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Gli integratori alimentari nell’era Covid-19

IL MERCATO

Gli integratori alimentari nell’era Covid-19

Integratori Italia si pone quale partner attivo dei farmacisti, nel fornire loro strumenti e supporto che siano d’aiuto per una comunicazione corretta al pubblico, con l’obiettivo di innalzare sempre più la qualità e l’utilizzo consapevole di questi prodotti

26 novembre 2020

di Claudio Buono

Nel corso di Farmacista Più 2020, il congresso annuale dei farmacisti italiani che quest’anno si è svolto in edizione digitale a causa della pandemia di Covid-19, uno dei temi affrontati è stato quello dell’integrazione alimentare, al convegno “Gli integratori alimentari nell’attuale scenario: perché sono una categoria importante per la farmacia e la salute del cittadino”.
Alessandro Colombo, vicepresidente di Integratori Italia, l’associazione di categoria che fa parte di Unione italiana food e rappresenta il mondo dell’integrazione alimentare in Italia, nell’introdurre i lavori ha evidenziato come Integratori Italia si ponga quale partner attivo dei professionisti della salute, tra cui i farmacisti, nel fornire loro strumenti e supporto che siano d’aiuto, ogni giorno, per una comunicazione corretta al pubblico, con l’obiettivo di innalzare sempre più la qualità e l’utilizzo consapevole degli integratori.
È toccato poi a Simone Nucci, direttore commerciale di New Line, società di ricerche di mercato, entrare nello specifico del mondo degli integratori, dopo aver tracciato un quadro generale della farmacia che, in uno scenario mutevole come l’attuale, fa registrare una flessione del fatturato (-2,9 per cento, dato consolidato a settembre) a fronte di un calo a confezioni dell’1,9 per cento e un’evidente riduzione del traffico (una media di -30 ingressi in farmacia sui 200 che tendenzialmente si registrano nel corso della giornata). Riduzione che a sua volta ha comportato anche un calo nel numero medio di scontrini per mese (4.570 a settembre 2020 / -7,3 per cento), compensato però dalla spesa media per scontrino (27,11 € / +7,3 per cento) a sua volta legata anche a un aumento del numero medio di pezzi, sempre per scontrino (2,73 / +8,2 per cento).

I numeri del comparto

Per quanto riguarda questo comparto, Nucci spiega come il totale del fatturato abbia fatto registrare un -1,2 per cento, accanto a un -2,5 per cento delle confezioni (dati Ydt). Trend negativi per quasi tutte le macrocategorie (con in testa i probiotici: fatturato -8,5 per cento, confezioni -10,8 per cento). Fanno però eccezione le vitamine (+40,1 per cento di fatturato a settembre, a fronte di un +45,8 per cento di confezioni), gli immunostimolanti (+48,5 per cento di fatturato e +50,7 per cento a confezioni, con un’impennata della richiesta a settembre in occasione della ripartenza delle attività lavorative e scolastiche: +97,7 per cento di fatturato e +93,4 per cento a confezioni) e i prodotti per il riposo notturno e i calmanti (+25,9 per cento di fatturato e +21,2 a confezioni).

I lanci

Il loro numero non si discosta molto da quello dello scorso anno (2.063 nel 2020 vs. 2.052 nel 2019 vs) ma colpisce il calo dell’impatto di fatturato dei medesimi (82.194 milioni di euro nel 2020 vs. 96.945 milioni nel 2019), con un peso percentuale sul totale di fatturato del 3,3 per cento rispetto al 3,9 del 2019. Di contro, in termini di numero di lanci, alcuni mercati hanno fatto registrare un notevole fermento: quasi triplicato (220 vs. 77 del 2019) quello delle funzioni immunitarie, con un fatturato che da 2.039 milioni di euro è cresciuto a 8.083 milioni, e il relativo contributo che dal 2,1 per cento è passato al 9,8. Le vitamine raggiungono 147 lanci vs. i 43 del 2019, 3.736 milioni di euro di fatturato vs. 1.212 del 2019 e 4,5 per cento del fatturato vs. 1,3 del 2019.

Gli altri canali

Parafarmacia, Gdo e on line, che unitamente alla farmacia gestiscono il mercato integratori, nei primi nove mesi dell’anno fanno registrare un fatturato complessivo di 2.809 milioni di euro.
Nello specifico delle vendite on line, gli integratori realizzano mediamente, su base Ydt, il 6,7 per cento come quota di mercato (4,1 nel 2019) e un trend di crescita del 72,3 per cento (+40,4 nel 2019), a fronte di un fatturato di 174,9 milioni di euro (138,7 nel 2019).

Il ruolo dei probiotici

In conclusione, di convegno Lorenzo Morelli, direttore Distas, Università cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Cremona, ha messo in evidenza il ruolo dei probiotici quale supporto delle difese immunitarie, chiarendo che esistono solide basi, sia sul piano scientifico sia dal punto di vista normativo e regolatorio, che ne confermano l’importanza come regolatori del microbiota e quindi del sistema immunitario stesso.

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