Federsalus: Italia prima in Europa nella vendita di integratori
IL MERCATO
Federsalus: Italia prima in Europa nella vendita di integratori
Il nostro Paese è una punta di diamante sia a livello di consumi che di produzione in questo comparto e la farmacia rimane il principale canale di vendita. Cresce il mercato on line.
24 giugno 2020
di Claudio Buono
Una filiera solida e in crescita: è quanto mostrano i dati dell’indagine di settore “La filiera italiana dell’integratore alimentare”, la quinta condotta dal Centro Studi FederSalus sulle aziende rappresentative del comparto. «Comparto che», afferma Andrea Zanardi, presidente FederSalus, «rappresenta in Italia una punta di diamante sia a livello di consumi sia di produzione, collocandosi tra le eccellenze che possono agganciare la ripresa economica e sulle quali auspichiamo il sostegno delle istituzioni. In questo momento difficile i consumatori hanno incluso gli integratori tra gli acquisti fondamentali per il mantenimento della salute e del benessere». L’Italia è il principale mercato in Europa con una quota in valore del 27 per cento.
In questo contesto, la farmacia rimane il principale canale di vendita degli integratori che si confermano la seconda categoria dopo il farmaco su prescrizione e danno il maggior contributo alla crescita. Nel 2019 si rilevano 28,6 milioni di prescrizioni di integratori da parte di medici di medicina generale, ortopedici, pediatri e ginecologi.
Nel primo quadrimestre di quest’anno le vendite in farmacia hanno raggiunto a valore 1.042 milioni (principalmente prodotti a base di vitamina C e per il benessere respiratorio) ed è cresciuto il valore delle vendite on line di cui gli integratori rappresentano la prima categoria (+ 64 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019).
Le rilevazioni del Centro Studi, certificate da Iqvia (che ha esteso il campione anche ad aziende non associate a Federsalus, per un totale di 143 interviste), stimano un fatturato industriale 2018 delle aziende della filiera italiana degli integratori alimentari pari a circa 3,7 miliardi di euro (le aziende associate a FederSalus esprimono il 55 per cento di tale valore), con un aumento del 75 per cento delle realtà intervistate.
Per quanto riguarda la produzione, è stata realizzata soprattutto da aziende in conto terzi, prevalentemente in Italia.
Segno più anche per gli investimenti, che per oltre la metà delle aziende sono cresciuti nel 2018. L’80 per cento di essi risulta così impiegato: marketing e comunicazione (28 per cento), ricerca e sviluppo (23 per cento), formazione (17 per cento), impianti e nuovi macchinari (12 per cento).
Imprese giovani in forte crescita
Sempre secondo l’indagine del Centro Studi FederSalus, l’export rappresenta una delle principali leve del fatturato industriale del settore: nel 2018 è stato pari a 735 milioni di euro e ha inciso complessivamente per il 20,1 per cento del fatturato stesso, in aumento per oltre metà delle aziende intervistate. Nonostante questo, vi sono ancora margini di crescita per l’export del settore che si colloca in termini percentuali sotto il valore medio 2018 a livello Italia, pari al 32,1 per cento (rapporto export/Pil).
Anche sul fronte occupazionale si registra una dinamica positiva: il 53 per cento delle aziende ha dichiarato un incremento, con un numero complessivo di circa 22.000 addetti.
All’indagine di FederSalus si affianca la ricerca condotta dalla Direzione Studi e Ricerche di Intesa San Paolo sul fronte delle esportazioni di integratori alimentari. L’Italia ha scalato in poco tempo la classifica e con una quota di mercato del 3,2 per cento, si colloca a fine 2018 al settimo posto dei Paesi maggiori esportatori. L’analisi di bilancio di un campione selezionato da FederSalus di 144 aziende specializzate nella produzione e commercializzazione di integratori alimentari indica che le eccellenti performance dell’export sono spiegate dalla rapida affermazione, nel nostro Paese, di un nucleo di imprese giovani, in forte crescita e con buoni indicatori economico-reddituali.
Sempre per FederSalus, Elite-Borsa italiana ha condotto l’analisi di bilancio di un campione selezionato di 153 aziende specializzate nella produzione e commercializzazione di integratori alimentari, da cui emerge un aumento degli investimenti, misurato dall’incremento degli stanziamenti per ammortamenti e deprezzamenti negli ultimi quattro anni (2015-2018). Investimenti che sono passati da circa 400 milioni di euro di valore medio nel 2015 a circa 600 milioni nel 2018.