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Cellulari: nessun rischio radiofrequenze, salvo prova contraria

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Cellulari: nessun rischio radiofrequenze, salvo prova contraria

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Cellulari, Sitox: "Nessuno studio scientifico ha provato ad oggi un nesso tra l’esposizione alle radiazioni e danni per la salute dell’uomo". Epa , Ntp e Fda ritengono utili ulteriori indagini per valutare gli effetti

23 gennaio 2019

di Carlo Buonamico

Sempre all’orecchio, sempre collegati e sempre con noi in tasca. Cellulari e dispositivi mobili in genere fanno parte della vita di tutti noi. Ma le radiofrequenze che emettono fanno male o no? Stando ai dati di alcuni studi retrospettivi e prospettici pare di no. Ma per alcuni enti regolatori, come l’Environmental protection agency (Epa), il National toxicology program (Ntp) e la Food and drug administration (Fda), sono necessarie nuove ricerche per valutare gli effetti dell’esposizione umana alle onde emesse dagli smartphone.

Se i cellulari emettono onde nocive alla salute è il dilemma di tutti i dilemmi, specie quando pensiamo ai bambini o all’uso intensivo che ne viene fatto sia in ambiente lavorativo che domestico. Le notizie, vere e fake, si rincorrono sul web. E risulta difficile fare chiarezza. Tanto che il popolo degli smartphone addicted si divide tra i negazionisti e i superprotettivi. I primi che vanno a letto con il fidato amico touch sul comodino e i secondi che ne spengono le funzioni più avanzate per timore di invadere la casa di nefaste radiofrequenze.

A raddrizzare la barra, per così dire, ci pensa la società italiana di Tossicologia (Sitox), con una nota stampa che mira a fare il punto e a soprattutto chiarezza, facendo parlare i dati scientifici e non l’emozione.

Sono vari gli studi epidemiologici retrospettivi e prospettici, che hanno cercato di stabilire se esista una relazione tra l’esposizione alle onde dei cellulari e lo sviluppo di tumori, tra cui quelli cerebrali come i gliomi e i tumori del nervo acustico come i neurinomi, o il cancro dei testicoli e delle ovaie, per via dell’abitudine a tenere in tasca i dispositivi.  “Gli studi Interphone, il Danish Cohort Study e altri, non hanno finora mostrato alcun legame tra l’uso del cellulare e i tumori cerebrali, ad eccezione del 10 per cento dei soggetti che hanno usato il telefono in modo molto intensivo. Invece un altro studio prospettico, il Million Women Study, ha mostrato un possibile incremento di rischio per il neurinoma del nervo acustico”, si legge nella nota stampa della Sitox. Tanto che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della Sanità (Iarc) ha classificato le radiofrequenze come “possibili cancerogeni umani” e alcune agenzie internazionali che vigilano sulla salute (Epa, Ntp e Fda) ritengono che siano necessarie ulteriori indagini per capire se effettivamente esse sono dannose e, se sì, quali siano i rischi.

Ma allora che fare? Visto che senza cellulari oggi non è (quasi) possibile vivere?

Gli esperti della Sitox danno alcuni consigli per diminuire l’esposizione alle radiofrequenze:

  • sì alle cuffiette (non quelle bluetooth);
  • no a Internet acceso in caso di segnale di rete basso
  • no al telefonino in tasca

Ricordando però che “se l’uso dei cellulari rappresentasse un pericolo, vista la numerosità degli individui che li utilizzano quotidianamente (miliardi in tutto il mondo) per tempi prolungati gli effetti patologici paventati sarebbero già emersi molto chiaramente in un numero di individui molto significativo”.

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