Equivalenti, fotografia a tinte fosche
LA FILIERA
Equivalenti, fotografia a tinte fosche
È quella scattata dal Rapporto Nomisma-Egualia, presentato la scorsa settimana a Roma. Molte le criticità che mettono in difficoltà le aziende del settore, dal payback sui farmaci rimborsati al vertiginoso aumento dei costi. Collatina (Egualia): «Servono politiche che rendano la produzione sostenibile»
31 ottobre 2024
di Rossella Gemma
Il rapporto 2024 dell’Osservatorio Nomisma, realizzato in collaborazione con Egualia e presentato a Roma la scorsa settimana, evidenzia un quadro critico per il settore dei farmaci equivalenti in Italia, essenziali per la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale. Il documento mette in luce le sfide che minacciano la stabilità del comparto, dal payback sui farmaci rimborsati alle gare ospedaliere basate sul massimo ribasso, fino ai prezzi ex factory bloccati. Problematiche che, secondo gli esperti, potrebbero compromettere il ruolo cruciale degli equivalenti nella sanità pubblica. Le principali proposte dell’Osservatorio riguardano l’eliminazione del payback per i farmaci equivalenti, l’introduzione di parametri per adeguare i prezzi all’aumento dei costi produttivi e una revisione delle gare ospedaliere, preferendo modelli di assegnazione multi-aggiudicataria per incentivare l’innovazione e la sostenibilità. È inoltre richiesto un supporto alla riforma farmaceutica europea per rafforzare la ricerca e sviluppo (R&S) e garantire catene di fornitura resilienti, soprattutto per i prodotti fuori brevetto.
Costi crescenti e margini in erosione
Gli aumenti dei costi di produzione e dei materiali di confezionamento hanno avuto un forte impatto sul settore: dal 2019 al 2023, i prezzi di energia e materie prime, come carbone e gas, sono aumentati rispettivamente del 37 per cento e 36 per cento, mentre materiali come alluminio e vetro sono cresciuti fino al 27 per cento. Questi aumenti, divenuti strutturali, non possono essere trasferiti sui prezzi finali dei farmaci equivalenti, compromettendo i margini di profitto delle imprese. Parallelamente, gli oneri regolatori sono cresciuti del 26 per cento negli ultimi anni, mettendo ulteriormente a dura prova le aziende del comparto, già gravate dal sistema di payback che potrebbe rappresentare, secondo stime, tra il 15 per cento e il 18 per cento del fatturato.
Carenza di farmaci e concorrenza in declino
Un altro grave problema sollevato è quello della carenza di farmaci: secondo Aifa, in Italia i farmaci a rischio carenza sono aumentati da 1.600 a oltre 3.700 dal 2018 al 2024. In molti casi, questi farmaci hanno un equivalente, confermando l’importanza di un sistema che garantisca la presenza di equivalenti nel mercato. Inoltre, il numero di produttori farmaceutici in Italia è diminuito del 10 per cento negli ultimi tre anni, riducendo la concorrenza e aumentando il rischio di una dipendenza da un numero limitato di fornitori.
Equivalenti e patologie croniche
I farmaci equivalenti sono sempre più importanti anche per il trattamento delle patologie croniche. Nel 2023, rappresentavano il 70 per cento dei volumi di farmaci oncologici e antidiabetici in Europa, e l’82 per cento dei farmaci immunologici. In assenza degli equivalenti, il costo per il Ssn aumenterebbe significativamente: solo per i farmaci di classe A, l’uso di farmaci brand porterebbe a un aumento della spesa di 460 milioni di euro all’anno, per un totale di 6,250 miliardi dal 2012. Lucio Poma, Chief economist di Nomisma, ha sottolineato il pericolo di perdere per sempre la funzione di “bene pubblico” degli equivalenti. Questi farmaci non solo generano risparmi per il Ssn, ma rappresentano un pilastro della sanità, garantendo accessibilità e continuità di cura, soprattutto per le fasce meno abbienti e per le malattie croniche. Poma sottolinea che l’indebolimento di questo sistema porterebbe a una carenza esponenziale di farmaci, alla riduzione della biodiversità dei principi attivi e alla limitata accessibilità per i pazienti più vulnerabili.
La prospettiva di Egualia: riforme e investimenti locali
Per Stefano Collatina, presidente di Egualia, è fondamentale «attuare politiche industriali che rendano sostenibile la produzione dei farmaci a basso costo», auspicando l’introduzione di procedure di gara per accordi quadro e una revisione degli oneri per le imprese. Collatina ha poi incentivato il Governo a supportare investimenti produttivi locali e a coordinare misure per garantire un approvvigionamento autonomo e indipendente di farmaci e principi attivi, rafforzando la capacità strategica dell’Italia in ambito sanitario. Il rapporto dell’Osservatorio Nomisma lancia un chiaro segnale: senza interventi mirati, il comparto dei farmaci equivalenti è destinato a subire danni irreparabili, mettendo a rischio la tenuta del Sistema sanitario nazionale e l’accesso a cure essenziali per tutti.