Inaugurato a Parma il nuovo polo di eccellenza di Chiesi
LA FILIERA
Inaugurato a Parma il nuovo polo di eccellenza di Chiesi
Con il Biotech Center of Excellence l’azienda vuole riportare in-house l’intero processo di sviluppo e produzione dei farmaci biologici destinati alla cura delle malattie rare. Un investimento da 380 milioni di euro che mira al controllo della qualità e all’innovazione
3 ottobre 2024
di Carlo Buonamico
Un investimento strategico da 380 milioni di euro – di cui 120 per infrastrutture e 260 a lungo termine da qui al 2030 – destinati a materiali, utenze, controlli qualità, tecnologie innovative, formazione e risorse umane. Con la prospettiva di arrivare a regime all’assunzione di 200 nuovi professionisti del life science ultraqualificati, di cui quasi un terzo in forza entro il 2025. Sono questi alcuni dei numeri che farà il Biotech Center of Excellence di Chiesi inaugurato lo scorso 30 settembre a Parma.
Cuore pulsante del nuovo centro dedicato alle biotecnologie farmaceutiche sono ricerca, sviluppo e produzione di farmaci per le malattie rare, dagli anticorpi monoclonali alle terapie enzimatiche sostitutive, tra cui quella per il trattamento dell’alfamannosidosi, passando per le proteine terapeutiche ad alta complessità molecolare.
Tutto made in Chiesi
«L’idea è quella di riportare in-house l’intero processo di sviluppo e produzione di questi farmaci biologici per avere il controllo diretto sulla qualità dei prodotti, che serviranno in parte per la terapia dei pazienti ma anche per la somministrazione nelle fasi di sperimentazione clinica. In altri termini, la volontà di un’integrazione verticale dalla fase di coltura cellulare delle cellule bioingegnerizzate per la produzione di farmaci biologici fino al fill-and-finish, al controllo di qualità e al confezionamento dei biofarmaci», ha spiegato Antonio Magnelli, Executive vice president, Global Manufacturing Division durante la visita riservata alla stampa al nuovo sito produttivo.
Tutto reso possibile dalle nuove linee di produzione che si avvalgono di reparti sterili e macchinari per la produzione progettati, testati e messi a punto dagli stessi bioingegneri di Chiesi, che hanno messo mano al progetto sin dal design industriale dell’impianto.
Tra i vantaggi di cui l’azienda beneficerà, anche la flessibilità dei volumi di produzione, che consente di finalizzare piccole quantità di farmaco destinate ai malati rari e ultra-rari, così come grandi volumi utili per rispondere alle richieste di mercato di farmaci per patologie ampiamente diffuse.
La “call-to-action” di Alessandro Chiesi
Sulla scorta della volontà della famiglia Chiesi di puntare sull’innovazione, il fil rouge che continua a guidare l’azienda in questi primi 89 anni di storia è quello che Alessandro Chiesi, presidente del Gruppo Chiesi, ha definito «percorso di cura: non solo per i pazienti che beneficiano dell’innovazione farmacologica, ma anche per la competitività dell’Italia nel contesto internazionale». Anche se, ha aggiunto, «nonostante il settore salute e biotech godano di un’attenzione mai vista in passato da parte dell’Unione Europea [anche in virtù del Biotech Act, ndr], i tempi di attesa tra l’approvazione di un nuovo farmaco e il suo arrivo al letto del paziente sono troppo lunghi: in media 1,5 anni. Che nel caso delle malattie rare si sommano ai sette anni che mediamente sono necessari per la diagnosi definitiva di queste patologie così poco diffuse e conosciute».
Alla presenza delle istituzioni invitate all’inaugurazione del nuovo Centro, il numero uno dell’azienda non si è lasciato scappare l’opportunità di lanciare quella che ha definito una “call-to-action”: una chiamata alle armi all’insegna del «fare squadra, per garantire ai cittadini europei un accesso ai farmaci senza ritardi e per evitare la delocalizzazione degli investimenti». Appello che è stato prontamente raccolto dalla ministra dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, che intervenuta all’evento ha dichiarato: «Fare ecosistema è la parola magica per coniugare etica e business. Ora è il momento di realizzare progetti insieme tra pubblico e privato». Lanciando poi una vera notizia: «L’intento del Governo è quello di dare alla ricerca fondi costanti, non più con picchi e baratri» come in passato. La legge di Bilancio sta entrando nel vivo delle discussioni parlamentari: vedremo se le parole si trasformeranno in fatti.