Fiducia nell’omeopatia: a che punto siamo?
L’INDAGINE
Fiducia nell’omeopatia: a che punto siamo?
Una ricerca quantitativa commissionata da Boiron ha misurato il comportamento e la percezione degli italiani nei confronti di questa terapia
23 febbraio 2023
di Claudio Buono
L’86 per cento degli italiani sa che cos’è l’omeopatia e ne riconosce il ruolo all’interno della medicina moderna. Ma per raggiungere un buon livello di consapevolezza occorre proseguire con un’appropriata informazione: infatti solo il 26 per cento sarebbe in grado di parlarne e spiegarla in modo corretto.
A rivelarlo è l’indagine quantitativa “Omeopatia: conoscenza e utilizzo in Italia”, condotta a ottobre 2022 da Harris Interactive, importante società di indagini di mercato a livello internazionale, per conto di Boiron, su un campione rappresentativo di 1.066 persone, di età pari o superiore a 18 anni. Obiettivo della ricerca, misurare la consapevolezza, la fiducia e l’utilizzo delle varie opzioni terapeutiche da parte dei nostri connazionali, ma anche comprendere il ruolo che l’omeopatia ricopre all’interno della medicina moderna e valutare quale potrebbe essere la sua percezione e il suo ruolo in futuro.
I risultati del sondaggio
I dati raccolti mostrano che il 66 per cento degli italiani ha fiducia in questa terapia e il 77 per cento la ritiene complementare a quella convenzionale. Inoltre, più della metà (57 per cento) l’ha utilizzata nel corso della propria vita (33 per cento nel contesto di una malattia cronica, 27 per cento in sostituzione di un trattamento poco efficace, 25 per cento in occasione della pratica di uno sport) e il 46 per cento negli ultimi 12 mesi, dichiarandosi soddisfatto nell’81 per cento dei casi. Risulta anche che 6 su 10 pensano di ricorrere all’omeopatia in futuro.
Tale scelta si basa su vari punti di forza riconosciuti ai medicinali in questione, tra i quali il fatto che sono naturali e quindi senza rischio di effetti collaterali (57 per cento), che consentono di non utilizzare farmaci chimici (45 per cento), che rappresentano un trattamento efficace (26 per cento) e un’alternativa migliore per la propria salute (24 per cento). Tra coloro che ne ipotizzano l’utilizzo, il 45 per cento afferma che prima consulterebbe un medico omeopata o generico, mentre il 40 per cento chiederebbe consiglio direttamente al proprio farmacista. Secondo la ricerca, infatti, il 72 per cento degli intervistati riconosce la farmacia come il luogo più adatto per l’acquisto dei medicinali omeopatici. Infine, il 38 per cento vorrebbe che l’omeopatia fosse proposta più spesso dagli specialisti della salute, mentre circa il 40 per cento gradirebbe che fosse associata alle terapie convenzionali.
Fiducia e necessità d’informazione
«Quanto è emerso dall’indagine conferma un’evidenza che riscontriamo quotidianamente: sono molti gli italiani che scelgono di affidarsi all’omeopatia – una terapia umana, rispettosa dell’individuo e sicura – per trattare problemi di salute o per migliorare la qualità di vita in alcune specifiche circostanze», commenta Silvia Nencioni, amministratrice delegata e presidente di Boiron Italia. «Questa indagine, inoltre, sottolinea alcuni elementi distintivi dell’omeopatia: è opinione condivisa che gli omeopatici siano medicinali sicuri ed efficaci, di cui viene anche apprezzata la naturalità e l’assenza di effetti collaterali. Un’opportunità terapeutica che consente, da parte dei professionisti della salute, una presa in carico globale di tutti i pazienti». Da parte sua, Bruno Galeazzi, medico internista e presidente Fiamo (Federazione italiana associazioni e omeopati italiani) dichiara che i dati evidenziano il bisogno di una maggiore comunicazione sull’omeopatia, importante affinché ci sia consapevolezza e quindi aderenza alla terapia. «Oggi i pazienti sono molto più consci e informati rispetto al passato. Per questo ritengo sia doveroso, da parte del professionista della salute, trovare il giusto approccio per ragguagliarli in modo adeguato. Noi come omeopati italiani, assieme alle altre associazioni che rappresentano questa categoria, stiamo lavorando di concerto sulla comunicazione dell’omeopatia, per renderla comprensibile e accessibile a molte più persone».