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Far sentire “una presenza”

LA PROFESSIONE

Far sentire “una presenza”

Una chiacchierata con una cliente dietro al banco stimola la voglia di evidenziare alcuni aspetti che possono far brillare la professione, sottolinearne potenzialità e valore. E se l’autrice è farmacista ma anche coach, l’occasione non se la fa sfuggire

12 gennaio 2024

di Maria Grazia Asti,
farmacista e
life & career coach

Qualche giorno fa in farmacia una signora si fermò a condividere con me i suoi recenti trascorsi in tema di salute. Mi raccontò, in particolare, di una visita specialistica che l’aveva condotta all’individuazione chiara di un suo problema e, riferendosi al medico e a ciò che le giunse da lui come percezione, mi disse: «Ha presente quando apri una porta (di uno studio medico o di altro genere) e senti una presenza?». Quell’espressione mi giunse dritta al cuore e ne capii perfettamente il significato, il peso, la portata… 

Un angolo di lettura non banale 

Questo episodio mi permette di proporre una lettura della nostra professione da un’angolazione particolare: quella del valore “non misurabile”, ma assolutamente percepibile e spesso percepito.
Uno dei temi del coaching è appunto quello dei valori. Spesso capita di lavorare alla scoperta dei cosiddetti “valori mezzo”, ossia i valori che conducono ai “valori fine”. Sono questi – che ne siamo consapevoli o meno – a determinare le nostre scelte e le nostre azioni.
Noi farmacisti indossiamo un camice e, certamente, dobbiamo rispondere ai bisogni che ci vengono presentati con professionalità e competenza. Lo specialista citato dalla signora lo fece. Ma alla signora giunse prima di tutto anche altro, quel valore “non misurabile” ma percepibile.  

Esserci davvero 

Ecco, come professionisti della salute prossimi quanto mai alla gente – siamo veramente la porta aperta a tutti sulla strada – dovremmo essere animati dal desiderio di “far sentire una presenza”. Abbiamo l’opportunità di farlo. Ciascuno ha risorse proprie cui attingere affinché questo accada: ascolto di sé, accoglienza, non giudizio… È sicuramente prassi diffusissima se non universale, ma ho voluto soffermarmici semplicemente per metterla a fuoco. Far sentire una presenza: se dovessi parafrasare questa frase mi verrebbe da dire “esserci con tutta me stessa”. Forse la più grande fatica. Forse la più grande soddisfazione. 

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