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Ars Pharmaceutica, una storia straordinaria

IL LIBRO

Ars Pharmaceutica, una storia straordinaria

Con “La sanità in Valpadana” il collega Antonio Corvi ci racconta, con la sua grande passione e competenza, otto secoli di storia della farmacia attraverso le vicende di una famiglia e di un territorio, il Ducato di Parma e Piacenza tra XIII e XX secolo

25 luglio 2024

di Laura Benfenati

Non finisce di stupirci il collega Antonio Corvi, classe 1927, che ha dato alle stampe ad aprile, dedicato alla moglie Gisella, La sanità in Valpadana. Storia della farmacia e dei medicamenti nel Ducato di Parma e Piacenza (XIII-XX sec.). Il volume raccoglie oltre quarant’anni di studi dell’autore, grande appassionato di storia della professione e già presidente dell’Accademia di storia della farmacia italiana. “Otto secoli di storia della farmacia in Val Padana, in quell’area che corre tra Parma e Piacenza, dove si specchiano nelle vicende di dieci generazioni della farmacia Corvi, dalle prime tracce di una spezieria nel lontano Cinquecento fino alla fondazione, con il nuovo millennio di un museo di storia della farmacia”, si legge nella prefazione di Luisa Castellini, curatrice del volume, che prosegue: “Dalla distanza tra le Farmacopee ufficiali e le medicine effettivamente realizzabili, ricostruibili sulla base degli elenchi delle scorte di magazzino, alla storia di rimedi di cui si è persa traccia. Dai primi statuti che disegnano la fisionomia della storia della sanità ai rimedi di veterinaria degli amati cavalli del Cardinale. E ancora, dalla farmacia di viaggio di Maria Luigia d’Austria ai farmaci in uso nella Grande Guerra, il volume illumina otto secoli di storia attraverso le vicende di una famiglia, di un territorio e di un’arte, unendoli finalmente in un unico sguardo”.

Dal fegato ritrovato ai farmacisti garibaldini

Corvi ci racconta del ritrovamento a Piacenza di un’accuratissima riproduzione di un fegato caprino risalente al II secolo avanti Cristo e appartenente a un aruspice etrusco; ci narra di Guglielmo da Saliceto, che nel 1200 operava nei molti ospizi-ospedali presenti in città ed è l’autore di Chirurgia, il cui sesto libro è un trattato di farmaceutica interessante e ricco di curiosità. Alcuni composti citati nel libro sono argento vivo, argento verde, unguento degli Apostoli, Spongia soporifera (spugna fatta bollire con oppio, giusquiamo e belladonna).

In La sanità in Valpadana poi troviamo traccia anche dei passaggi generazionali delle prime spezierie, come quella che Enrico La Torre ha lasciato al figlio Baldovino nel 1227: “L’attrezzatura comprende molti mortai e il valore dell’eredità ascende a 340 lire genovesi. Si prosegue poi con gli statuti degli speziali, con la Farmacopea dell’Anguissola del XVI secolo, la spezieria dei Benedettini di San Giovanni, Petrus De Corvis e la farmacia dei poveri per arrivare agli speziali e aromatari medicinali dopo la peste e ai prezzi delle medicine nel XVII secolo. Nel Settecento ci sono la scuola di farmacia del Francescani di S. Maria di Campagna e l’officina farmaceutica del Convento di San Colombano, la farmacia dei Nobili alla Corte di Parma e poi il servizio farmaceutico dell’Ospedale di Piacenza e la scuola di farmacia di Maria Luigia ai primi dell’Ottocento. E ancora la farmacopea di Maria Luisa di Borbone, due farmacisti Cacciatori delle Alpi con Garibaldi, i primi fornitori delle farmacie dopo l’Unità, i medicinali in uso nella Prima guerra mondiale fino ai prodotti industriali organici e di sintesi del primo Novecento.

Un lavoro straordinario, quello di Antonio Corvi, ricco di curiosità ma soprattutto testimonianza concreta di cosa sia stata e cosa sia ancora l’Ars Pharmaceutica: molto, molto di più della sola – ma mai banale – dispensazione di un farmaco.

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