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Ornella Barra al Forum Women for Women

L'ATTUALITÀ

Ornella Barra al Forum Women for Women

La crisi economica e sociale sarà ancora più grave di quella sanitaria, ha sottolineato Ornella Barra, all’annuale International Forum W4W. E ha ricordato il ruolo imprescindibile delle farmacie, l’unico presidio sanitario rimasto anche nell’emergenza accanto ai cittadini in ogni parte del mondo.

1 luglio 2020

di Laura Benfenati e Carlo Buonamico

Mea culpa, mea maxima culpa.
«Covid-19 è tra noi e dobbiamo farcene una ragione. Anche perché la responsabilità del suo primo contatto con la nostra specie e della sua successiva diffusione è dell’uomo stesso». Con parole che varcano in continuazione il labile confine tra il rassegnato e il consapevole, non senza una punta di cauta speranza, in occasione del forum virtuale organizzato da Women for Women, la virologa Ilaria Capua, direttore del Centro di Eccellenza One Health dell’Università della Florida, ha presentato la storia passata, presente e futura dell’epidemia dovuta al Coronavirus.
Una storia che vede protagonisti da un lato gli animali selvatici con la loro carica virale, strappati alla foresta e portati nell’ambiente antropico, e dall’altro l’uomo. Quest’ultimo alla mercé della reazione di Madre Natura per la violenza subita.

Democraticamente aggressiva

Così, tra scienza, salute e società globalizzata, l’impatto di un’epidemia particolarmente aggressiva diventa trasversale, incapace per natura di conoscere e rispettare confini, culture e classi sociali. E poi si trasforma in una pandemia, che nonostante le “sparate” dei leader delle principali superpotenze continua la sua avanzata “democratica”, cogliendo sul proprio cammino centinaia di migliaia di vite umane.
E l’essere umano si difende, come può, colto alla sprovvista dai propri stessi errori, da un modo di spostarsi schizofrenico lungo tutte le longitudini e le latitudini che «dovrà essere obbligatoriamente riorganizzato», perché «è stato proprio il movimento delle persone ad aver accelerato la pandemia», ha ricordato Capua. E ad aver causato le impressionanti ripercussioni economiche che stanno interessando tutti i Paesi del mondo. A partire dagli Usa dove si è manifestato un vero e proprio “effetto shock” sull’occupazione, calata così tanto da far registrare un incremento di 3 milioni di richieste di sussidio di disoccupazione, che hanno raggiunto i 36 milioni.

Cauta speranza e sano realismo

Nelle parole di Capua così come in quelle di Ornella Barra, Co-Chief Operating Officer di Walgreens Boots Alliance, c’è anche un sentimento di speranza corroborato da un sano realismo. Per la serie, abbiamo combinato un guaio portando il pipistrello con il muso a forma di cavallo fuori dalla foresta fino ai mercati rionali cinesi? Ci siamo infettati e poi ci siamo spostati da una parte all’altra del globo portando con noi il virus? Ne dobbiamo prendere atto e reagire al meglio delle nostre possibilità. Ciò significa anche trovare nuovi medicinali per la cura degli effetti dell’infezione e, ovviamente, un vaccino. «Sono fiduciosa da questo punto di vista», ha detto Barra, «quando vedo i primi successi del repurposing dei farmaci». Subito seguita da Capua che, rispondendo a una domanda, ha confermato che «il vaccino ci sarà. Anzi saranno più di uno, progettati diversamente e probabilmente con effetti diversi nel riuscire a conferire una immunità sufficientemente forte e duratura nel tempo» utile per scongiurare altre ecatombi.

Un virus antiglobalizzazione

Ornella Barra ha sottolineato di essere orgogliosa di operare nel settore della salute e di rappresentare un’azienda che fin dall’inizio della crisi ha prestato un servizio pubblico essenziale.
«Nei prossimi mesi saremo tutti alle prese con una sfida ancora più dura, la gestione dell’emergenza a livello economico e sociale», ha proseguito. «Dopo il crollo vertiginoso dell’economia mondiale la crisi sarà profonda e non breve e di questo dobbiamo prendere atto. E per ridurne quanto più possibile la durata serviranno tutti gli sforzi di cui siamo capaci. Questo virus ha messo in evidenza le nostre debolezze, è il virus antiglobalizzazione, molti Paesi si sono isolati, questo è il momento di condividere le conoscenze reciproche».

Il ruolo della farmacia nel tempo dell’endemia

Nel frattempo dovremo imparare a convivere con un virus che sta diventando endemico nei primi Paesi in cui si è diffuso. Diversamente, in altre nazioni dove è arrivato in un secondo momento e in cui per ragioni diverse il distanziamento sociale e le misure di igiene e profilassi non sono state messe in atto in modo adeguato – come in Brasile e in India – la pandemia è ancora nel vivo. E, invece che scemare, rischia di mietere ancora un numero elevatissimo di vittime.
Una convivenza che potrà essere supportata anche «dall’ausilio dei farmacisti e delle farmacie, che insieme ai medici sono state le uniche figure sanitarie sempre a disposizione, non “virtuali”, rimaste accanto ai cittadini in tutte le parti del mondo», ha evidenziato Barra: in tutti i Paesi in cui la normativa lo consente la farmacia opera già per la somministrazione dei test sierologici per il Covid e da anni anche per la dispensazione e la somministrazione dei vaccini antinfluenzali. «Questi ultimi potranno essere un valido aiuto per evitare le manifestazioni cliniche più gravi dovute al sovrapporsi dei sintomi dell’influenza con quelli del Covid-19», ha spiegato Ilaria Capua.

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