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Sfida cronicità: organizzazione e gestione i punti da cui partire

RICERCA

Sfida cronicità: organizzazione e gestione i punti da cui partire

Sfida cronicità: organizzazione e gestione i punti da cui partire

Per la presa in carico delle cronicità a livello nazionale è fondamentale lavorare in primis su organizzazione e gestione. Questi i risultati della ricerca condotta dall’Osservatorio Nazionale Cure Primarie del Cergas di SDA Bocconi e FIASO in collaborazione con Bayer, realizzata su 13 aziende territoriali in 7 regioni.

12 luglio 2018

di Redazione

È stata presentata ieri all’Università Bocconi di Milano la ricerca triennale dell’Osservatorio Nazionale Cure Primarie del Cergas di SDA Bocconi e FIASO, realizzata su 13 aziende territoriali in 7 regioni italiane, con l’obiettivo di studiare e confrontare l’innovazione organizzativa e assistenziale per la presa in carico della cronicità per identificare delle best practice a livello nazionale.

Realizzata con la collaborazione di Bayer, la ricerca mette in luce che in Italia esiste un sistema che si sta dotando degli strumenti necessari per garantire la presa in carico delle cronicità e per attivare iniziative di prevenzione e medicina d’iniziativa, ma che non è ancora in grado farlo in modo organico.

Sistemi informativi, Pdta e consapevolezza di logiche di medicina di iniziativa di presa in carico sono tasselli ben fatti di un puzzle che per essere correttamente eseguito necessita di una visione univoca nelle aziende sanitarie che ancora manca.

Manca ad esempio la diffusione di un mix efficace di incentivi per migliorare la qualità della presa in carico e stimolare la collaborazione multidisciplinare. Le più comuni forme di incentivo sono quelle per il governo clinico (sviluppate dall’80% delle aziende), che riguardano l’attività di prevenzione (50%) e l’accessibilità dei medici di medicina (40%). Il 60% delle aziende ha invece sviluppato incentivi per il miglioramento organizzativo, favorendo l’informatizzazione e la comunicazione dei dati tra professionisti o stimolando l’attivazione di gruppi di lavoro per sviluppare e diffondere know-how (40%). Assenti invece, ad esempio, gli incentivi correlati ai fattori di produzione.

Un esempio della disomogeneità di situazioni si evidenzia nell’ambito delle strategie terapeutiche: nello scompenso il 13% dei pazienti presi in esame non è trattato farmacologicamente o è trattato con farmaci non raccomandati dalle linee guida; considerando la fibrillazione atriale, invece, a circa il 30% dei pazienti non sono prescritti farmaci anticoagulanti e la continuità della terapia con nuovi anticoagulanti orali (Nao) a livello aziendale è compresa tra il 27% e il 94%.

È quindi necessario definire nuovi modelli di corretta gestione delle patologie croniche attraverso la stretta collaborazione tra i soggetti che si prendono carico della salute del paziente, industria compresa, sperimentando i modelli e condividendo le best practice.

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