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DiaDay 2018: individuate 5.000 persone ignare di essere diabetiche

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DiaDay 2018: individuate 5.000 persone ignare di essere diabetiche

Dia-Day-2018

Grazie a 130.000 screening effettuati in oltre 5.000 farmacie sono state individuate 5.000 persone diabetiche che non sapevano di esserlo. Sono i numeri della seconda edizione del DiaDay di Federfarma, patrocinato da Fofi, Fnomceo, Amd, Sid, Aild, Utifar, Fenagifar e Cittadinanzattiva.

06 giugno 2019

di Carlo Buonamico

Essere diabetici e non saperlo è ancora una realtà. Lo dimostrano i risultati del DiaDay 2018, la campagna di screening del diabete di Federfama svoltasi a novembre scorso: il 4,21 per cento dei soggetti che si sono sottoposti al test per il diabete hanno scoperto di essere affetti da questa patologia proprio in questa occasione, circa l’1 per cento in più rispetto all’edizione 2017.
Nel 2018 oltre 5 mila persone che ignoravano di avere questa malattia hanno potuto scoprirlo grazie ai test effettuati a 128.041 cittadini presso le oltre 5 mila farmacie aderenti all’iniziativa patrocinata da Fofi, Fnomceo, Amd, Sid, Aild, Utifar, Fenagifar e Cittadinanzattiva.

Analogamente a quanto avvenuto nel 2017 si sono sottoposte al test soprattutto le donne (59 per cento) e le persone più mature; i diabetici di nuova diagnosi sono stati prevalentemente uomini (58,6 per cento). La diagnosi di diabete ha riguardato soprattutto persone al di sopra dei 55 anni: il 20,6 per cento sono persone nella fascia tra 55 e 64 anni; il 65,3 per cento persone over 64 anni.
Grazie a DiaDay e “alle farmacie che si sono impegnate gratuitamente nella iniziativa di screening abbiamo scattato una fotografia del diabete in Italia. Le persone che sono venute a conoscenza del fatto di essere affetti dalla patologia possono ora curarsi adeguatamente e molto probabilmente eviteranno le complicanze e il progredire della malattia. Un vantaggio per i malati ma anche per le casse del Servizio sanitario nazionale perché la malattia costa esponenzialmente di più man mano che progredisce”, ha commentato il presidente di Federfarma Nazionale Marco Cossolo.

Oltre al test, alle 11 mila persone dichiaratesi diabetiche è stato somministrato un questionario per valutare l’aderenza alla terapia. Analizzando le risposte date dai pazienti è emerso che solo sei malati su dieci hanno familiarità con la patologia e che oltre otto su dieci dichiarano di non avere complicanze, che sono presenti nei soggetti che convivono con il diabete da oltre tre anni.
Una delle prassi fondamentali per tenere sotto controllo il diabete e scongiurare la manifestazione di complicanze è l’automisurazione della glicemia. Solo 6 diabetici noti, però, hanno dichiarato di seguire questa pratica e la metà di effettuare anche il test dell’emoglobina glicata.
Ha osservato Silvia Pagliacci, presidente Sunifar e coordinatrice del progetto DiaDay: L’aderenza alla terapia è un problema gravissimo e non solo per il diabete. Uno studio recente su 5 patologie croniche molto diffuse (diabete, osteoporosi, fibrillazione atriale, dislipidemie e ipertensione) ha calcolato che se i malati seguissero scrupolosamente le terapie prescritte loro dal medico, il Ssn potrebbe risparmiare fino a 3,7 miliardi di euro (pari al 22,6 per cento della spesa farmaceutica territoriale, che è di 16,5 miliardi di euro). La presa in carico del paziente cronico da parte della farmacia permetterebbe la riduzione delle ricadute e delle recidive e una riduzione degli accessi ai Pronto soccorso e dei ricoveri ospedalieri. In sintesi, più salute e meno spesa.

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