Lasciar fluire le proprie emozioni
FOCUS FARMACIA
Lasciar fluire le proprie emozioni
24 aprile 2020
Intervista a Rosy Falcone
- Tante sono le figure, sanitarie e non, da settimane in prima linea per fronteggiare l’emergenza Covid-19. I farmacisti sono una delle principali, a contatto quotidiano con cittadini e pazienti, esposti continuamente al rischio di contagio. E con la naturale paura a esso correlata. Esiste un lato positivo di questa paura?
Il lato positivo è che la paura è un meccanismo naturale, è un’emozione che tutti abbiamo, si manifesta a diversi livelli e c’è quindi una soggettività. Questo aspetto determina perché vi sono persone che si fanno sopraffare dalla paura e quindi vanno in tilt e altre che invece riescono a gestirla. Il valore positivo della paura del farmacista in questo momento lo rende più prudente.
È metodico nell’organizzare le misure di sicurezza – dal gestire le distanze tra i clienti, al fare entrare uno alla volta, dall’istallazione degli schermi protettivi all’utilizzo del gel disinfettante – nell’utilizzo dei dispositivi personali (guanti, mascherine, visiere ecc.) e nel capire ancora di più i clienti-pazienti. Anch’essi a loro volta hanno paura, quindi ci si sente più uniti.
Il farmacista oggi svolge anche un lavoro psicologico di rassicurazione e informazione alla propria utenza. Chi invece prende sottogamba la situazione e non ha paura, rischia in prima persona.
- Quali strategie può seguire il farmacista per sfruttare il buono che c’è in questa paura, così da affrontare nel migliore dei modi il suo lavoro di tutti i giorni?
Mi sento di suggerire diverse azioni da mettere in pratica.
– Creare dei kit che contengano due o tre prodotti che aiutino le persone in questo momento a prendersi cura di sé, visto che hanno più tempo del solito:
– kit pelle per una coccola;
– kit detox per disintossicare il proprio organismo visto che è primavera;
– kit energy per avere più energia.
Naturalmente ciascun farmacista conosce la propria clientela e sarà in grado di proporre i prodotti più graditi all’utenza.
– Comunicare e informare i clienti delle iniziative legate ai prodotti. Anche se in questo periodo non si possono tenere eventi, la comunicazione non può fermarsi. Il suggerimento è di preparare una piccola presentazione di questi kit, magari differenziandoli con codici colore per renderli immediatamente riconoscibili (per esempio, arancione-energy, verde-detox e rosa acceso-pelle)
– Utilizzare boule ed espositori per dare visibilità ai prodotti.
- Vediamo qualche esempio pratico che i farmacisti possono realizzare facilmente per scaricare la tensione…
È fondamentale riuscire a prendersi dei momenti di pausa per rilassarsi e ricaricarsi. Un po’ come fanno gli atleti per prepararsi a una gara.Bisogna concentrarsi e portare l’attenzione al proprio corpo e fare tre respiri diaframmatici profondi. Successivamente, chiudendo gli occhi e concentrandosi sul terzo chakra (si trova poco sotto l’ombelico) si può avvertire l’attivazione di un’energia composta da forza, coraggio e voglia di aiutare il prossimo. Tutte prerogative tipiche del farmacista, che mai come di questi tempi non devono venire meno. Una volta rilassati e ricaricati, si riesce a tornare al banco sentendosi più in armonia con la propria energia.
- Nei primi tempi, quando non si conosceva ancora la portata della pandemia, i farmacisti delle prime zone rosse che si trovarono a fronteggiarla dimostravano una forza d’animo e una sicurezza assai rara. Oggi che tutta Italia è in lockdown e tutte le farmacie sono in prima linea, pur mantenendo lo spirito di chi lavora per garantire la salute di tutti, i farmacisti sono molto provati. Secondo la sua esperienza quali sono le emozioni prevalenti e più naturali che si provano in questi frangenti?
Il livello di paura percepito come dicevo è soggettivo. Dobbiamo più che altro parlare di stati d’animo che sono sicuramente il sentirsi tesi perché si teme il contagio, c’è l’incertezza e quindi alcune persone hanno il timore di non farcela. La cosa importante è che la paura e gli stati d’animo correlati non degenerino nel burn-out. Recentemente è stata pubblicata su The Lancet una review condotta dal King’s College di Londra finalizzata a studiare gli effetti negativi della quarantena a cui fu sottoposto il personale sanitario impiegato a fronteggiare le epidemie di Sars ed Ebola. Lo studio ha documentato un’altissima incidenza d’insonnia, ansia, irritabilità e disturbi dell’umore che si sono protratti per anni a conferma della gravità del fenomeno che, ricordo, non deve essere sottovalutato.
- In assetto “da guerra” i farmacisti continuano ad affrontare il virus dalle loro trincee di plexiglass davanti alle casse, dotati di armature fatte di mascherine, guanti e visiere. E vengono a conoscenza di colleghi caduti sul campo, oggi tredici in tutta Italia. Tutti reagiscono allo stress in modo emotivamente differente. Cosa fare di queste emozioni?
Queste emozioni vanno accolte senza porre resistenza, altrimenti si rischia di avere la paura di aver paura. Si deve riuscire a farle fluire e, poi, lasciarle andare.
La parola chiave è proprio “lasciare andare”. Per farlo suggerisco di visualizzare mentalmente che le emozioni “tossiche” escano da se stessi, come fossero portate via da un soffio di vento e quindi che si dissolvano. La stessa cosa può essere fatta concretamente durante una camminata immaginando che dietro di noi si perdano fisicamente tutte quelle tensioni e quelle resistenze che non ci servono più, ma che sono servite nel momento in cui le abbiamo provate.
- Anche i farmacisti sono figli, genitori, mariti e mogli: come gestire l’emotività del proprio lavoro in ambiente domestico? Meglio lasciare tutto fuori dalla porta di ingresso o farla entrare con discrezione?
È importante che in quel momento, quando indossi quel ruolo, tu sia un’altra persona. Il focus totale deve essere su quello che stai facendo e non sul timore di essere contagiato o che i tuoi cari possano stare male. Questi pensieri generano ansia. I farmacisti invece devono proteggersi attivando il meccanismo della serenità, del lasciar fluire e permettere alla naturale armonia delle cose di fare il suo corso.