Figlio collaboratore: come valorizzarne il ruolo nel passaggio generazionale?
UNA DOMANDA A...
Figlio collaboratore: come valorizzarne il ruolo nel passaggio generazionale?
Si tratta di una valutazione complessa e che va affrontata caso per caso. In generale esistono almeno due parametri da prendere in considerazione, come ci spiega Arturo Saggese, commercialista e revisore contabile
12 gennaio 2023
Sono il figlio di un titolare ottantenne, gestisco la farmacia da quasi trent’anni e ho un fratello medico con moglie farmacista. Come si possono quantificare, nel passaggio generazionale, i miei anni in farmacia, tecnicamente come membro di una impresa familiare?
Fermo restando che va approfondita la situazione di specie in ordine a: situazione familiare, eredi in gioco, donazioni già eventualmente eseguite, e limitandomi dunque alla definizione di un ipotetico apporto del collaboratore dell’impresa familiare, per far sì che non si cada nell’ipotesi della donazione indiretta, devo considerare elementi oggettivi.
Il primo e più facilmente definibile è costituito dai crediti che il collaboratore dell’impresa familiare ancora deve riscuotere dal titolare. Normalmente infatti in sede di bilancio (e di dichiarazione) viene attribuita al collaboratore una parte dell’utile lordo che non sempre trova riscontro e corrispondenza con quanto da lui percepito. Nel caso in cui la differenza tra il riconosciuto in dichiarazione dei redditi e l’effettivamente corrisposto nel corso degli anni fosse a suo favore – ricordo di considerare quale corrisposto anche il totale delle imposte del collaboratore pagate dal titolare oltre che la quota Enpaf (o Inps se non farmacista) – il credito per utile ancora da corrispondere può essere fatto valere quale quota di partecipazione nella conferitaria società.
Un discorso certamente più soggettivo è invece quello legato alla quantificazione del maggior valore acquisito dalla farmacia a far data dall’ingresso del collaboratore fino al momento del conferimento. Questa quantificazione diventa molto più discrezionale ed è spesso di difficile realizzazione, a motivo della forte oscillazione dei parametri di valutazione della farmacia negli ultimi anni, oltre che della difficile valorizzazione della redditività.