Un manifesto per la salute on line
L'ATTUALITÀ
Un manifesto per la salute on line
Cambiare radicalmente il patient journey, il rapporto con i luoghi delle cure e le loro funzioni, l’accesso ai servizi, si può. Tramite il potenziamento del digitale e una progettualità condivisa dai policy maker. La proposta dell’On-Life Health Manifesto 2020 di Netcomm, Istituto Clinico Humanitas, Medtronic Italia e MSD Italia
5 novembre 2020
di Carlo M. Buonamico
Il 66 per cento di chi acquista on line farmaci e prodotti per la salute e il 45 per cento di chi lo fa in un punto vendita fisico vorrebbe poter prenotare visite mediche sul web e poter chattare con lo specialista di riferimento. E sei e-shopper della salute sarebbero favorevoli all’utilizzo di app dove conservare e recuperare i documenti sanitari e attraverso cui prenotare visite ed esami piuttosto che effettuare televisite con il medico.
Si tratta di dati molto particolari emersi dall’ultima ricerca di Netcomm sul rapporto tra salute e digitale in Italia presentata on line lo scorso 29 ottobre, che fanno intuire come il cittadino-paziente non solo è sempre più empowered, ma chiede nuove risorse al sistema della salute. Risorse che non possono più prescindere da una declinazione digitale evoluta. Una necessità, acuita e accelerata dall’emergenza sanitaria, che ha ormai segnato la direzione verso una reale integrazione dei servizi per la salute. Ma che deve fare i conti con la possibilità, ancora poco espressa, di un vero e agile dialogo tra informazioni, dati e referti prodotti sul territorio e nell’universo ospedaliero. Qualcosa che sin dalla sua progettazione vada ben oltre il Fascicolo sanitario elettronico, peraltro molto poco diffuso, e che rappresenti una vera trasformazione della filiera della salute rendendo interattivi e interagibili tutti i luoghi di cura tra i quali la casa diventerà un elemento dall’importanza sempre maggiore.
Riflessioni, queste, che hanno portato Netcomm a farsi promotore insieme a Istituto Clinico Humanitas, Medatronic Italia e MSD Italia dell’On-Life Health Manifesto 2020. Con l’auspicio, attraverso la massima adesione (www.consorzionetcomm.it/accordi-e-progetti/onlife-health-manifesto) di tutti coloro che si occupano di salute e sanità, di favorire un confronto costruttivo con i policy maker per la definizione di un contesto normativo che permetta questo scambio di dati.
I benefici della digitalizzazione
Perché «Il digitale consente di “remotizzare” e decentrare parte dell’iter diagnostico e terapeutico, ma al tempo stesso di integrare ogni fase, luogo e dato. Consente di cambiare in modo radicale il patient journey, il rapporto con i luoghi delle cure e le loro funzioni, l’accesso ai servizi, alle competenze e alle cure, i modelli organizzativi e le strutture dei costi. I possibili benefici dalla digitalizzazione dell’health & pharma sono enormi sia per i singoli cittadini e pazienti, che per la collettività», ha rimarcato il presidente di Netcomm, Roberto Liscia.
Potenzialità del digitale in ambito salute che peraltro sono state messe ben in evidenza proprio nella prima fase dell’emergenza Covid. Secondo la ricerca Netcomm, infatti, sono quasi 17 i milioni di persone che nell’ultimo anno hanno acquistato on line prodotti per la salute e farmaci, con un incremento del 72 per cento. Transazioni – effettuate soprattutto (32,4 per cento) tramite sistema PayPal, ma con un sempre maggiore ricorso alle carte prepagate che, coprendo il 26,5 per cento degli acquisti, guadagnano sei punti rispetto al 2019 – che ammontano a circa 1,2 miliardi di euro con una variazione positiva dell’87 per cento.
Insomma, l’amore degli italiani per il carrello virtuale continua a crescere anche per la salute. I prodotti di questo segmento di mercato «Stanno assumendo un peso sempre più rilevante nel paniere dei consumi digitali, tanto che i volumi degli acquisti “Health&Pharma” on line in Italia sono raddoppiati», ha detto Liscia. Trainati dai 207 milioni di euro spesi per vitamine, integratori e prodotti per lo sport, dai 181 milioni per i prodotti di ottica e dai 168 milioni per creme e cremine, che tutti insieme fanno il 45 per cento di quanto speso on line per salute&Co.
Ma quale sarà il futuro a cui è destinato questo canale di vendita? Domanda retorica che trova la sua risposta nel mantra che gli addetti ai lavori sentono e ripetono da almeno un paio di anni: omnicanalità. Perché il fisico non può essere fisico senza il virtuale. E il virtuale non può essere tale senza avere alla base l’esperienza e il know-how di chi il punto vendita fisico lo conosce, lo ha frequentato e continua a frequentarlo. Se, poi, l’interesse di un terzo degli e-shopper e di un consumatore su quattro amante del punto di vendita fisico per idee futuristiche e futuribili come quella di negozi completamente automatizzati prenderà piede, solo il tempo potrà dircelo.