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Il cambio di paradigma è possibile e necessario

THE NETWORK'S ROAD

Il cambio di paradigma è possibile e necessario

Dalla logica individualistica a quella dell’aggregazione: per il mondo della farmacia la rivoluzione culturale è iniziata, sebbene avanzi a ritmi accelerati. E lo sperimenta il rapporto con l’industria, che diventa scambio bidirezionale

23 marzo 2023

di Rossella Gemma

Il processo di trasformazione che ha interessato e continua a interessare la farmacia italiana, sulla scia dell’esempio europeo e degli stravolgimenti dettati dalla pandemia, impone alla categoria di passare da una logica individualistica a una di aggregazione. Soprattutto in un momento storico come quello attuale, in cui la farmacia è chiamata a rispondere a esigenze di salute sempre maggiori e diversificate. Il cambio di paradigma è possibile e rappresenta una delle sfide imposte dalle catene e dai network.
Ne sono certi i relatori intervenuti alla quarta edizione di The Network’s Road, l’appuntamento annuale di iFarma, che si è tenuto lo scorso 16 marzo nella splendida cornice del Nobile Collegio Chimico Farmaceutico di Roma. Al centro della giornata di lavori la discussione con aziende, farmacisti, distribuzione e rappresentanti delle reti sulla costruzione di un nuovo modello di partnership che parta da progetti innovativi e logiche di collaborazione. Soprattutto in funzione del ruolo del farmacista e dell’evoluzione verso la farmacia dei servizi.

Le reti? Quel che conta è capire come farle

«Non bisogna mettere la testa sotto la sabbia. Il farmacista deve prendere coscienza del fatto che da solo non ce la può fare. Essere da soli è l’esatto contrario che essere indipendenti», ha dichiarato, senza mezzi termini, il presidente di Federfarma Marco Cossolo in apertura dei lavori. Ma perché sono così importanti le reti di farmacie? È ancora Cossolo a spiegare che lo sono, per esempio, «per la condivisione di figure professionali e di skills organizzative». Per il presidente di Federfarma la vera democrazia non è continuare a discutere di reti, ma capire come farle.
Numeri alla mano, Francesco Cavone, Head of Integrated Analytics di Iqvia, ha sottolineato come «la farmacia degli ultimi tempi ha vissuto numeri eccezionali, con un fatturato dell’8 per cento in più rispetto al 2020. E a confluire in questa crescita, incredibilmente, c’è anche il farmaco etico. Ma gennaio e febbraio hanno registrato un calo significativo che deve far riflettere». Proprio dai dati Iqvia emerge come possono essere considerate associate in un network solo il 17 per cento delle farmacie totali, che produce il 18 per cento di fatturato nazionale.

L’importanza dell’aggregazione

Che la strada da percorrere sia ancora in salita lo hanno confermato anche Marcello Tarabusi e Giovanni Trombetta dello Studio Guandalini di Bologna. «Ci sono ancora tanti farmacisti che non hanno capito il cambiamento in atto e continuano a ragionare con il cordone ombelicale attaccato alla propria farmacia. Bisogna invece spogliarsi da questo individualismo, imparando a ragionare sul valore generato dall’aggregazione».
Passare da una forma mentis individualistica a una di partnership non è scontato per il farmacista. Ma l’evoluzione è possibile. Erika Mallarini, associate professor di Practice of government, Health and Not for profit, SDA Bocconi, ha precisato che non è colpa dei farmacisti se nel loro campo questo passaggio avviene molto lentamente. «La farmacia ha sempre avuto un ruolo diverso rispetto agli altri retailer, perché non ha una vocazione primariamente di tipo commerciale. In questo passaggio diventano fondamentali le reti e quindi l’importanza per le farmacie di associarsi in gruppi».
Oltre ai numeri e alle dinamiche a valle della filiera, sta cambiando sempre di più la relazione tra industria e distribuzione, come ha spiegato Paolo Bertozzi, Head of industry pharma di TradeLab. «Siamo abituati a pensare alla relazione tra industria e distribuzione come a uno scambio monodirezionale. In realtà lo scambio è più complesso e bidirezionale».
Incentrato sul monitoraggio della performance delle reti rispetto all’esposizione, infine, l’intervento di Nicola Posa, Ad di Shackleton Consulting. “Gli spazi delle farmacie in rete oggi sono inadeguati per esprimere il potenziale di canale e per migliorare la relazione: sull’accoglienza e sulle domande da porre a chi entra in farmacia c’è ancora molto lavoro da fare”.

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