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Siamo farmacisti della piccola pesca?

LA LETTERA

Siamo farmacisti della piccola pesca?

«Certo che sì», ci dice un titolare di Mogliano Veneto (Tv), «ed è quindi meglio avere i grandi gruppi alleati o antagonisti? La farmacia indipendente esisterà sempre, dovrà cambiare ma esisterà se non avremo orizzonti limitati»

4 febbraio 2021

di Aldo Cacco, farmacista

Aldo Cacco, farmacista

Aldo Cacco, farmacista

Sono nato e cresciuto a Chioggia e come tutti quelli che hanno avuto questa fortuna ho sempre convissuto con la realtà della pesca.
Ci sono vari metodi di questa arte tra i quali uno è la piccola pesca.
Fatta da piccole imbarcazioni che si muovono in piccole aree tra laguna e mare, con piccoli equipaggi, pescando piccoli pesci, in piccole quantità.
A Chioggia si definisce “della piccola pesca” non solo chi lavora nel modo visto ma anche chi, anche in altri ambiti, non ha particolari ambizioni e aspirazioni.
Perché mi è venuto in mente questo?
È colpa di Ornella Barra e dell’intervista che ha rilasciato al Corriere della Sera del 27 gennaio.
Ve la siete persa?
Basta “googolare”: Ornella Barra, Corriere, Corriere Innovazione; e trovarla.
È però anche colpa dei commenti, anche istituzionali, fatti relativamente alla consegna a domicilio dei farmaci fatta da Comifar.
Siamo noi farmacisti della piccola pesca?
Certo che sì.
Altrimenti ci accorgeremmo che il nostro nemico non è rappresentato dalle catene delle farmacie ma dai farmacisti stessi, tutti quelli che starnazzano contro l’accordo di Comifar per la distribuzione e magari fanno già parte di Valore e Salute, consegnano i farmaci con Pharmap oppure indeboliscono la professione con scelte etiche e commerciali discutibili.
Voi credete che essere in sintonia con la dottoressa Barra sia deleterio per la categoria.
Forse lei non vuole fare prosperare il suo investimento?
È meglio, per noi della piccola pesca, averla alleata o antagonista?
La farmacia indipendente esisterà sempre, dovrà cambiare ma esisterà.
Forse però dovrà lavorare come tutti quei bravi pescatori della piccola pesca, che leggono l’increspatura delle onde, la direzione e la potenza del vento, la forza e l’andamento delle maree, la luce del giorno e il buio della notte, che scelgono dove calare le reti o una precisa esca.
Che non hanno orizzonti limitati ma sono artisti del mare.
Perché pensare di non poter diventare artisti del nostro lavoro e di cogliere tutte le opportunità che arrivano, comprese quelle della concorrenza?

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