Benessere e lavoro: un’indagine di Farmacieunite
LA PROFESSIONE
Benessere e lavoro: un’indagine di Farmacieunite
Un’indagine sul benessere dei farmacisti racconta una categoria non proprio soddisfatta della propria professione. Dal sindacato veneto la proposta di un “Manifesto del welfare” con una serie di misure per migliorare le condizioni di lavoro e l’attrattività della professione
14 novembre 2024
a cura della Redazione
“La farmacia che ascolta i farmacisti” è la ricerca, promossa da Farmacieunite in collaborazione con l’Ordine Farmacisti della Provincia di Treviso e Farmarca, che ha indagato lo stato di benessere dei farmacisti italiani, evidenziando un quadro contrastante tra soddisfazione nel rapporto con la clientela e insoddisfazione per le condizioni lavorative.
L’indagine, commissionata a Strategy Innovation, ha fotografato la relazione con la professione di un campione di 212 farmacisti di diverse fasce d’età, operanti contesti cittadini e rurali. Se il 73 per cento di loro si è dichiarato soddisfatto del rapporto con la clientela e il 63 per cento del clima organizzativo, è risultato però più ampio lo stato generale di insoddisfazione professionale: il 74 per cento lamenta una retribuzione inadeguata, il 43 per cento esprime scontento per la scarsa possibilità di crescita professionale e il 44 per cento ha espresso difficoltà a conciliare vita privata e lavoro. L’insoddisfazione si manifesta nell’elevata propensione al cambio di lavoro (il 69 per cento ha valutato altre offerte, anche in settori diversi dalla farmacia) e nel rimpianto sulla scelta professionale (il 62 per cento dichiara che, potendo tornare indietro, non sceglierebbe di nuovo questa professione).
Le risposte hanno evidenziato una polarizzazione tra over 60 e giovani tra i 30 e 40 anni, dove i primi hanno espresso maggiore soddisfazione professionale rispetto ai farmacisti più giovani.
Il “Manifesto per il welfare dei farmacisti”.
«Attrarre e trattenere i talenti in azienda è una delle grandi sfide con le quali si trovano a fare i conti oggi le imprese di tutti i settori», hanno spiegato Gian Paolo Lazzer e Chiara Fossetta di Strategy Innovation nella presentazione dei risultati dell’indagine. Proprio per cercare di rimediare a questo malessere professionale Farmacieunite propone otto punti chiave, riassunti in un “Manifesto per il welfare”, per incrementare il benessere dei farmacisti sul luogo di lavoro.
In estrema sintesi:
- Incentivi: economici e/o benefit come buoni pasto, auto aziendale, ecc.
- Equilibrio vita-lavoro: permessi per esigenze familiari, orario flessibile, convenzioni per attività ricreative.
- Carriera: formazione continua e opportunità di progressione professionale.
- Spazi e mobilità: miglioramento degli spazi di lavoro, incentivi per l’utilizzo dei mezzi pubblici, parcheggi riservati.
- Benessere: promozione del benessere mentale e fisico, con accesso a consulenze psicologiche e incentivi per l’attività fisica.
- Stare insieme: momenti di dialogo e condivisione sul luogo di lavoro, team building e attività di svago condivise.
- Coinvolgimento: ascolto del personale, comunicazione trasparente e condivisione degli obiettivi.
- Community Welfare: creazione di una community per personalizzare i servizi di welfare e aumentarne l’impatto.
Nuovi strumenti per rimediare alla crisi di personale
«Questa indagine è nata sull’onda della ricerca effettuata nel 2023 dal titolo “La farmacia, quale futuro?” che è stata oggetto di un congresso nazionale organizzato da Farmacieunite», ha spiegato Livio Patelli, consigliere e responsabile della comunicazione di Farmacieunite. «Da quella ricerca è emerso che il farmacista oggi è sempre più un manager, che la farmacia deve essere un luogo di benessere, non solo per l’utenza ma anche per chi vi lavora. Il ruolo sempre più centrale della farmacia deve necessariamente passare per la presenza di personale preparato e non possiamo pensare di aumentare la qualità e i servizi erogati senza questa condizione, a cui va affiancata l’urgenza di recuperare farmacisti. Ricordo che il 77 per cento delle farmacie lamenta difficoltà ad assumere personale, le iscrizioni alle facoltà di farmacia diminuiscono, dobbiamo quindi creare più appeal verso questa professione e creare le condizioni affinché i farmacisti titolari investano sempre di più nei luoghi di lavoro. Da qui nasce l’esigenza di fotografare nel dettaglio lo stato di benessere dei collaboratori per poter strutturare nelle nostre farmacie condizioni che soddisfino chi vi lavora».
«Solo conoscendo i fenomeni che stiamo vivendo possiamo trovare soluzioni che soddisfino la categoria», ha aggiunto Maria Cama, consigliere dell’Ordine Farmacisti della Provincia di Treviso. «Da questa ricerca è emersa la necessità di dare nuovi strumenti alla professione che è sempre più impegnativa e pesante. Oggi ci si prende cura dei cittadini e dei loro bisogni di salute. Tutto questo necessita di competenze, formazione trasversale, presenza costante. Dobbiamo quindi trovare soluzioni per fare questo e rendere la professione più soddisfacente e più appetibile alle nuove generazioni. Una chiave di lettura per superare la realtà attuale ben fotografata nella ricerca di Farmacieunite passa sicuramente per un sistema di welfare – ha concluso Cama – nel quale sia previsto anche l’avanzamento di carriera. Ritengo che questo sia il momento storico per cominciare a discuterne in maniera fattiva. Inoltre, evidenzio che quasi l’80 per cento dei farmacisti iscritti all’Ordine sono donne e queste ancora oggi hanno il maggior carico familiare, e anche questo sarà un tema da affrontare».