informazione, partecipazione, condivisione

Come vanno vendite e ricette?

FOCUS FARMACIA

Come vanno vendite e ricette?

Con il contributo di

Dompé

Un’analisi su 121 farmacie emiliano-romagnole nel periodo emergenza Covid-19: l’effetto positivo sui fatturati per il canale si sta esaurendo, con un ritardo per le farmacie rurali sussidiate.

Clicca play per guardare l’adattamento in versione video dei contenuti (durata: circa 3 minuti)

17 aprile 2020

di Francesco Capri e Francesco Manfredi (Studio Guandalini – Bologna)

Fin dall’inizio dell’emergenza globale che stiamo vivendo proliferano studi e analisi sull’impatto economico che questa sta causando e sulle possibili ripercussioni nei vari settori di attività.
Le farmacie italiane stanno sperimentando un momento del tutto particolare, in bilico tra responsabilità, etica, conti economici, difficoltà vere e rischi alti, ma comunque generalmente all’interno di una specie di bolla, che come tale è scoppiata o è destinata a farlo.

Abbiamo provato a decifrare per iFarma alcuni dati, elaborati su una base fornita in tempi record dal Consorzio Ufi, che ci consentono di fare alcune riflessioni.

L’indagine ha riguardato un numero complessivo di 121 farmacie, con prevalenza di sede nella Regione Emilia-Romagna, distinte in base alle categorie individuate dagli artt. 1 e 2 della legge 221/1968 e dalla legge 662/1996 – ben note agli addetti ai lavori – ossia urbane, rurali e rurali sussidiate. Sono stati utilizzati, in particolare, i dati relativi alle vendite (che corrispondono agli accessi) e alle ricette. Al fine di disporre di valori omogenei, sono stati preliminarmente eliminati quelli insolitamente elevati o estremamente piccoli (che nel linguaggio statistico sono definiti outlier). Per poter operare il confronto, sono stati impiegati i dati dell’anno precedente (2019), avendo cura di confrontare giorni della settimana omogenei.

Il periodo scelto, in termini temporali, è quello intercorrente tra il 2 e il 25 marzo 2020, ossia il periodo di piena emergenza Covid-19, come si può vedere dalla scansione temporale dei provvedimenti adottati da governo italiano (tabella 1).

TABELLA 1:
Clicca per ingrandirla in una nuova finestra.

Tabella 1 - provvedimenti adottati da governo italiano

Analisi delle variazioni

Esaurita la doverosa (e probabilmente meno interessante per il lettore) premessa di metodo, entriamo nel vivo dell’analisi.

La media delle variazioni del numero delle vendite e delle ricette è negativa solo per le farmacie urbane (tabella 2); le rurali presentano un leggero incremento delle vendite, a fronte di un maggior aumento di ricette. Per ciò che riguarda invece le farmacie rurali sussidiate, il trend medio è molto simile, e si attesta in misura superiore al 7 per cento; in termini di forbice di valori, l’unica differenza degna di nota riguardo l’estensione è per le farmacie rurali sussidiate, per le quali la variabilità del numero delle ricette è più marcata rispetto a quella degli accessi.

Questo dato preliminare ci indica che, anche se con una forbice molto ampia, le prime farmacie a provare gli effetti anche economici dell’epidemia sono quelle ubicate nei centri urbani, e in particolare nei centri storici delle grandi città, che per prime hanno visto lo “svuotamento” del pendolarismo e del turismo, nonché in quelle urbane definite “di passaggio”, ossia che dipendono dal flusso veicolare, in quanto poste lungo strade ad alta percorrenza. Le farmacie rurali e rurali sussidiate, invece, hanno mantenuto e affermato ancor di più il ruolo di presidio sanitario fondamentale.

La popolazione di ogni gruppo è stata poi stratificata, in base al fatto che la farmacia avesse una variazione positiva o negativa nelle due categorie oggetto di indagine (tabella 3). Il 70 per cento delle farmacie urbane ha subito una contrazione degli accessi, ma, osservando la variazione delle ricette, in quest’ambito la percentuale scende al 51 per cento; le rurali sono meno polarizzate (senza trascurare la circostanza che, in valore assoluto, nel campione a disposizione sono numericamente inferiori rispetto agli altri due gruppi) seppure vi sia una perfetta corrispondenza, pari a circa il 58 per cento, di farmacie con trend negativi in entrambi gli ambiti. Si osserva invece un andamento del tutto opposto per le farmacie sussidiate.

Senza entrare nel dettaglio tecnico dello studio (che ha utilizzato consolidate procedure statistiche di validazione), ulteriore elemento di indagine è stata la verifica di una possibile relazione tra le dimensioni delle vendite e delle ricette e la rispettiva variazione, rispetto all’anno precedente, nonché di un eventuale legame tra la variazione delle vendite e quella delle ricette.

Sotto questo profilo, la dimensione non è rilevante nel determinare l’aumento o la diminuzione né per gli accessi, né per le ricette. L’unica relazione che appare più forte è quella che concerne, per le rurali, l’evoluzione delle vendite con quella delle ricette, come era lecito supporre, sulla base della tabella precedente.

TABELLA 2:
Clicca per ingrandirla in una nuova finestra.

Tabella 2 - La media delle variazioni del numero delle vendite e delle ricette in farmacia.

TABELLA 3:
Clicca per ingrandirla in una nuova finestra.

