sempre la mission aziendale, obiettivi e risultati».
Paradisi ha sottolineato quanto importante sia la felicità sul luogo di lavoro, ci sono oggi i manager della felicità in alcune grandi aziende, perché le persone che stanno bene rendono di più: «Il mondo è diventato BANI: Brittle, Anxious, Nonlinear, Incomprehensibile (fragile, ansioso, non lineare e incomprensibile). L’ansia è molto più diffusa e il team leader, il titolare di farmacia, deve creare empatia, infondere fiducia, evitare di sostenere la competizione tra i membri del team, mediare e creare connessione. Il tempo per fermarsi e cambiare oggi è fondamentale».
La multicanalità non è un’opinione
E cambiare è necessario, viste le minacce che incombono sul mondo della farmacia, on line e catene in primis. Alle nostre obiezioni sul fatto che per un singolo titolare abbia un senso allestire un e-commerce Nicola Romita, Ceo e managing director di Rif Raf, ci ha risposto: «Laura, tu stai pensando alla farmacia di oggi e non a quella che ci sarà tra cinque anni».
E infatti ha esordito, al suo intervento al convegno, sottolineando che i giovani trovano la farmacia poco attraente e oggi nel nostro Paese il 92 per cento delle persone ha accesso a internet e vi passa sei ore al giorno, un terzo del tempo cosciente. E il 76 per cento degli italiani utilizza lo smartphone per informarsi e acquistare on line.
«La multicanalità non è un’opinione. La passione è il vostro brand, nessuno ve la può togliere. La farmacia on line è nemica di quella fisica? Assolutamente no: il presente deve essere multicanale con la convenienza dell’utente al centro della strategia. E i vantaggi per il cliente di acquistare on line sono molteplici: dai prezzi generalmente più bassi al maggior assortimento, dalla consegna a domicilio al risparmio di tempo, alla possibilità di pagamento rateizzato. Nel vostro settore un e-commerce funzionale ha almeno 50.000 referenze che arrivano anche dal grossista».
Romita ha suggerito di lavorare sul senso di appartenenza e sul rispetto verso il brand per ampliare la zona di confort della farmacia, alla luce dei cambiamenti di mercato. Inoltre, decidere di avviare un e-commerce aumenta la marginalità della farmacia fisica, perché si ha un approccio più imprenditoriale. Quali domande deve farsi un titolare che sta pensando di vendere on line? «Quanto fattura la farmacia? Quanto commerciale e quanto etico? Del commerciale quanto è acquistato direttamente e quanto dal grossista?», ha spiegato Romita. Prima di decidere è importante avere il giusto approccio e non dare per scontate troppe cose. Il titolare deve essere convinto di affrontare l’e-commerce con la massima determinazione, il buyer nell’operazione ha un ruolo cruciale che supera qualunque strategia di marketing e la chiave di successo di un e-commerce farmaceutico è poi lo store manager, il trait d’union tra proprietà, marketing, logistica e customer care. Fondamentali poi sono appunto il customer care, che trasforma una transazione in relazione, la velocità e l’accuratezza della spedizione e uno storytelling efficace, perché la farmacia on line non può essere solo prezzi».
La casa di comunità esiste già
Al sabato pomeriggio, prima dei due interventi di Paradisi e Romita sulla comunicazione al cliente e sul digital marketing e la gestione dei dati – di cui vi daremo ampio resoconto sul prossimo iFarma cartaceo – è intervenuto il segretario di Federfarma Roberto Tobia: «La casa di comunità esiste già ed è la farmacia. Dopo i risultati ottenuti con la remunerazione aggiuntiva e i Fondi Pnrr e dopo la grande svolta delle vaccinazioni in farmacia, ora la priorità di Federfarma è innanzitutto la nuova remunerazione – i presupposti ci sono – che slega il compenso del titolare dal prezzo del farmaco in discesa e valorizza l’atto professionale, senza alcuna modifica nel sistema della distinta contabile riepilogativa. La nuova remunerazione ci riporterà ai margini del 2014 per quel che riguarda il mercato Ssn e consentirà sostenibilità anche alle farmacie più fragili, che sono quelle più in difficoltà per il calo del valore della ricetta». A seguire Tobia ha elencato le altre priorità: servizi in convenzione, sempre più formazione anche digitale e potenziamento della distribuzione di farmaci in convenzione e Dpc, con maggiore omogeneità regionale.
«Dobbiamo avere consapevolezza del fatto che siamo gli unici che possono dispensare il farmaco, senza la formazione non si va da nessuna parte», ha concluso Pietro Scarpinati. «Si deve investire sulla professione per portare avanti la propria azienda e dalla voglia/volontà di non essere più soli, di poterci confrontare per crescere, è nato il nostro network, che a breve esporteremo anche in Sardegna – da isola a isola – con la collaborazione della professoressa Grazia Fenu. Per poter anche continuare a realizzare iniziative, come quella di questi due giorni di formazione, in cui ho sentito tante domande ai relatori e ho incontrato colleghi pieni di passione. Siamo pronti per organizzare la seconda edizione di “Il farmacista al centro”».