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Liste d’attesa: tre mesi di sperimentazione per il numero di pubblica utilità

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Liste d’attesa: tre mesi di sperimentazione per il numero di pubblica utilità

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Durerà sino a fine anno la sperimentazione del numero di pubblica utilità (1500) sulle liste d’attesa voluto dal ministero della Salute. Obiettivo: informare i cittadini sulle modalità di accesso alle prestazioni del Ssn e raccogliere dai pazienti esperienze e suggerimenti

11 ottobre 2018

di Redazione

Il 1500 è una tappa di un percorso, che vede coinvolte le Regioni, a cui spetta l’organizzazione delle prenotazioni, e che ha come finalità il nuovo Piano nazionale per la gestione delle liste d’attesa fermo da oltre 6 anni. Come ministro assicuro il nostro impegno affinché i dati che emergeranno siano utili per migliorare il servizio in tutto il Paese”. Così il ministro della Salute Giulia Grillo scrive in un post su Facebook riassumendo il senso della nuova iniziativa del suo dicastero.

Sino a fine dicembre sarà attivo in va sperimentale il numero di pubblica utilità 1500, a cui risponderanno gli operatori del ministero della Salute, dalle 10 alle 16, a quanti chiameranno in cerca di informazioni sul funzionamento delle liste d’attesa in Italia e sulle modalità d’accesso alle prestazioni del Ssn.

Il canale di comunicazione aperto dalla Salute non servirà solo a fornire informazioni, ma si propone anche di raccogliere le esperienze dei cittadini che hanno avuto a che fare con le liste d’attesa, nell’ottica di individuare i principali nodi da sciogliere per migliorare l’erogazione dei servizi sanitari.

Una sperimentazione, continua il ministro dalla suo profilo social, “che ho fortemente voluto, per ascoltare i cittadini e ridurre la distanza con le istituzioni, perché una migliore organizzazione delle liste d’attesa è una delle priorità della mia azione di governo”.

Onde evitare un uso scorretto di questo numero telefonico la nota stampa emessa dal ministero precisa che “il servizio 1500 non effettua prenotazioni di prestazioni sanitarie, non raccoglie denunce penali e non fornisce valutazioni cliniche sulle prescrizioni effettuate dal medico”.

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