Dicembre 2020 – CEF
EDITORIALE
Dicembre 2020 – CEF
Appartenenza e orgoglio
Era il 4 febbraio del 1976 quando mio padre, pieno di orgoglio, ammirava la targa CEF, scintillante, che faceva bella mostra di sé all’ingresso della farmacia di famiglia. Quella targa in bronzo e soprattutto la scritta che campeggiava al centro, sotto il logo “Farmacia associata”, era il primo segno di appartenenza a un sistema che voleva fare impresa e che coglieva, già allora, il bisogno di stare insieme per essere più forti. I farmacisti, con quella targa che accoglieva clienti e fornitori, volevano in qualche modo affermare di non essere più soli ma collegati tra loro: una rete di solidarietà e vicinanza dove il farmacista vicino non era più un concorrente ma un collega su cui contare per affrontare il futuro.
Sono passati oltre 40 anni da allora e tante cose sono accadute nel nostro mondo, ma oggi riprendendo in mano quella targa sento ancora forte il senso di orgoglio e di appartenenza che dà il vero significato al nostro stare insieme in cooperativa. E, ora come allora, vedendo la nuova insegna della Farmacia CEF ne colgo il senso profondo: è la nostra bandiera, quella che alziamo ogni mattina aprendo le nostre farmacie e accogliendo i primi clienti, è il segno della nostra libertà che ci consente di fare fino in fondo la nostra professione, senza condizionamenti di sorta che non siano quelli dettati dal nostro ruolo sociale di farmacisti e dalla nostra volontà di fare impresa. E in questa tempesta perfetta, tra i marosi della pandemia e le lusinghe delle società di capitali, che in una sorta di Risiko delle acquisizioni determinano uno scollamento nel nostro sistema, intravvedo sempre alto il nostro vessillo, che dà la direzione e traccia la rotta.
Ieri ci univa la volontà di controllare la distribuzione, unico modo per garantire la nostra indipendenza; oggi, il fronte della competizione si è spostato, gli interessi sono più grandi e la partita che siamo chiamati a giocare è assai più impegnativa e sfidante: passa attraverso le nostre farmacie, i singoli punti vendita, il controllo dei territori e di quote importanti del mercato.
Non è più il tempo di osservare ciò che accade ma dobbiamo scendere in campo e far sentire tutto il nostro peso, la forza di oltre 2.000 soci che potranno contare su un nuovo sistema di fare rete, di stare insieme, di contare. Nel mercato di oggi altrimenti il singolo è destinato inevitabilmente a essere marginale, noi vogliamo affermare ancora una volta il valore dell’essere cooperativa grazie anche a nuovi strumenti, una nuova immagine, un nuovo format. Mille opportunità che dobbiamo cogliere tutti insieme se abbiamo a cuore il futuro delle nostre farmacie.
In questa proposta innovativa – che qui sarà illustrata dai tanti collaboratori che in questi mesi hanno lavorato senza sosta per trasformare un sogno in realtà e ai quali va il mio personale ringraziamento – non può mancare un cuore antico: quell’orgoglio di appartenenza, quella volontà di essere prima di ogni altra cosa farmacisti. E così, al centro del nostro nuovo logo, ritroviamo quella croce che portiamo alta sopra tutti i motivi di divisione e che oggi, come nel lontano 1934, anno di nascita della nostra cooperativa, ci tiene coesi e rappresenta sui nostri territori e per ogni nostro paziente la farmacia italiana, libera e indipendente.