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Fare squadra nell’healthcare si può! Questo il messaggio rivolto dal Consorzio Dafne alla filiera per vincere insieme le sfide del cambiamento

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Fare squadra nell’healthcare si può! Questo il messaggio rivolto dal Consorzio Dafne alla filiera per vincere insieme le sfide del cambiamento

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Si è tenuto giovedì 29 settembre scorso l’evento organizzato da Consorzio Dafne – comunità B2B no-profit operante da trent’anni nel settore della salute umana e animale – con l’obiettivo di parlare alla filiera healthcare attraverso provocazioni, stimoli e spunti originali proposti da relatori d’eccezione, che hanno condiviso prospettive ed esperienze maturate in ambiti e contesti diversi, per comprendere insieme come governare il cambiamento nelle aziende. Il tutto valorizzando e facendosi guidare dalla dimensione di Community, a rimarcarne la centralità nella visione anche prospettica del Consorzio del futuro.

6 ottobre 2022

di Redazione

Anche il comparto healthcare – come tutti i settori – si trova ad affrontare le sfide della trasformazione digitale. I manager, a tutti i livelli, sono chiamati a governare il cambiamento che ha subito un’ulteriore accelerazione da quanto abbiamo vissuto negli ultimi anni. Le tensioni che stiamo vivendo riconfermano – forse come mai prima – l’esigenza di coesione nel settore e, ancor più, la necessità di saper tradurre le riflessioni sull’importanza di fare sistema in azioni concrete, capaci di generare un impatto reale sulla filiera.

All’evento “Digital Transformation Governance: fare squadra per vincere le sfide del cambiamento” – moderato dai giornalisti Nicoletta Boldrini e Marco Lorusso, autori e conduttori di #EdicolAperta – hanno partecipato:

Il Consorzio Dafne da sempre promuove la collaborazione fra tutti gli attori della filiera healthcare, capace di valorizzare l’eterogeneità e le specificità dei singoli elementi. La scintilla originaria, ormai trent’anni fa, è stata la volontà di fare squadra per abbracciare la discontinuità all’epoca emergente delle tecnologie digitali a supporto dei processi di business. Alla base, oggi come allora, la volontà di trovare sintesi costruttiva nella dialettica tra individualità e collettivo grazie a impegno, competenze e passione delle persone che, rompendo i confini aziendali, scelgono di mettersi in gioco, condividendo professionalità e proposte a beneficio dell’intero ecosistema della Salute.

Massimo Temporelli – Fisico e divulgatore scientifico – ha lanciato, nel suo speech iniziale, un primo spunto: «Scienza e tecnologia sono parte della nostra cultura. Dobbiamo lavorare affinché la scienza e il metodo scientifico diventino softskill e la tecnologia venga inserita tra le discipline umanistiche. Questo è indispensabile per innescare un dualismo virtuoso tra individuo e comunità: la saggezza non è nella folla, ma di qualcuno nella folla; l’intelligenza non è nella rete, ma in qualcuno collegato alla rete».

A seguire, i partecipanti alla tavola rotonda “Quali sfide per il top management nell’epoca delle discontinuità” hanno potuto evidenziare alla platea quanto sia urgente innovare la governance aziendale, trovando il coraggio di rompere gli schemi e aprirsi a contaminazioni virtuose.

È sbagliato, oltre che illusorio, augurarsi di ritornare alla precedente normalità: già prima della pandemia, infatti, organizzazioni e professionisti erano chiamati a esplorare paradigmi nuovi fondati su innovazione e imprenditorialità, con una crescente necessità di fare sistema.

Laura Rocchitelli – Presidente e CEO Rold – ha sottolineato che «Fare squadra è nel nostro DNA da sempre: forse, nel 2020 ce ne siamo solo resi maggiormente conto. La squadra non si fa solo internamente, ma anche e soprattutto coinvolgendo l’ecosistema che ognuno ha intorno, anche dal punto di vista territoriale». Confermando anche un’esigenza comune: «La sfida più grande è sicuramente lo sviluppo di un’attitudine al cambiamento e all’inclusione, necessaria nel contesto attuale: abituare le persone a ragionare in modo diverso e a essere coinvolte nel processo è un valore che garantisce ottimi risultati».

