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Una rete di protezione per gli anziani

LA PROFESSIONE

Una rete di protezione per gli anziani

Guna webinar invecchiamento

In un processo di territorializzazione della sanità, le farmacie di comunità possono svolgere un ruolo irrinunciabile nella presa in carico del paziente anziano. Se ne è discusso al Forum Guna “I Senior dalla prevenzione alla gestione della cronicità. Il ruolo del farmacista”

11 febbraio 2021

di Claudio Buono

Locandina Deade of Healthy Ageing

Mettere a confronto diverse strategie, con un particolare focus sul contributo che il farmacista può dare per garantire una solida condizione di benessere psicofisico a tutti gli over 65, nel pieno rispetto delle singole diversità. È con questo intento che Guna, azienda leader in Italia nella produzione di farmaci di origine biologico-naturale, in collaborazione con l’Oms (nello specifico il World health collaborating center for traditional medicine/Who – State University of Milan), ha promosso di recente il web forum “I Senior: dalla prevenzione alla gestione della cronicità. Il ruolo del farmacista”. L’incontro, che ha visto tra i relatori esponenti autorevoli del mondo accademico, medico, farmaceutico e dell’Oms, ha fornito l’occasione di illustrare lo stato dell’arte delle conoscenze consolidate sui disturbi negli anziani, proponendo strumenti utili e aggiornati per arricchire l’approccio professionale nei confronti dei senior. «Con questa iniziativa», ha spiegato Alessandro Pizzoccaro, presidente di Guna, «abbiamo voluto dare concretezza alle linee guida del programma decennale “Healthy Ageing 2020-2030” dell’Oms, che invitano il settore privato a una partecipazione attiva».

Un sostegno di prossimità

Andrea Mandelli, presidente Fofi, ha sottolineato come la crisi sanitaria innescata dalla pandemia abbia messo in luce la necessità di un approccio completamente diverso al malato sul territorio: «Occorre superare una visione della sanità che in questi anni ha posto l’ospedale al centro della cura del paziente, in particolare di quello cronico (anziano e no). E questo lo si fa potenziando il territorio e i professionisti che vi lavorano, attraverso una rete che sia in grado di offrire realmente una risposta globale e concreta alle esigenze di salute dei cittadini, senza trincerarsi dietro prerogative di carattere professionale, con un farmacista capace di fungere da snodo tra due realtà, la prescrizione del medico e l’automedicazione del paziente». Mandelli ha poi aggiunto: «In questo momento il nostro sforzo, come Federazione, è orientato a far sì che la farmacia dei servizi possa davvero diventare la norma per affrontare il rapporto tra salute del cittadino e Ssn».
Marco Cossolo, presidente di Federfarma, parlando della responsabilità del farmacista territoriale a sostegno del paziente cronico, ha subito evidenziato come il tema dell’anziano sia sempre stato latente per quanto concerne la farmacia ma è diventato dirompente in questo ultimo periodo per via dei timori da contagio legati al Covid-19, che hanno incrementato l’isolamento sociale tra la popolazione anziana. «Un problema, quello della solitudine che di per sé è già malattia», ha rilevato Cossolo, «nel senso che in mancanza di una rete di relazioni il soggetto non riesce a gestire la propria patologia in modo corretto». Un rischio, questo, che neppure i più raffinati piani di gestione territoriale del paziente possono evitare, perché una volta dimesso, quest’ultimo si ritrova a dover fronteggiare il problema da solo o, nel migliore dei casi, con l’aiuto di un parente o comunque di un’altra figura non specializzata». Cossolo ritiene quindi che in un processo di territorializzazione della sanità le farmacie di comunità possano svolgere un ruolo irrinunciabile nella presa in carico, dal punto di vista sanitario ma anche socio-sanitario, degli anziani e dei soggetti più fragili (ma non solo), proprio per il rapporto di fiducia che il cliente/paziente riesce instaurare con il proprio farmacista. Senza contare la comodità di poter disporre di un punto sanitario quasi sempre in prossimità del proprio domicilio.

La difficoltà di accesso alle prestazioni

Per Roberto Tobia, vicepresidente Utifar, «Il progressivo aumento della popolazione anziana sta generando costi crescenti a carico della sanità pubblica e conseguenti tagli alle risorse che di fatto hanno impedito di mettere in atto una serie di processi di riorganizzazione e sviluppo oggi quanto mai indispensabili (vedi sanità digitale). Questo ha generato carenze nell’ambito dei servizi, soprattutto nelle aree periferiche, e difficoltà di accesso a prestazioni che sono importanti per gli anziani». Tobia ha poi aggiunto come già nella fase pre-Covid fosse evidente la necessità di potenziare l’assistenza sul territorio, e in questo ambito la farmacia dei servizi gioca un ruolo fondamentale. Il relatore ha concluso il suo intervento sottolineando come non ci può essere sistema sanitario che funzioni senza una piena integrazione, anche digitale, tra il medico di medicina generale e la farmacia. Si tratta di un obiettivo fondamentale che rientra pienamente in quell’ottica di rete di protezione che si fa carico in toto del paziente fragile, e nella quale anche la prevenzione deve svolgere un ruolo preponderante.
Da parte sua, Marcello Pani, segretario nazionale Sifo, ha sottolineato come la grande capacità di adattamento del farmacista ospedaliero renda questa figura una risorsa preziosa nella gestione del paziente ospedalizzato, in continuità tra farmacia ospedaliera e territoriale. Nel corso del suo intervento, parlando di presa in carico del paziente, il relatore ha fra l’altro evidenziato come questa sia importante perché coinvolge almeno tre aspetti: il prontuario ospedaliero regionale (in questo ambito il farmacista fa parte della commissione terapeutica assieme agli altri professionisti e dà il suo contributo nella presa in carico del paziente); l’acquisizione dei cosiddetti “farmaci insostituibili” (ovvero, quando la riconciliazione della terapia con i farmaci presenti nel prontuario dell’ospedale non fosse possibile, è compito del farmacista ospedaliero acquisire, attraverso opportuni canali, i suddetti farmaci insostituibili); la presenza all’interno delle strutture ospedaliere di spazi, strutture, personale dedicato e qualificato o attrezzature al fine di sopperire a eventuali lacune attraverso l’allestimento dei cosiddetti galenici magistrali (o officinali).

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