Tabella 3 - Stratificazione della popolazione di ogni gruppo

L'evoluzione nel periodo

L’ultimo punto della ricerca è stato lo studio dell’evoluzione delle due variabili esaminate (vendite/ricette) in funzione dell’emanazione di provvedimenti da parte delle autorità in relazione all’emergenza Covid-19, individuando, nel dettaglio, quattro momenti definiti come in tabella 4, a partire dal giorno dell’entrata in vigore del Dpcm 9 marzo 2020, che ha esteso le misure rafforzate a tutto il territorio nazionale con divieto di assembramento.

L’inversione di tendenza per quanto concerne le vendite (e quindi gli accessi) si verifica per tutte le tipologie di farmacie a partire dal 21 marzo, ma per le rurali e le urbane già dal precedente intervallo (11-20 marzo) (grafico 1). Queste ultime presentano la progressione peggiore con una punta di -26,38 per cento nel terzo intervallo (21-22 marzo) seppure quest’ultimo coincida con il fine settimana. Considerando invece le ricette (grafico 2), il trend diviene decrescente solo per le urbane, e peraltro solo nell’ultimo intervallo di osservazione. Le farmacie rurali hanno il medesimo andamento, mentre per quelle sussidiate non è possibile definire una progressione, dal momento che la crescita è fortissima il giorno 10 marzo, si abbassa poi in maniera estremamente sensibile nel secondo intervallo per recuperare nel weekend 21-22 marzo e stabilizzarsi (mantenendo l’aumento superiore alle altre tipologie) nel corso dei tre giorni successivi.
L’analisi precedente è stata accompagnata da un ulteriore studio, sulla stessa scansione temporale, avente come oggetto le sole farmacie urbane situate nel centro storico di una città di medie dimensioni. Disponendo del dato di dettaglio relativo ai corrispettivi, è stato possibile esaminare l’evoluzione del cassetto di queste farmacie (tabella 5).

Il primo giorno, coerentemente con quanto analizzato per vendite e ricette, si è verificata una vera e propria esplosione del cassetto (+55,9 per cento), ma nei giorni successivi il trend si è invertito, raggiungendo una contrazione media, nel periodo 11-25 marzo, del 7,95 per cento, con punte di oltre il 20 per cento nel weekend del 21-22 marzo. La contrazione media osservata, in termini percentuali, deve essere coniugata con il fatto che, per questo campione, l’incidenza del fatturato mutualistico sul totale è estremamente contenuta (23,7 per cento). Questo ha un importante riflesso: proprio in ragione della composizione delle vendite, se il cassetto diminuisce del 7,95 per cento, il totale delle vendite calerà del 6 per cento.

Ancora più accentuata la contrazione del cassetto per il cluster relativo alle farmacie ubicate all’interno dei centri commerciali. In questo caso (grafico 3) non si verifica nemmeno il picco positivo del 10 marzo 2020, che rimane in linea con il 2019, mentre è accentuata la riduzione nel weekend 21-22 marzo (-38,6 per cento) e nel periodo che va dal 26 marzo al 5 aprile (-22,6 per cento). Si nota chiaramente che questa tipologia di esercizi commerciali subisce maggiormente l’avversione agli assembramenti che normalmente si formano all’interno dei centri, oltre agli effetti indiretti delle chiusure di altri negozi posti all’interno delle gallerie, dell’azzeramento dell’attività promozionale e della riduzione degli orari di apertura. Complessivamente, per il campione esaminato si osserva una riduzione dei volumi delle vendite commerciali pari al 15 per cento nel periodo che va dal 10 marzo al 5 aprile.

TABELLA 4:
Clicca per ingrandirla in una nuova finestra.

Tabella 4: Quattro momenti chiave a partire dal giorno dell’entrata in vigore del Dpcm 9 marzo 2020.

TABELLA 5:
L’evoluzione del cassetto delle farmacie.

Tabella 5 - l’evoluzione del cassetto delle farmacie

Conclusione e possibile scenario

È evidente che, con il ritardo osservato sulle farmacie rurali sussidiate, per le farmacie italiane l’effetto economico positivo legato al Covid-19 si sta certamente esaurendo. Questa circostanza imporrà l’adozione di misure di contenimento dei costi; riorganizzazione del personale con probabile utilizzo di ammortizzatori sociali, raramente utilizzati nel mondo farmacia; ristrutturazione finanziaria, partendo dalle agevolazioni previste dal D.L. Cura Italia; riprogrammazione dell’assortimento in funzione delle mutate esigenze dell’utenza.

Questo studio inoltre, presentato anche alla Commissione Service Economy-Sanità del Consiglio nazionale dottori commercialisti ed esperti contabili, potrà essere in futuro utilizzato anche per dare supporto alle richieste di accesso agevolato ai finanziamenti, come previsto dal D.L. n. 23 dell’8 aprile. Le risposte però (mai come in questo momento) non potranno essere generali e globalmente corrette, nemmeno all’interno dello stesso settore. Siamo di fronte a un Cigno Nero, citatissimo in questo periodo, ossia a un evento raro e imprevedibile per cui l’analisi dei dati, da sola, non può aiutarci quanto il metodo che ci ha portato a selezionarli e – in ultima istanza – a tentare di interpretarli. Come si legge in un interessante e attuale libello, Probabilità. Come smettere di preoccuparsi e iniziare ad amare l’incertezza di Hykel Hosni, associate professor di Logica presso il Dipartimento di Filosofia all’Università di Milano, «un compito importante della cultura dell’incertezza è aiutarci a tenere la guardia alzata: non prendere gli output di quei modelli come “fatti del mondo”».
In conclusione: maneggiare con cura!

GRAFICI:

Grafici dell'articolo
0 Condivisioni

Altre news

17 Aprile 2020 , , ,