A sua volta Nicoletta Basile – CEO di Ikea Italia Distribution – ha evidenziato come «Ognuno di noi ha il compito, come azienda, di generare valore condiviso. In una realtà integrata come la nostra, caratterizzata da continue innovazioni e in costante interazione con il territorio, non possiamo mai perdere di vista il contesto in cui ci muoviamo e l’impatto che le nostre attività generano. Per noi, fare squadra significa costruire progetti con la comunità, collaborare con i nostri partner lungo la catena del valore e tutelare l’ambiente investendo in innovazione. In questo modo, proviamo ogni giorno a lasciare un segno positivo che vada oltre le nostre attività».

Mentre Alessandro Perego – Professore Ordinario e Direttore DIG Politecnico di Milano – ha puntualizzato che «Abbiamo capito che una supply chain è un gioco di squadra. E in un gioco di squadra non si vince da soli, in questo lo sport è maestro: ci insegna a conoscere i propri compagni, a imparare a stimarli, a capire che caratteristiche hanno e ad allenarsi insieme… ma, forse soprattutto, ci insegna anche ad avere degli schemi, un allenatore e un campo di gioco. Tutto questo per me è il Consorzio Dafne. Oggi il potere all’interno della filiera healthcare, come in qualsiasi altra, può cambiare e redistribuirsi, ma questo poco conta a patto che resti fermo l’elemento più importante: la consapevolezza di essere parte di una squadra, oggi e in futuro».

Principi che sempre più prendono forma compiuta nel Consorzio Dafne, con iniziative concrete e progettualità innovative. Forte del suo essere ampio, plurale, inclusivo e trasversale, può e deve assumersi queste responsabilità e catalizzare tutte le diverse anime della filiera in un dialogo costruttivo e fattivo, per contribuire a realizzare un ecosistema sempre più interconnesso, digitale e sostenibile.

Esempio concreto e di grande ispirazione rispetto al concetto di “lavoro di squadra” lo ha portato Rita Guarino, Head Coach Women’s Team FC Internazionale Milano: «Ci sono tante esperienze che mi hanno portata ad assumere il valore della squadra come aspetto fondamentale della mia carriera. Ho imparato quindi l’importanza di confrontarmi con gli altri, farmi supportare e condividere difficoltà, dentro e fuori dal campo. Da giocatrice prima e da allenatrice oggi, il calcio mi ha insegnato soprattutto l’importanza di mettersi in gioco, che poi significa vivere il presente. Che vuol dire anche uscire dalla propria zona di comfort, perché tutto quello che prima ha funzionato – una giocata, uno schema che ci ha aiutato a vincere – non è detto che continuerà a essere efficace, che ci aiuterà a vincere ancora. Vivere il presente, per me, è anche il coraggio di provare qualcosa di nuovo, con l’ambizione di continuare a vincere anche in futuro».

E anche lo stesso Consorzio è chiamato a questa sfida e ha provato a fare propri gli stimoli portati dai relatori, declinandoli su alcune iniziative concrete che si stanno mettendo a terra.

Ha concluso l’appuntamento il Consigliere Delegato del Consorzio Dafne, Daniele Marazzi, sostenendo che «Un coinvolgimento ampio e una partecipazione diffusa sono alla base di un’evoluzione davvero sostenibile. Mai come in questo momento è importante fare sistema: speriamo che tutti i componenti della nostra Community si sentano chiamati in causa, per essere protagonisti della visione condivisa che permetterà all’ecosistema di vincere le sfide del cambiamento. Le parole che vogliamo tutti si portino a casa, oggi, e che serviranno da ispirazione per il nostro lavoro comune sono: Inclusione, Ambizione, Impegno, Responsabilità, Passione e Collaborazione».

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