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Il futuro della farmacia? La relazione con il paziente

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Il futuro della farmacia? La relazione con il paziente

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Il 22% dei farmacisti è orientato a trasformare la propria farmacia da canale distributivo a farmacia di relazione. L'omeopatia una possibile leva su cui agire.

07 ottobre 2019

di Carlo Buonamico

Sempre più alla ricerca di se stesso e della connotazione che la propria professione dovrà avere in futuro, il farmacista sta comprendendo di dover essere sempre più proattivo nei confronti del cliente-paziente.
Secondo il 22 per cento dei farmacisti, la capacità di entrare in relazione con il cittadino è il cambio di paradigma necessario per affrontare i mutamenti del mercato, unitamente alla specializzazione in alcuni servizi dedicati al paziente. A evidenziarlo è la ricerca Doxapharma presentata al convegno “Il valore della relazione con il paziente e il ruolo del medicinale omeopatico”, tenutosi il 7 ottobre nell’ambito della manifestazione Farmacista Più.

«A essere più orientati verso questo modello sono le farmacie dei piccoli centri del Nord-Est, specialmente quelle che hanno spazi espositivi contenuti e che hanno compreso che la relazione col cliente non si consuma solo all’interno del negozio, ma inizia prima e prosegue anche dopo», ha spiegato il vicepresidente di Doxapharma, Gadi Schoenheit. Anche in virtù dell’utilizzo sapiente delle opportunità messe a disposizione della digitalizzazione.
«Questo tipo di farmacie sono governate da farmacisti altamente specializzati», ha precisato Schoenheit, «nel consiglio nel settore degli Otc, dei medical device, degli integratori e dell’omeopatia».

Proprio quest’ultima classe di medicinali rappresenta una leva importante su cui agire per ottimizzare la relazione con il cliente. Come ha evidenziato il presidente e amministratore delegato di Boiron Italia, Silvia Nencioni «il concetto stesso di omeopatia mette al centro la persona, prima del prodotto, e si presta quindi a favorire un contatto diretto non solo con le esigenze di trattamento di un problema sanitario, ma anche con il paziente inteso come persona».

Secondo il senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, vicepresidente di Fofi «Anche la visione politica di questa professione è rivolta alla sua valorizzazione; essa può passare attraverso l’ascolto e la costruzione di un rapporto di fiducia» talvolta perdutosi nel tempo, «che può beneficiare della modalità stessa in cui l’omeopatia si esprime, che è all’opposto delle logiche commerciali del “3×2″».
«L’omeopatia è un’occasione da non perdere», ha fatto eco il segretario generale di Federfarma, Roberto Tobia, «perché offre opportunità uniche di colloquio tra farmacista e paziente, elemento distintivo tra un farmacista e un dispensatore automatico di medicinali».

Non tutti i farmacisti si sentono però sufficientemente preparati sul tema omeopatia, anche in ragione del fatto che non tutti i corsi di laurea in Farmacia contemplano insegnamenti relativi a questa classe di farmaci. Formazione continua anche su queste tematiche e aziende partner che forniscano gli strumenti utili a creare relazione con il cliente rientrano quindi tra i principali bisogni ancora insoddisfatti dei farmacisti.

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