Il farmacista di mare non è come gli altri
LA PROFESSIONE
Il farmacista di mare non è come gli altri
Le problematiche delle farmacie in località turistiche sono peculiari. Le principali? Programmazione delle scorte e gestione del personale innanzitutto. Ecco l’esperienza di Dario Borin di Jesolo (Ve) e di Filippo Oddo di Pantelleria (Tp)
9 giugno 2022
di Carlo Buonamico
«Qui da noi da maggio a settembre la presenza turistica aumenta molto il traffico in farmacia e quindi la richiesta di farmaci e di altri prodotti legati all’estate», racconta Dario Borin, titolare della Farmacia Mazzini di Jesolo, nota località balneare in provincia di Venezia. Lavorare in località turistiche per un farmacista può non essere sempre facile. Il passaggio da periodi di bassa a periodi di alta stagione può portare il numero di utenti a crescere esponenzialmente. Programmazione degli acquisti, gestione del magazzino e identificazione dei collaboratori sono tra le criticità più importanti da affrontare.
Un’attenta pianificazione
«Bisogna avere un magazzino attrezzato per accogliere la merce, da ordinare con attenzione già in primavera, cercando di capire quali saranno i prodotti più richiesti che non dovranno mancare», conferma Bordin. L’esperienza maturata negli anni precedenti conta moltissimo perché gli ordini stagionali devono riuscire a soddisfare le richieste limitando i rischi di rimanere senza prodotti o con rimanenze eccessive. Dal Veneto alla Sicilia, le dinamiche non cambiano. Anche Filippo Oddo, titolare dell’omonima farmacia nell’isola di Pantelleria, conferma che «per essere certi di avere a disposizione i prodotti più richiesti sul mercato nel periodo estivo è necessario predisporre adeguate prenotazioni già in inverno». Con una particolarità rispetto alle farmacie della terraferma: «Dobbiamo lavorare sempre con almeno due-tre grossisti, per essere certi di ricevere la merce. Le consegne sono effettuate una sola volta al giorno, esclusi sabati e domeniche. Cosa che rende disponibili i prodotti ordinati il venerdì non prima del lunedì o del martedì. Conseguentemente bisogna organizzarsi bene con le giacenze».
Il rapporto con i collaboratori
Un punto critico comune a tutte le farmacie turistiche è anche quello dei collaboratori. Riuscire a essere pronto per l’estate con collaboratori adeguatamente formati e disponibili a coprire tutte le richieste di salute è l’obiettivo che si pone il dottor Borin: «In inverno abbiamo tre farmacisti e tre commessi. In estate dobbiamo raddoppiare. Ciò però implica dover sostenere spese aggiuntive anche in bassa stagione per mantenere personale part-time che poi arrivi già preparato per la stagione estiva. Spesso accogliamo anche neolaureati che dobbiamo formare in poco tempo. Trasmettere la nostra cultura ai giovani ci piace molto e ci dà molta carica. Dover creare ogni anno un nuovo team per l’estate è entusiasmante e ci stimola a fare sempre meglio».
La salute sul territorio
Per quanto riguarda il rapporto con la medicina turistica, per Borin «a Jesolo la situazione è molto migliorata rispetto a 10 anni fa, quando i medici erano pochi e spesso neolaureati. Per le ricette non ci sono problemi: o intervengono i Mmg in loco oppure, ora che c’è la ricetta elettronica, il turista può farsi prescrivere i farmaci dal proprio medico e noi vediamo la ricetta sul terminale». Da questo punto di vista anche a Pantelleria «la situazione è buona», afferma Oddo. «Ciò che può presentare criticità è la scarsa presenza della medicina specialistica in loco. Gli specialisti arrivano sull’isola solo una volta a settimana in aereo. E se per qualche motivo i voli sono sospesi le visite sono rimandate alla settimana successiva. In questi frangenti è la farmacia a fare da collegamento tra i pazienti e i medici, con telefonate che hanno come obiettivo risolvere le criticità più urgenti in attesa della visita successiva».
Una peculiarità pantesca
Per una realtà come quella di Pantelleria, che si trova sulle rotte dei migranti che partono dall’Africa alla volta dell’Europa, esiste poi una particolare condizione: il supporto alla gestione degli sbarchi. Spiega il farmacista pantesco: «Da un lato possiamo avvisare le istituzioni sanitarie del territorio se avvistiamo all’orizzonte navi o barconi. Dall’altro collaboriamo direttamente nel dare risposte ai bisogni di salute dei migranti, che non di rado si rivolgono proprio a noi della farmacia. Così come forniamo indicazioni alla popolazione locale rispetto a problematiche che possono nascere nella convivenza più o meno prolungata con i migranti. Il nostro obiettivo è favorire il mantenimento di un buono stato di salute nell’interesse di tutti».